Ventotene / Debito della Regione Lazio di un milione di euro, l’opposizione chiede spiegazioni

Politica Ventotene

VENTOTENE – Ammonta ad oltre un milione di saldo di un finanziamento del 1996 per la realizzazione del parco archeologico-museale. Ben 19 anni fa la Regione Lazio concesso un finanziamento che superava 4,6 milioni di euro, ma la Pisana ne pagò soltanto 3 milioni e mezzo. Il saldo sarebbe stato concesso soltanto a lavori ultimati.

L’intervento è ormai concluso da tempo ma di quei soldi nessuna traccia. Anzi, lo stesso Comune di Ventotene è stato condannato dal Tribunale di Latina al pagamento della ditta appaltatrice, la Tecnimont Spa. Ora il sindaco Geppino Assenso con la sua nuova giunta formata dal vice Cataldo Matrono e dall’assessore Daniele Coraggio ha deciso di fare causa dalla Regione Lazio per ricevere il saldo.

Sull’argomento sono intervenuti gli esponenti della lista “Buona Onda”, in particolare sui presunti disavanzi sul bilancio comunale.

“Prendiamo atto  di questa prima confessione – si legge in una nota – e in qualità di gruppo di opposizione chiediamo al sindaco di venire in Consiglio comunale, concedendo la possibilità di ascoltare anche un nostro esperto in materia di contabilità pubblica, e si chiarisca definitivamente:

– a quanto ammonta il debito ancora da pagare nei confronti della ditta appaltatrice Tecnimont spa e se è stata pagata con quale provvista finanziaria?

– a quanto ammonta il differenziale complessivo e per capitolo specifico,  tra entrate insussistenti e debiti certi ed esigibili?

– come si intende coprire il buco certo creato dai crediti di dubbia esigibilità  già quantificati in euro 737.574,29?

– come si struttura il fondo di cassa tra fondi liberi e fondi a destinazione vincolata –  atteso che l’equilibrio 2014 è garantito dal saldo attivo?

– come trova copertura la differenza tra residui attivi e passivi riaccertati pari ad euro 2.713.000 ?

Faccia un atto di responsabilità e venga in Consiglio, coadiuvato dal Revisore dei Conti, al quale facciamo accorato appello, e dimostri per ogni residuo:

1) La motivazione della eliminazione;

2) La motivazione del mantenimento evidenziando il relativo titolo giuridico;

3) Il cronoprogramma delle eventuali reimputazioni secondo il principio della competenza finanziaria potenziata;

4) La quantificazione dell’effettivo risultato di amministrazione al netto del fondo pluriennale vincolato per spese correnti e spese in conto capitale;

5) Corredi la deliberazione del riaccertamento dei residui dai due specifici allegati riportati nell’ambito del Dlgs 126/2014: il primo (modello 5/1) che conduce alla determinazione del fondo pluriennale vincolato da iscrivere; il secondo (modello 5/2) che conduce alla (ri)determinazione del risultato di amministrazione con le sue componenti e articolazioni.

6) Dica infine se esistono o meno debiti fuori bilancio e sul punto indichi chiaramente ai responsabili di settore di porre la massima attenzione nel rispetto della normativa giuscontabile in materia di impegni di spesa in conto competenza e/o in conto residui.

E’ appena il caso di osservare che questi passaggi da attuare rappresentano il minimo indispensabile per fare chiarezza sui rischi finanziari del Comune; un comportamento contrario determinerebbe un’incertezza della parte del risultato d’amministrazione derivante dalla gestione dei residui e potrebbe implicare anche il mancato rispetto del principio di veridicità del rendiconto, potendo anche prefigurare, in casi estremi, una violazione dell’art. 476 del Codice penale.

Su questi punti – conclude la nota – il Gruppo di opposizione consiliare Buona Onda vigilerà fino a quando non sarà chiarito e opportunamente dimostrato che la gestione del Comune viene condotta secondo principi di economicità, efficacia ed efficienza della gestione e rispetto delle regole amministrative e giuscontabili, fino ad adire, qualora queste nostre grida restassero vox in desertis tutte le autorità competenti”.