Itri / Gianluca Ialongo non ce l’ha fatta: donati gli organi

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ITRI – E’ deceduto presso il “San Camillo” a Roma, Gianluca Ialongo, il panettiere di Itri, coinvolto, giovedi 28 aprile, in un incidente stradale che ha visto la Matiz, sulla quale viaggiava insieme alla moglie, Mara Fantasia, finire contro un albero in via Pratica di mare a 1 km dalla Pontina. Il giovane, che avrebbe compiuto 26 anni il 17 maggio, era stato trasportato in eliambulanza al San Camillo, mentre la donna, che sta portando avanti la seconda gravidanza, giunta al settimo mese e che si era recata a Roma per un controllo ginecologico, era stata elitrasportata al Sant’Eugenio.

Le condizioni del giovane panettiere, laboriosamente impegnato in un vapoforno di Gaeta dove la proprietà ne apprezzava le qualità professionali, è sempre rimasto in coma, con i medici che puntavano prioritariamente a prosciugare il grosso ematoma in testa. Mentre la moglie, anche se ferita seriamente al volto, era uscita dal Sant’Eugenio sei giorni fa, trovando momentanea ospitalità presso i genitori che vivono a Roma, dove, per fortuna, si trovava già la figlioletta di un anno e mezzo, Gianluca, cui era stata diagnosticata la morte cerebrale domenica, si è spento ieri, dopo che, con una decisione generosamente commovente dei parenti si è voluto nobilitare anche dopo la morte la figura del giovane papà, già tanto cara ai conoscenti, con l’espianto degli organi destinati alla donazione.

E mentre l’”antica impresa Salvatore Salemme” si accinge oggi a predisporre i pietosi resti per il rito esequiale che si svolgerà nella chiesa dall’Anunziata a Itri in data ancora da definire, nel suggestivo Vico del Forno vecchio, al civico 6, dove la coppia era vissuta fino a pochi mesi fa, è comparso un fiore vicino quello che era l’ingresso del nido domestico di Mara e Gianluca, con la carrozzina lasciata giù vicino al cancello perché la scalinata era troppo stretta, come il sentiero dell’esistenza che si è chiuso all’improvviso per Gianluca, per far arrivare su in casa il giaciglio del primo frutto del loro amore.

 

Un intero paese era letteralmente in trepidazione per lui. Da quel maledetto 28 aprile, dove traditore e galeotto si rivelò l’albero ai bordi della carreggiata di via Pratica di Mare, a un chilometro dalla confluenza con la Pontina, dove la Matiz, sulla quale viaggiavano sua moglie, Mara Fantasia e lui, Gianluca Ialongo, era andata a schiantarsi per cause ancora da definire da parte degli inquirenti contro un albero, il tanto apprezzato panettiere itrano, che lavorava ed era enormemente stimato per la sua professionalità e laboriosità, presso un vapoforno di Gaeta, non si è più risvegliato.

Con i medici del San Camillo che ce l’hanno veramente messa tutta per riportare alla vita il giovane che versava in condizioni gravissime, tanta gente, amici, conoscenti, gente comune che si incontra per strada o con cui ci si ritrova sulla rete, ha sperato fino all’ultimo –credendoci davvero—alla giusta decisione della Provvida sventura, illudendosi che una volta tanto quel Dio che sta nei cieli estirpasse da questo serraglio di belve qualche inutile ammasso anatomico che genera e procura solo male, per lasciare a noi uno dei pochi fiori che profumano l’orbe terrestre, oggi tanto ammorbato dai parti abortiti dal principe del male il cui perfido ciclo procreativo non conosce tregua. E così, nel dolore generale di tanta gente che ne ha conosciuto l’indole, la voglia di lavorare, la professionalità, il grande slancio, prima di figlio, e poi di marito e papà, un altro giglio profumato è stato strappato per adornare le vie del cielo dove lui, Gianluca, sarà in ottima compagnia, a cominciare dal papà Virginio, anche lui estirpato e rapito agli affetti dei suoi cari con la stessa ingiusta scelta di un fato tanto ferocemente avverso.

Nel porgere alla madre, alle sorelle, ai tanti parenti e, soprattutto alla figlioletta di un anno e mezzo, alla moglie Mara, al settimo mese di gravidanza e, soprattutto, al fiore che sta per venire al mondo l’auspicio che il pegno sacrificale pagato dal papà possa almeno servire a sgomberare la loro vita dalle preoccupazioni che una situazione inizialmente sfavorevole potrebbe far intravvedere, corrediamo queste parole autenticamente in libera uscita con il resoconto giornalisticamente più tecnico rimesso agli organi di informazione, non senza aver, prima, espresso alla moglie Mara le espressioni più sentite della toccante e commossa partecipazione alla tragedia che ha coinvolto una intera comunità, quella di Itri e di tutti quanto hanno conosciuto, apprezzato e amato Gianluca.

Orazio Ruggieri