Formia / Garitta borbonica pericolante a Caposele, le precisazioni della Famiglia Rubino

Ambiente Attualità Formia

FORMIA – In merito al comunicato stampa del Presidente dell’Associazione Terraurunca, sig. Daniele Iadicicco, con cui si denuncia lo stato di precaria conservazione della garitta borbonica situata nel porticciolo Caposele e si accomuna artatamente a questa l’asserita mancata fruibilità del complesso archeologico ubicato all’interno della Villa Rubino, si ritiene opportuno, da parte della proprietà, fare in merito delle precisazioni.

Anzitutto, il sig. Daniele Iadicicco ha omesso di dire che la garitta borbonica oggetto del suo intervento è di proprietà pubblica e non privata, e non fa parte della Villa Rubino, tanto è vero che l’Amministrazione del Sindaco Bartolomeo, nel bando di gara indetto per l’affidamento della gestione del servizio di ormeggio imbarcazioni nel porto Capossele (delibera G.C. n. 177 del 19/06/2014 e succ. determina dirigente del settore Urbanistica n. 92 del 25/07/2015) aveva previsto che l’aggiudicatario del servizio dovesse provvedere al “recupero e sistemazione della torretta angolo Malopasso”. Pertanto l’Associazione Terraurunca, avrebbe dovuto anzitutto scrivere all’attuale Amministrazione chiedendogli che esito abbia avuto tale procedura di gara e perché sino ad oggi non si sia intervenuto sulla garitta borbonica.

Lo stato in cui versa tale bene così come altri presenti sul territorio del Comune di Formia (vedasi ad es. i
resti della Villa romana del Console Nerva, i resti di una villa romana ricoperti per ripristinare piazza
della Vittoria…….) sono la dimostrazione di come la proprietà pubblica del bene culturale non implichi sempre e comunque una sua piena tutela e preservazione. Per quanto riguarda invece la fruibilità dei resti archeologici presenti nella Villa Rubino, il sig. Iadicicco consapevolmente fa delle affermazioni non veritiere. Infatti nel corso degli anni la proprietà ha ripetutamente consentito la visita del sito, come d’altra parte ammesso dal medesimo presidente dell’Associazione Terra Aurunca nel proprio comunicato stampa, in cui dichiara di aver visitato il sito nel 2013, e precisamente il 14/04/2013, insieme ad un nutrito gruppo di persone.

Ed ancora, solo per ricordare le ultime iniziative che hanno avuto eco sugli organi di stampa, nel marzo
2014 il complesso archeologico ha accolto il prof. Carandini accompagnato dal Sindaco, da alcuni assessori, consiglieri comunali e da un folto un gruppo di persone. Di recente la famiglia Rubino, aderendo all’iniziativa nazionale “FAI MARATON” con la collaborazione
della delegazione di Gaeta del Fai, ha aperto il 18 ottobre 2015 il sito ad oltre 400 visitatori, secondo le
stime riferite dagli organizzatori. Il tutto nella sempre dimostrata disponibilità della proprietà a consentire, nel rispetto della legge in materia, con le garanzie per la tutela dei resti archeologici e dell’incolumità dei visitatori, l’accesso ai resti archeologici presenti nella Villa Rubino a singoli cittadini e gruppi che nel tempo ne abbiano fatto richiesta.

D’altra parte né l’attuale Amministrazione né altre associazioni o enti tra cui la stessa Terraurunca ha mai avanzato alcuna richiesta alla proprietà di organizzazione di eventi nel sito. Probabilmente da parte del Presidente dell’Associazione Terraurunca si confonde la fruibilità del bene culturale con la proprietà del medesimo ritenendo la prima garantita solo con la presenza della seconda.
La famiglia Rubino