Formia / Paola Villa su Acqualatina: “Nessuna crisi idrica ma carenza e spreco d’acqua”

Formia Politica

FORMIA – Paola Villa, rappresentante del Movimento Politico “Un’Altra Città”, interviene sull’emergenza idrica che sta mettendo in ginocchio il sud pontino. “Da quando, già in tarda primavera 2017, manca l’acqua dai rubinetti per molte ore al giorno, l’attenzione di tutti i cittadini è indotta, invitata, sollecitata, suggestionata a parlare e ad interrogarsi su Acqualatina – spiega – La questione merita un po’ di chiarezza, al fine di giungere a conclusioni e soluzioni, che noi tutti ci aspettiamo a questo punto della storia. Intanto iniziamo col dire che bisogna parlare di carenza e spreco d’acqua e non di crisi idrica. Infatti, pur diminuendo l’indice di pioggia in questi ultimi 100 anni di un – 5% (dato dell’Istituto CNR-ISAC), e pur essendo diminuiti i giorni di pioggia annui di circa 10-14 unità, il nostro territorio continua ad essere ricco di falde acquifere, di pozzi dismessi e serbatoi abbandonati. La chiarezza impone, quindi, di non parlare solo di crisi idrica”.

“Lascerò Acqualatina sullo sfondo – prosegue Paola Villa – non prima di sottolineare che è una Società per Azioni mista, cioè Pubblica al 51% e Privata al 49%, occupandomi della sua parte pubblica chiamata ATO 4 Latina che detiene, quindi, la maggioranza azionaria. Questa maggioranza azionaria è composta da 38 comuni (32 della provincia di Latina, cioè tutti tranne Campodimele; 4 Comuni della provincia di Frosinone; Anzio e Nettuno della Città Metropolitana di Roma. Essi sono rappresentati da tutti i loro Sindaci e presieduti dai due Presidenti di Provincia, Eleonora Della Penna (Latina), Antonio Pompeo (Frosinone) e dal Sindaco della Città Metropolitana di Roma, Virginia Raggi.

L’ATO4 non ha mai cambiato composizione fin dalla sua costituzione avvenuta vent’anni fa nel 1997. Sono i 38 Sindaci che nel 2002, a maggioranza democratica, creano la società mista Acqualatina e che decidono di affidare direttamente al socio privato, individuato nella multinazionale francese Veolia, la gestione della Captazione, Adduzione e Distribuzione dell’Acqua oltre al Collettamento e Depurazione delle acque reflue.

L’ATO 4 quindi è proprietaria al 51% di Acqualatina, rappresenta i propri 670 mila Cittadini/Utenti (che in estate diventano 1 milione e 100mila), difende i loro diritti, tutela i loro approvvigionamenti idrici e li garantisce attraverso la vigilanza, il controllo e la pianificazione degli interventi della sua Segreteria Tecnico Organizzativa. Mi soffermo su questa parte pubblica, perché è quella che mi rappresenta e quella sulla quale si può e si deve incidere. Sottolineo che sta alla parte pubblica, nel consesso della Conferenza dei Sindaci e dei Presidenti dell’ATO4, decidere sul Piano degli Interventi, in modo da rendere le azioni a favore del Sud Pontino, e non solo, prioritarie in termini temporali e di importi impegnati. In questo c’è tutto il PESO STRATEGICO e NON SOLO POLITICO della parte pubblica dell’ATO4.

Questa è la chiave, affinché il sistema funzioni. Questi 38 sindaci e questi Presidenti non devono chiedere, devono decidere, deliberare e controllare. Che si attui, quindi, un piano non di sola e perenne emergenza, ma di stabilizzazione degli approvvigionamenti, attraverso il ripristino dei serbatoi e dei pozzi dismessi; attraverso la messa in sicurezza della rete idrica, dove le perdite dovranno passare dal 67% al 30% almeno nei prossimi 3 anni; attraverso l’estensione a tutto il territorio ed in particolare al Sud Pontino (che più di tutti sta soffrendo) del “progetto ascolto”, che ha lo scopo di monitorare attraverso moderne ed avanzate apparecchiature elettroniche, perdite di condotte interrate.

L’ATO 4, e questo nessuno lo dice, può decidere (se ne ha la volontà politica) di finanziare con fondi pubblici gli investimenti per la realizzazione di progetti sugli approvvigionamenti idrici del Sistema Idrico Integrato così che i benefici conseguibili dai contributi pubblici siano direttamente trasferiti sulla popolazione servita oltre che sull’ambiente, ma non sui gestori siano essi pubblici o privati. Ossia, il finanziamento pubblico si tradurrebbe in una compensazione immediata a favore degli utenti, che può essere applicata mediante diminuzione della tariffa futura e mai sugli utili del gestore.

Questa è la verità, cosa che non si avrebbe con finanziamenti messi in campo direttamente dal Gestore (come stabilisce il D.L.179 del 2012), il quale fa pagare sulle nostre bollette i suoi investimenti. Proprio per garantire sia le direttive europee che le risultanze sul referendum sull’acqua è la parte pubblica che detta le regole nella gestione dei servizi idrici e nel definire un sistema tariffario equo, certo, trasparente non discriminatorio.

Oggi un sindaco o un Presidente dell’ATO4 non dovrebbe urlare “fuori da Acqualatina”, anche perché per il legislatore non avrebbe alcun senso, ma dovrebbe adoperarsi a fare azioni congiunte con tutta la parte pubblica, coinvolgendo anche i cittadini con un’informazione giusta e corretta, affinché l’ATO4 funzioni secondo le normative che difendono l’utenza e l’acqua pubblica.

L’incontro di cinque o sei Sindaci in una qualsiasi stanza ha il solo effetto di gettare fumo negli occhi ai Cittadini ignari di responsabilità e complessità nella gestione efficace ed efficiente del Sistema Idrico Integrato, che può deliberare a maggioranza nei confronti di Acqualatina solo nella conferenza dei Sindaci dell’ATO 4.

L’ennesimo piano di emergenza, semmai venisse attuato (con Dissalatori e Navi Cisterna) non sarebbe un investimento strutturale dell’ATO 4, ma andrà a carico dei singoli bilanci comunali dei proponenti e si sommerà ai già pesantissimi costi in bolletta.

Dopo vent’anni di ATO4 e quindici di Acqualatina, nonostante i proclami sull’Acqua Pubblica – conclude Paola Villa – è ora di essere informati su come funzionerebbe meglio il sistema, se ognuno facesse la sua parte con responsabilità, efficienza ed efficacia. Ciò è tanto più importante, se si pensa che ad oggi ci aspettano altri 15 anni di Acqualatina”.