Minturno / Pre-dissesto, l’analisi dei debiti fuori bilancio. Stefanelli: “Atto non negativo ma di rinascita”

Minturno Politica

MINTURNO – Difende la scelta presa di procedere con un piano di riequilibrio finanziario pluriennale, il cosiddetto pre-dissesto approvato dal consiglio comunale. Il sindaco di Minturno, Gerardo Stefanelli, nella conferenza stampa di ieri ha voluto chiarire alcuni aspetti di questa procedura che ha attirato le critiche dell’opposizione consiliare. Alla conferenza erano presenti anche gli assessori Elisa Venturo e Mino Bembo, i consiglieri comunali Matteo Marcaccio e Franco Esposito e il presidente dell’associazione “Il Futuro Le Sieci” Antonio Signore.

“Abbiamo calcolato – spiega il primo cittadino – che sommando tutte le sentenze e i debiti riconoscibili, insieme ad altri debiti minori, si arriva a due milioni e 720mila euro. Già il commissario Strati ha spalmano in tre anni i primi debiti, questo vuol dire che la copertura che il nostro bilancio può sopportare è di circa 500mila euro all’anno. Una cifra insufficiente per poter coprire la mole imponente di passività che ci troviamo davanti. Davanti a questo scenario, abbiamo deciso di accedere al piano di riequilibrio pluriennale. Un’altra soluzione sarebbe stata impugnare le sentenze e procrastinare, facendo poi aumentare il debito, così come si è sempre fatto. Noi abbiamo preferito la discontinuità con il passato. Il nostro è un atto di responsabilità per non intaccare il bilancio e garantire i servizi ai cittadini”.

Il sindaco Stefanelli assicura che non ci sono i presupposti per il dissesto finanziario dell’ente, ma resta comunque alta l’attenzione sui conti. Continuano ad arrivare parcelle di avvocati che hanno difeso l’ente in questi anni, per un totale di 250mila euro, come pure altre sentenze esecutive.

Schema riepilogativo debiti fuori bilancio Minturno
Schema riepilogativo debiti fuori bilancio Minturno

“Il piano di riequilibrio – specifica il primo cittadino – è un business plan in cui sono specificate non solo le entrate e uscite ma anche come si intende pagare i debiti. Per pagare i debiti bisogna aumentare le entrate. Non si possono aumentare le tasse, perché già al massimo, ma possiamo aumentare la base imponibile. Perseguiremo la lotta all’evasione e scoveremo edifici non censiti. Questo ci porterà 400mila euro di Imu in più ogni anno. Poi ci sono le entrate minori come le affissioni, tosap, condoni edilizi. Dovremo procedere alla riduzione dei costi e razionalizzazione delle spese. Infine, il tanto vituperato aumento dell’Irpef, che in passato non si è mai voluta alzare: da 0,50% al 0,80%. Si parla di un aumento di 3 euro ogni 1000 euro dichiarati. Questo ci porterà circa 320mila euro all’anno di entrate”.

“Questo atto non è negativo e non produrrà tempi bui ma si tratta di un atto di responsabilità per una ripresa immediata. È una decisione politica alla quale devono seguire le determinazioni amministrative”, conclude Stefanelli.

Entrando nel merito dei numeri vi sono 871.424 debiti già riconosciuti derivanti da sentenze esecutive, altri 615.420 euro debiti riconoscibili dal commissario Strati e altri debiti e beni e servizi pari a un milione e 233.582 euro. Il totale, come già detto, ammonta a 2 milioni e 720.426 euro.

A queste somme si aggiungono i numerosi contenziosi aperti. Tra questi figurano i 789mila euro con il Consorzio Aurunci, un milione e 50mila euro per le nuove controversie ex Lsu, rimborsi legali ad amministratori e dipendenti per le assoluzioni nei processi pari a 200mila euro. Infine, il contenzioso aperto con la Ego Eco, causato dalla rescissione anticipata del contratto votata dall’amministrazione Graziano: la ditta di Cassino chiede infatti il risarcimento di 7 milioni di euro. Anche l’ASA, la ditta subentrata alla Ego Eco per la raccolta dei rifiuti, è creditrice di circa 350mila euro. Il totale di tutti i contenziosi ammonta quindi a 9 milioni e 389mila euro.

L’amministrazione sta mettendo a punto il piano di rientro pluriennale, che prevede oltre alla razionalizzazione delle spese anche un incremento delle entrate, senza il quale sarebbe impossibile il risanamento delle casse comunali. Tra queste, come già anticipato più su, vi sono le entrate tributarie, come l’Imu e Tarsu, Tari, Tasi con l’ipotesi di incremento del 10% attraverso i controlli su coloro che non pagano, l’aumento di tre punti dell’addizionale Irpef e l’accertamento e riscossione delle entrate minori come tosap, pubblicità, affissioni e passi carrabili. Non sono escluse alienazioni di proprietà comunali e affrancazioni per fare cassa.

Infine, l’amministrazione comunale ha già messo in campo alcune direttive, come l’efficientamento energetico (delibera di indirizzo n. 86 del 25 ottobre 2016), riduzione dei consumi (delibera di indirizzo n. 75 del 13 ottobre 2016 per monitoraggio e ottimizzazione dei consumi) e la gestione dei sinistri stradali e il contrasto alle frodi (delibera di indirizzo n. 4 del 14 luglio 2016).

Giuseppe Mallozzi