Italia bloccata dal doppio sciopero generale in calendario oggi, venerdì 19 settembre, e un altro giorno della settimana. Il motivo è serio
Con la fine dell’estate e la ripresa della vita regolare, sono tornati anche gli scioperi generali. Se ne contano svariati solo nel mese di settembre ed altri sono alle porte in vista della stagione autunnale. L’Italia rischia di finire paralizzata e la rabbia dei cittadini è tanta, nonostante le motivazioni possono essere – come in questo caso – serie e rispettabili.

Gli stop a cui facciamo riferimento riguarderanno diversi settori: dalla scuola alla sanità, fino – come al solito – ai trasporti. Inevitabilmente sono questi ultimi a creare maggiore disagio ai cittadini, perché fermando i mezzi di trasporto diventa quasi impossibile addirittura spostarsi da un comune all’altro. Cosa sta succedendo e quali sono le motivazioni dietro lo sciopero?
Italia bloccata da due scioperi: la motivazione è seria
La prima delle due astensioni al lavoro è in calendario proprio oggi, venerdì 19 settembre. Lo sciopero più grande e importante, invece, andrà in scena lunedì 22. Entrambi gli stop sono stati indetti dai sindacati per protestare con quanto sta avvenendo a Gaza, dove l’esercito israeliano sta compiendo un vero e proprio massacro di vittime innocenti. Si chiede, in altre parole, di stoppare la guerra e liberare la Palestina.

Per quanto riguarda oggi, la Cgil ha proclamato uno sciopero di protesta contro le violenze in Palestina e di sostegno alle iniziative umanitarie a favore di Gaza. In ogni caso, sarà un’astensione contenuta, che riguarda solo alcuni settori privati e non sono previsti disagi ai servizi pubblici essenziali come scuola, trasporti o sanità.
Diverso, invece, il discorso per la giornata di lunedì, quando si fermerà praticamente l’Italia intera. Lo sciopero generale di 24 ore riguarderà sia i settori pubblici che quelli privati. La ragione dello stop risiede sempre in una protesta contro le violenze subite dalla popolazione di Gaza: l’obiettivo è denunciare il silenzio, l’immobilità e l’inattività del governo italiano e dell’Unione Europea davanti al genocidio palestinese.
A fermarsi saranno i treni, il trasporto pubblico locale, i taxi, i porti e il settore marittimo, il trasporto merci, le scuole e le università, i vigili del fuoco. Per quel che concerne le ferrovie, i treni (sia alta velocità che regionali, di qualsiasi compagnia) non circoleranno dalle 21 di domenica alle 21 di lunedì (sono previste fasce di garanzia per i convogli regionali che vanno dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21, mentre per quelli a lunga percorrenza, sia Trenitalia che Italo hanno alcuni treni garantiti, consultabili sui rispettivi siti). Bollino nero anche per il trasporto locale in alcune città, come ad esempio ATAC a Roma e EAV a Napoli. Insomma, una mobilitazione di massa.