E’ arrivata una nota che gela gli italiani da parte dell’Agenzia delle Entrate. Adesso bisognerà pagarle senza troppe discussioni: tutti i dettagli dopo la sentenza della Cassazione
L’Agenzia delle Entrate manda delle cartelle esattoriali ai contribuenti che hanno un debito nei confronti degli enti impositori, in modo tale da recuperare nel più breve tempo possibile ciò che si deve. Nel documento ci sono tutta una serie di informazioni importanti come la descrizione delle somme, le modalità di pagamento e le istruzioni per chiedere un rateizzo o il ricorso.

Poi c’è l’intimazione di pagamento, che viene inviato quando la cartella non è stato pagato dal contribuente nei termini e l’Agenzia delle Entrate intende procedere con gli strumenti dell’esecuzione forzata. Un atto che il Fisco invia prima di un eventuale pignoramento. Modalità complesse ed è arrivata una recente sentenza della Corte di Cassazione che va incontro alle esigenze dell’Agenzia e contro il contribuente.
L’intimazione di pagamento viene quindi percepito più come un sollecito che va impugnata immediatamente davanti alla magistratura, anche se è caduto in prescrizione. La conseguenza è che il debito diviene definitivo e può essere di nuovo opposto al contribuente. In pratica: basta una piccola svista o un ritardo del contribuente per perdere le possibilità di difesa, se non si fa ricorso presto, la prescrizione non conta e il debito resta esigibile.
Agenzia delle Entrate, la novità che gela i contribuenti
Questo caso può riguardare tutti i contribuenti che hanno ricevuto la notifica di una cartella esattoriale che oggi è caduta in prescrizione. La Cassazione ha reso noto, secondo quanto riferito dal portale ‘Brocardi’, che il debito ritorna anche molto dopo la citata cartella che non viene impugnata nei termini previsti della legge.

La sentenza porta a una scossa in questo rapporto tra l’Agenzia dell’Entrate e contribuenti. Questi ultimi prima poteva restare passivi all’intimazione, sostenendo l’intervenuta prescrizione in una fase posteriore, per esempio opponendosi al pignoramento. A precedere l’intimazione di pagamento precede gli atti esecutivi veri e propri.
Così i contribuenti non possono limitarsi a non agire legalmente sperando che la prescrizione faccia venire meno il debito. L’intimazione di pagamento “va comunque impugnata senza indugio, perché il debito diventa definitivo e inattaccabile, sanando ogni vizio anteriore”. Insomma, una situazione da tenere sotto controllo in modo attento che può dare molto fastidio ai contribuenti.