Condoni edilizi a Fondi, per Bruno Fiore “una beffa lunga 30 anni”

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fondiFONDI – Il Candidato al Consiglio comunale per il Partito Democratico Bruno Fiore ha emesso un comunicato in cui tratta il tema dei condoni edilizi a Fondi:

“Nel trentesimo anniversario del primo dei condoni edilizi, varato nel febbraio ’85, i numeri che, a seguito di una nostra interrogazione del 16 febbraio 2015 ci sono stati forniti dal Dirigente del Settore Pianificazione Urbanistica e Territoriale Ing. Gianfranco Mariorenzi, fotografano in modo chiaro lo stato dei fatti delle 8.696 istanze di sanatoria edilizia presentate al Comune di Fondi.

In base alla L.47/85 fino ad oggi, sono stati rilasciati n. 2.026  permessi di costruire in sanatoria, rimangono da istruire n. 3.545 istanze; Per la L. 724/94 ad oggi, sono stati rilasciati 447 permessi di costruire in sanatoria, restano da istruire n. 1.213 istanze; Per la L. 326/03 ad oggi, sono stati rilasciati n. 214 permessi di costruire in sanatoria, rimangono da istruire n. 1.251 istanze.

In sostanza le istanze di sanatoria edilizia per le quali sono state rilasciati i permessi a costruire sono il 31% del totale, restano fuori la bellezza 6.009 richieste in attesa di risposta!

Aggiungiamo un altro dato di estrema importanza: il Comune di Fondi ha incassato per le sole istanze lavorate che, lo ricordiamo sono solo 2.687 su 8.696,  ben 14.074.343,80 euro.

La definizione delle istanze di sanatoria edilizia è di fondamentale importanza perché incide sull’intera attività amministrativa, sia nella funzione della programmazione e pianificazione territoriale, degli investimenti nelle opere di urbanizzazione, nella gestione economica e finanziaria delle risorse del Comune.

Se il Comune non definisce le richieste di condoni presentate è impossibilitato ad esercitare in maniera incisiva anche i poteri di repressione dell’abusivismo edilizio, che continua ad essere una piaga nel nostro territorio. Si aggiunga che, a seguito dell’inerzia del Comune, il cittadino potrebbe attivarsi al fine di ottenere il titolo edilizio in sanatoria, in via amministrativa o in via giudiziaria, richiedendo al Giudice competente l’emissione di apposita ordinanza di rilascio del provvedimento da parte della Pubblica Amministrazione.

In oltre venti anni di amministrazioni di centrodestra al Comune di Fondi non si è riuscito a dare a migliaia di cittadini, che ne hanno fatto richiesta, certezza delle loro situazioni giuridiche, con grave danno alle casse del Comune che non hanno incassato le somme dovute a titolo di oneri concessori, diritti di segreteria e di conguaglio di oblazione.

Facendo un semplice “conto della serva” se con il solo 31% dei permessi in sanatoria rilasciate il Comune di Fondi ha incassato ben 14 milioni di euro, si potrebbe ragionevolmente calcolare un mancato introito oltre 30 milioni di euro! 

Le opere oggetto di condono edilizio riguardano fabbricati ad uso abitativo, commerciale e produttivo che, nel corso degli anni, hanno assunto le dimensioni di veri e propri insediamenti urbanistici, avendo interessato ampie porzioni di territorio oramai integralmente urbanizzate. Zone costruite abusivamente per le quali il Comune si è dovuto far carico degli oneri di urbanizzazione (fognature, acquedotti, strade, reti elettriche e telefoniche). I costi di urbanizzazione che vengono scaricati sulla collettività sono elevati: si calcola che per urbanizzare un ettaro con le opere indispensabili ci vogliono in media 600 mila euro, senza considerare le cosiddette opere di urbanizzazione “sociali” che costano altri 300 mila euro ad ettaro. Totale dei costi: 900 mila euro ad ettaro completamente urbanizzato a spese della collettività.

Quindi, possiamo aggiungere che sicuramente al danno di non aver incassato quanto “previsto” dalle domande in sanatoria, si è aggiunta la beffa dei pesanti costi di urbanizzazione scaricati sulla collettività.  

Si consideri che, ai fini di una più ordinata pianificazione urbanistica, le normative regionali, prima dell’adozione del P.U.C. – Piano Urbanistico Comunale, prescrivono l’obbligo  di effettuare una puntuale ricognizione degli insediamenti edilizi abusivi anche al fine di prevedere la loro regolamentazione sotto il profilo della disciplina urbanistica.

Una soluzione ragionevole a questo grave problema è quella che consentisse la rivalutazione delle istanze di condono, o meglio l’applicazione estensiva della possibilità di valutarle ai sensi della legge n. 724/1994. Ciò consentirebbe all’ente comunale di procedere all’incasso delle rimanenti somme dovute nonché di regolarizzare le posizioni di ciascuno e di tutti ai fini della riscossione delle imposte comunali.

E’ necessario perseguire una soluzione amministrativa che tenga conto dei contrapposti interessi e che non risulti contra legem, per consentire a chi ne avesse interesse di integrare le proprie istanze di condono edilizio presentate ai sensi della L. n. 47/1985, tenendo conto di quanto stabilito dalla L. n. 724/1994. Possibilità da circoscrivere ai provvedimenti di diniego già adottati le cui motivazioni si fondano sul mancato rispetto del termine di completamento delle opere ovvero sulla mancata integrazione documentale, e non sulla insanabile contrarietà alla norma sotto il profilo edilizio ed urbanistico e ambientale.”