Tolta anche la pensione di reversibilità: in questi casi, non te la danno più

Ci sono dei casi in cui la pensione di reversibilità non è più dovuta da parte dell’INPS: andiamo a vedere nel dettaglio quando e dove è possibile non riceverla

La pensione di reversibilità è un contributo che spetta quando il percettore principale della stessa muore e la moglie può beneficiare di una certa percentuale. Attraverso tribunali, corti d’appello e cassazione, c’è una vicenda giudiziaria che è iniziata oltre 30 anni fa e ha visto dei ricorsi da parte di una figlia inabile. Che però ha perso la causa con l’Inps che è uscito vincitore.

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Tolta anche la pensione di reversibilità: in questi casi, non te la danno più (ANSA) temporeale.info

La vittoria è stata pesantissima. Il padre è deceduto nel 1990 e la domanda è stata presentata nel 2009. Ben 19 anni di ritardo che chiaramente hanno minato la questione di prescrizione, eccezioni e cavilli tecnici. La Corte Suprema non ha soltanto dato ragione all’Inps, ma ha anche fissato un termine che cambierà le regole per tantissimi cittadini.

L’ente potrà eccepire la prescrizione senza più specificare i termini. Il compito di calcolare quali ratei spettano davvero, e quali no, spetterà al giudice. C’è stata quindi una disputa legale non indifferente per questa vicenda destinata a pesare anche per i prossimi anni. La Suprema Corte aveva quindi accolto il ricorso dell’Inps.

L’Inps ha vinto, non spetta la pensione di reversibilità

In sostanza, non è necessario che l’Inps specifichi il giorno da cui far decorrere i termini, ma basta che eccepisca l’intervenuta prescrizione. La Corte ha poi accolto la doglianza dell’ente e ha stabilito la decorrenza degli accessori, ovvero interessi e rivalutazioni, deve partire dalla domanda amministrativa che vale come messa in mora e non da tempi antecedenti.

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La prescrizione della reversibilità resta fissata a 10 anni, ma l’Inps potrà eccepire la prescrizione senza calcolare termini e scadenze. A decidere quali ratei sono dovuti e quali invece prescritti sarà il giudice. Significa che i cittadini dovranno presentare le richieste in modo più puntuale e documentato. Una strada che senza dubbio sarà resa più complessa per chi reclamerà prestazioni dopo molti anni.

La sentenza segnerà un precedente importante per le prestazioni previdenziali soggette a prescrizione. Non è un dettaglio burocratico, ma un limite sostanziale che può cancellare il diritto. Si è conclusa 35 anni dopo. E i cittadini devono agire tempestivamente per tutta la documentazione utile, altrimenti il tempo passa e non sarà possibile.

 

 

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