Se tuo figlio insulta sui social sono guai, ora la legge è durissima

Occhio agli insulti social, la legge è durissima: se tuo figlio commette un errore rischi di finire nei guai! Ecco come stanno le cose

I social stanno diventando sempre di più una giungla. Un mezzo per insultare e offendere gratuitamente. Erroneamente si pensa che trincerarsi dietro uno schermo renda impunibili, ma per fortuna negli ultimi tempi le cose stanno cambiando. Chi pubblica contenuti denigratori viene punito a livello legale con sanzioni severissime. Bisogna fare estrema attenzione, insomma, a cosa si fa quando si è con un cellulare in mano, perché oggi la vita virtuale equivale a quella reale.

Martelletto di un tribunale
Se tuo figlio insulta sui social sono guai, ora la legge è durissima (Foto Ansa) – Temporeale.info

Sono soprattutto i più giovani a rischiare. I ragazzini, infatti, incuranti del pericolo, spesso sono protagonisti di bravate degne della loro età. E se una volta le marachelle potevano essere mascherate dalle varie versioni dei fatti, in era tecnologica tutto diventa più complesso. Impossibile far perdere le tracce di ciò che si pubblica in rete. I post, anche se rimossi, possono sempre essere scovati dalla polizia postale. Per chi insulta sui social la legge sta diventando sempre più dura.

Legge italiana durissima: attenzione agli insulti social per i minori

L’episodio che ha creato un importante precedente è andato in scena in Molise, durante un trasporto scolastico. Un undicenne ha filmato un coetaneo mentre veniva deriso e bullizato. Il video è stato caricato su YouTube con la didascalia “bambino handicappato”. La vittima ha subito un trauma e i genitori hanno deciso di esporre denuncia. Com’è andata a finire?

Ragazzo con uno smartphone in mano
Legge italiana durissima: attenzione agli insulti social per i minori (Foto Ansa) – Temporeale.info

La Corte d’Appello di Campobasso ha condannato la famiglia del responsabile a versare 1.305,81 euro di danno patrimoniale (le spese per il sostegno psicologico della vittima) e altri 7.950,02 euro di danno non patrimoniale per l’infrazione commessa. Secondo l’art. 2048 del c.c. l’educazione digitale non è più solo buon senso ma anche obbligo giuridico! In parole povere, chi mette in mano uno smartphone ad un minore deve educare e vigilare. Altrimenti sarà responsabile delle violazioni commesse, e dovrà pagarne le conseguenze.

Certo ci sono delle eccezioni. È possibile dimostrare tramite prove di aver impartito regole chiare e fornito istruzioni sui rischi, attuando controlli concreti sul minore che usa lo smartphone. Quando quest’ultimo commette un illecito in rete, sui genitori grava la presunzione di colpa, dalla quale possono uscirne fuori con le modalità di cui sopra.

Per la vicenda avvenuta in Molise non è stato così, il padre e la madre si sono limitati a ridimensionare i fatti, senza smentirli e senza discolparsi in maniera oggettiva. Ciò ha portato alla condanna. Oggi l’educazione digitale è un dovere. Anche perché se la persona offesa dimostra di aver già subito episodi del genere o di soffrire di particolari fragilità psicologiche, gli effetti delle sanzioni sono amplificate. Occhio dunque a quando si consegna uno smartphone ai figli, la responsabilità è sempre e solo dei genitori.

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