Minturno / Comune, dipendenti part-time sul piede di guerra

Minturno Politica

MINTURNO – L’attuale disastrosa condizione economica in cui versa il Comune di Minturo non dipende dalle sentenze di reintegro dei dipendenti part-time (ex Lsu) ma dalla cattiva gestione amministrativa degli ultimi 20 anni. Lo dicono a chiare lettere proprio gli ex lavoratori socialmente utili nel corso di una conferenza stampa, svoltasi presso un bar nei pressi del palazzo comunale in quanto gli sarebbe stata negata la sala consiliare.

Sono adirati e amareggiati i 35 dipendenti che ad oggi non si vedono riconosciuti i propri diritti sanciti da precise sentenze, l’ultima quella dello scorso 26 novembre che prevedeva l’immediato reintegro. “I tagli ai servizi a domanda individuale non dipendono da noi”, ribadiscono i dipendenti comunali. E anzi rivendicano, per bocca del loro rappresentante sindacale della Cgil Ciro Pignalosa, le spettanze dovute di fine novembre, del mese di dicembre e della tredicesima. Secondo quanto riferiscono, è intenzione del commissario prefettizio Bruno Strati inserire tali somme, che dovrebbero aggirarsi sui 30mila euro totali, nei debiti fuori bilancio. A questi si aggiungono altri 500mila euro per gli stipendi non pagati prima della sentenza, in seguito al licenziamento operato dall’amministrazione Graziano.

“Ci stanno riconoscendo in servizio solo dal gennaio 2016 quando in realtà le sentenze dicono che non c’è mai stata interruzione del servizio da quando è avvenuta la stabilizzazione”, rimarcano.

“Nonostante la delibera sulla spendig review – continuano – sono stati affidati lavori a ditte esterne per lavori come potature e manutenzione dell’arredo urbano dal costo di 70mila euro, quando potevano essere affidati ai nostri operai. E questo perché non siamo messi in condizioni di lavorare in sicurezza, siamo senza attrezzature”.

Infine, i 35 dipendenti – che non escludono di procedere contro il Comune di Minturno per mobbing – chiedono un incontro con i candidati a sindaco per conoscere la loro posizione in merito a “una questione occupazione che non si può sminuire per mere questioni tecniche”.

Giuseppe Mallozzi