Minturno / Sinistra Italiana chiede l’annullamento della tornata elettorale

Minturno Politica

MINTURNO – Il punto di partenza di tutto il diritto elettorale e delle sue procedure attuative è l’articolo 48 della Costituzione che stabilisce, nel suo primo comma: “Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico”.  L’esercizio del voto politico rientra nell’ampio genus dei diritti fondamentali dell’uomo e, proprio in quanto tale, è imprescrittibile, intrasmissibile ed irrinunciabile, oltre che insopprimibile da parte dello Stato o di qualsiasi altro soggetto pubblico o privato.

La libertà di voto, ovvero la possibilità di dare ai cittadini il potere di esercitare il voto liberamente e senza condizioni o pressioni di sorta è, in uno stato laico, il più sacro dei diritti. Con tale potere, infatti, è possibile imporre democraticamente e legittimamente dal basso cambiamenti, anche rivoluzionari, aventi la forza e la coercibilità della costituzione. I seggi elettorali, pertanto, rappresentano laicamente i luoghi sacri in cui questo diritto-potere del cittadino si compie: un diritto-potere più forte di tutte le istituzioni e della stessa costituzione poiché senza l’esercizio di tale potere in modo assolutamente libero non esiste la democrazia e, quindi, la costituzione medesima. I seggi, pertanto, devono essere tutelati nella loro sacralità, da tutti e con tutti i mezzi consentiti dalla legge da qualsiasi tipo di profanazione, fino alla ripetizione delle elezioni medesime se necessario per affermare l’inviolabile e la sacralità delle libere elezione e dei seggi.

A Minturno, come in molti altri comuni, assistiamo spesso alla profanazione e violazione dei seggi elettorali e dell’espressione della incondizionata libertà di voto che avviene in diversi modi spesso, liquidati come “fatti isolati” o assimilati a violazioni di una delle tante del diritto amministrativo. Non è così. Il rispetto della sacralità laica dei seggi è la linea di netta demarcazione tra una cultura di connivenza con la criminalità, che tenta sistematicamente di infiltrarsi nel territorio per gestirlo in concorrenza con leistituzione democratiche, dalla stessa Democrazia Costituzionale.

Chi non capisce o fa finta di non capire che il vero fronte con la camorra anche nel Sud Pontino e, in particolare a Minturno, è questo, non merita di essere considerato civile e democratico, degno della nostra costituzione. Costoro si vantano spesso di essere persone acculturate e istruite, illuminate e oneste. Eppure le si scopre pronte a profanare la sacralità laica dei seggi per “insediare” o “incanalare” la libera scelta degli elettori per poi indignarsi quando arrivano inchieste su corruzione o quando si verifica lo scioglimento di Consigli Comunali per infiltrazione di mafia e di camorra. La lotta alle infiltrazioni della criminalità organizzata inizia con il rispetto, a tutti i costi, della libertà di voto e della inviolabilità dei seggi, in caso contrario le porte alla connivenza sono “già aperte”

Tornando a Minturno, vediamoli, questi “fatti isolati”, accaduti nelle elezioni amministrative del 5 giugno 2016.

Dopo una campagna elettorale che ha visto accadere di tutto o quasi di tutto (dalla sistematica violazione delle norme sulle pubbliche affissioni, al tentativo di assunzione da parte di ditte che gestiscono servizi pubblici prima dei termini previsti dal rispettivo capitolato,  fino alle “sparatorie”) si giunge al giorno delle votazioni e come “consuetudine” si formano all’interno e/o davanti agli edifici (per lo più scolatici) che ospitano i seggi (le sezioni o seggi sono sistemati nelle aule)  assembramenti anche rumorosi dovuti alla sosta di candidati, rappresentanti di lista, sostenitori di candidati o di liste, candidati a Sindaco ecc. che generano sicuramente confusione e disorientamento.

Nelle elezioni del 5 giugno tale fenomeno è stato particolarmente virulento ed eclatante e si tenta, ancora una volta, a declassarlo ad una manifestazione di “cattiva educazione”. Anche se così fosse è compito primario dello stato curare l’educazione civica dei cittadini, soprattutto quando si tratta di tutelare un luogo sacro per la democrazia ed è, infatti, compito delle forze dell’ordine di vigilanza dei seggi, dei pubblici ufficiali, dei Presidenti, degli scrutatori e financo dei rappresentanti di lista e, non ultimo, degli elettori intervenire in merito, cosa che è stata fatta ripetutamente senza successo. Gli assembramenti più volte denunciati, non erano “spontanei” o “casuali”, bensì voluti, infatti hanno coinvolto di norma le medesime persone, interessate a intervenire in vario modo per condizionare il voto degli elettori mentre si recano o si allontanano dai seggi, aderendo ad uno stereotipo della cultura mafiosa e camorrista, ovvero mirano a condizionare direttamente la libertà del voto fino a chiedere il rendiconto del voto dato.

In sostanza l’elettore deve quasi farsi spazio per procedere verso il seggio o subire, come minimo, sguardi “inquisitori”, “abbordaggi” o essere investiti dalla indesiderata presenza di candidati e sostenitori che dispensano più o meno sommessamente, materiale di propaganda. E se sono invitati ad allontanarsi, dopo pochi minuti, “ritornano”. La pressione dell’assembramento è tale che si perde sia il senso della sacralità del luogo sia il senso del voto incondizionato e libero. Diverse volte le forze dell’ordine hanno invitato gli “assemblatori” a disperdersi, senza molto successo anche perché probabilmente lo hanno fatto in modo poco sistematico e convincente, facendo magari affidamento su un senso civico che però non vi era. Ci sono stati anche rappresentanti di lista che hanno invitato alcuni Presidenti di seggio a usare i loro poteri per liberare i seggi e le strade antistanti come previsto dalla legge, fino a chiedere di verbalizzare la richiesta (adempimento non ottemperato).

Dovrebbe bastare già questa violazione continua e sistematica, dunque premeditata, della sacralità dei seggi per annullare tutte le elezioni in quanto “culturalmente” compromesse. Questo fenomeno, infatti, non è che la parte “plateale” di un modus operandi che lascia la comunità indifesa rispetto all’infiltrazione di una cultura “mafiosa”, ovvero poco rispettosa della legalità e della democrazia.  Ne sono testimonianza anche diversi episodi accaduti in modo sparso su tutto il territorio come, ad esempio, elettori che hanno ripreso fotograficamente la propria scheda elettorale dopo averla votata (probabilmente doveva essere mostrata a chi di dovere),  tentativi di far votare “invalidi” in modo anomalo, Presidenti invitati a non farsi accompagnare da un ufficiale di polizia per recarsi presso “votanti” a domicilio, matite “elettorali” mai più trovate, Presidenti di seggio “aiutati” nella sistemazione finale da altri Presidenti, voti che risultano registrati in modo quantitativamente molto diverso dal singolo rappresentante di lista (tabella con numeri di preferenza del rappresentante) rispetto ai dati finali pubblicati  e, infine, anche un Presidente che aveva in suo personale possesso  schede elettorali regolarmente firmate e vidimate in “libera uscita”, magari per realizzare la cosiddetta “catena di S. Antonio”: ne basta UNA SOLA per inquinare tutti i seggi, come insegna la mafia siciliana e la camorra campana (senza contare che vi  sono stati seggi che hanno avute assegnate moltissime schede in più).

Inoltre il numero di elettori relativi alla sezione incriminata è superiore al 5% del totale dei votanti e il Presidente sembra essere uno stretto parente di un candidato/a. E vogliamo dire che tutto questo non renda lecito il dubbio che questi episodi sono solamente un campione casuale di quelli che accaduti realmente, scoperti occasionalmente da bravi e onesti rappresentanti di lista, scrutatori, Presidenti di seggio e ufficiali di polizia?

Il dubbio di ritenere che le elezioni Comunali di Minturno siano state in parte, ma generalmente, inquinate da metodi sicuramente non democratici è legittimo come è certa la sistematica profanazione della sacralità dei seggi, ovvero della violazione dell’art.48 della costituzione. Per questi motivi faremo ricorso alla proclamazione degli eletti chiedendo l’annullamento della tornata elettorale, confortati, in merito, anche dalla giurisprudenza. In ogni caso il presente comunicato è già una lettera aperta di denuncia alle Istituzioni a cui è demandato l’accertamento del rispetto dell’art. 48 della costituzione e di riflessione per i cittadini che accettando qualsiasi forma di condizionamento del proprio voto unitamente alla profanazione sistematica dei seggi hanno di fatto già rimosso ogni argine contro le possibili connivenze con le infiltrazioni di ogni sorta di criminalità organizzata.