Gaeta / Vendita del piazzale dell’ex stazione ferroviaria, al via il processo presso il Tribunale di Cassino

Cronaca Gaeta

GAETA – E’ durata davvero pochi minuti martedì mattina davanti il terzo collegio penale del Tribunale di Cassino – Presidente Antonio Falchi Delitala, a latere Malvagni e Fassari – il processo nei confronti delle 13 persone che hanno avuto a che fare, direttamente ed indirettamente, con la vendita del piazzale dell’ex stazione ferroviaria di Gaeta ad una società immobiliare di recente costituzione da parte dell’ex Consorzio industriale del sud Pontino ma con l’avallo del comune di Gaeta. Che l’udienza dovesse essere veloce quanto uno sprint del miglior Marcel Jacobs lo sapevano un po’ tutte le difese. Basti pensare che in aula erano presenti i soli ex presidente del Consorzio Industriale del sud pontino Salvatore Forte e l’ex dirigente del settore urbanistica del comune di Gaeta Stefania Della Notte.

Lo stesso collegio difensivo non era al completo. E c’era una ragione tecnica. Il magistrato, che rappresenterà la pubblica accusa in questo procedimento, il procuratore capo facente funzione, il sostituto procuratore Alfredo Mattei, ha chiesto ed ottenuto l’ammissione delle prove così come hanno fatto le difese, ma non tutte. E così che il processo è stato rinviato ma per lo svolgimento bisognerà attendere dieci mesi e, più precisamente, il 28 gennaio 2025 quando saranno sentiti nove testi della Procura.

Se sei sono gli agenti del gruppo di Formia della Guardia di Finanza che svolsero le indagini con le ipotesi di reato di lottizzazione abusiva, turbata libertà d’incanto e abuso d’ufficio, i rimanenti sono politici e, più precisamente, l’ex sindaco di Gaeta Silvio D’Amante, l’attuale capogruppo del Pd Emiliano Scinicariello ed il presidente della commissione Controllo e Garanzia dello stesso comune, il consigliere d’opposizione Franco De Angelis. A chiedere alla Procura il loro intervento in Tribunale è stata la stessa Guardia di Finanza alla luce di diverse Sit raccolte durante le indagini, culminate l’11 dicembre con il rinvio a giudizio dei 13 indagati da parte del Gup del Tribunale di Cassino Claudio Marcopido.

Un fatto è certo. Che la Procura abbia deciso di “accumulare” i suoi testi in un’udienza, quella del 28 gennaio prossimo, significa che la stessa pubblica accusa vuole tentare di evitare la forca caudina della prescrizione. Il giudice Delitalia ha dimostrato di avere fretta: ha già calendarizzato una terza udienza del processo. Si svolgerà il 4 marzo del prossimo quando deporranno in aula cinque testi proposti dalla difesa dell’ex presidente del Consind Salvatore Forte. Le stesse altre difese non hanno presentato testimoni a loro favore. Trannne l’ex direttore tecnico dell’ex Consind Giampaolo Scalese e i vertici della Cavour Immobiliare, la società per la miseria di 409 mila euro acquisto una porzione dell’ex piazzale della stazione ferroviaria grazie ad una pilotata partecellizzazione della stessa strategica area a ridosso della spiaggia di Serapo

Secondo la Procura di Cassino i dirigenti e i tecnici consortili avrebbero utilizzato mezzi fraudolenti – da qui l’ipotesi di turbata libertà degli incanti – per cedere la proprietà del piazzale alla neonata “Cavour immobiliare”. Gli indagati eccellenti sono essenzialmente due, il già citato ex vice presidente del Consorzio industriale regionale Salvatore Forte e l’attuale consigliere regionale di Forza Italia Cosimino Mitrano. Guidava il comune di Gaeta quando la Giunta municipale il 2 agosto 2019 approvò la delibera numero 171 contenente la variante al Prg che, approntata dal dirigente del Settore Riqualificazione urbana del Comune Stefania Della Notte, trasformava l’ex piazzale della stazione da zona “S” (servizi scolastici e ferroviari) ai più remunerativi parcheggi. Per il Gup Salvatore Lo Mastro i vertici dell’ex consorzio industriale devono affrontare un processo perché il 14 giugno 2019, proponendo con la delibera 85 la variante urbanistica per la riattivazione della linea ferroviaria Gaeta-Formia (con la realizzazione di un nodo di scambio), proposero anche il frazionamento del piazzale nesso in vendita creando ulterori sei particelle. Da qui l’accusa di lottizzazione abusiva per la presunta violazione del Dpr 380 del 2001.