Frosinone / Omicidio di Willy Monteiro Duarte, nuovo processo d’appello per i fratelli Bianchi

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FROSINONE – Ci sarà bisogno di un processo d’appello bis per i soli fratelli Marco e Gabriele Bianchi per verificare o meno la possibilità di riconoscergli le attenuanti per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne cuoco di Paliano ma di origini capoverdiane ucciso durante un pestaggio a Colleferro la notte tra il 5 ed il 6 settembre 2020 nel tentativo di salvare la vita ad un suo amico coinvolto in un’aggressione. Lo hanno deciso poco dopo le 21.30 di martedì i giudici della prima sezione penale della Corte di Cassazione che, disponendo un nuovo processo di secondo grado per i fratelli di Artena, hanno dichiarato definitive  le condanne per gli altri due imputati, 23 anni per Francesco Belleggia e 21 anni per Mario Pincarelli.

Gli ermellini hanno impiegato oltre tre ore di tempo per decidere. Al termine di una camera di consiglio hanno accolto in pieno la richiesta del sostituto procuratore generale della Cassazione Marco Dall’Olio che aveva sollecitato l’annullamento, solo per i fratelli Bianchi, della sentenza di secondo grado e celebrare così un nuovo processo di Appello per rivalutare in particolare l’accoglimento delle attenuanti generiche che il 12 luglio 2023 aveva fatto scendere la condanna dall’ergastolo a 24 anni per i due fratelli specialisti di arti marziali e aveva confermato invece le condanne a 23 anni per Francesco Belleggia e 21 anni per Mario Pincarelli.  I fratelli Bianchi e gli altri due imputati “erano consapevoli delle conseguenze dei loro colpi, estremamente violenti, inferti con tecniche di lotta Mma contro punti vitali, su un corpo particolarmente esile come quello di Willy”. Era stato categorico il Pg Dall’Olio.

Durante il pestaggio – aveva sottolineato –“Willy riceve almeno due colpi potenzialmente mortali, dopo il primo colpo riesce ad alzarsi ma nuovamente viene colpito ancora per 40-50 secondi ‘di follia’”. I legali dei due principali imputati nelle loro arringhe avevano provato a contrastare il teorema accusatorio della Procura generale. “È escluso che Gabriele Bianchi sia sceso dall’auto per uccidere Willy. È arrivato sul posto convinto erroneamente di dover intervenire in difesa dei propri amici, infatti appena arriva dice ‘qua si stanno menando’. In un momento di illogicità, così concitato, è possibile soppesare le conseguenze delle proprie azioni?”. L’aveva precisato dopo la requisitoria del Pg l’avvocato Ippolita Naso, che insieme con il collega Valerio Spigarelli, difende Gabriele Bianchi, nel processo per l’omicidio di Willy. Con una conclusione: la derubricazione dell’accusa da omicidio volontario in preterintenzionale. L’avvocato Spigarelli ha sottolineato tra l’altro come la risonanza mediatica del caso abbia influito sulla vicenda processuale, introducendo un “pregiudizio”, anche “attraverso la sistematica esclusione di documenti fondamentali”: “Gabriele è stato tramutato in un’icona della violenza” ha detto il penalista cui si sino affiancati subito dopo i legali  Marco Bianchi, gli avvocati Leonardo Bianchini e Vannina Zaru che avevano chiesto anche la derubricazione dell’accusa in omicidio preterintenzionale.

Ad esprimere soddisfazione per la sentenza della Corte di Cassazione sono stati i legali di parte civile, gli avvocati Vincenzo Galassi e Domenico Marzi, in considerazione dell’ottima e logica requisitoria” del Procuratore generale definendo “ingiusta” la concessione delle attenuanti ai Bianchi al termine del primo processo d’appello.

“Non ho visto ancora nessun segno di pentimento da parte di questi ragazzi che dimostri che hanno capito il male che hanno fatto a mio figlio”. Lo ha detto in serata, invece Lucia Duarte, la mamma di Willy che, presente per l’intera giornata all’udienza, ha commentato la sentenza  della Suprema Corte che di fatto non ha chiuso ancora il percorso processuale di una vicenda tanto tragica quanto amara e triste. A margine del dibattimento in Cassazione il sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna, ha difeso la scelta del comune di costituirsi parte civile dall’inizio del processo celebrato con il giudizio immediato davanti la Corte d’Assise di Frosinone. “La città ha deciso di non dimenticare il sacrificio di questo ragazzo meraviglioso e ha aumentato i suoi spazi, già ampi, di aggregazione per i giovani. E proprio in questi giorni si sta procedendo alla scelta del monumento in memoria di Willy che verrà eretto nella piazza bianca, che si chiama piazza Willy Montero e che è stata costruita in sua memoria anche con l’ausilio della famiglia”.

Ancora Sanna: “Ho chiesto al ministro Abodi di confermare il finanziamento ministeriale del monumento –  ha aggiunto il sindaco di Colleferro – perché credo che i ragazzi del futuro, come quelli del presente, dovranno imparare la lezione di grande generosità che Willy ci ha lasciato: un sacrificio immane fatto per difendere un amico. Dinnanzi a tanto dolore, sconforto io credo che si possa dire che i giovani di questo paese sono ancora carichi di buoni sentimenti e di buoni valori”. Se c’è il problema droga Sanna ha evitato di fare tanti giri di parole: “Colleferro è una città dove c’è la stessa situazione che c’è in tutta Italia, né di più né di meno e le forze dell’ordine fanno una grande azione di contrasto. Sono questioni che non attengono alla normalità di Colleferro. – ha concluso il primo cittadino – Credo che non è descrivendo negativamente un luogo dove accade una tragedia che si risolvono i problemi alla base di quella tragedia: serve porre più attenzione alla realtà dei fatti, essere meno superficiali e conoscere le realtà territoriali di questo paese che è una grande periferia”.