Gaeta / Rifiuti: ritardi affidamento servizio alla “De Vizia Transfer”, gli attacchi dei Cinque Stelle

Attualità Gaeta

GAETA – Quante responsabilità dell’assessore all’ambiente del comune di Gaeta Diego Santoro sui ritardi – quasi 11 mesi rispetto allo svolgimento della gara d’appalto – con cui nell’autunno la Giunta Leccese ha sottoscritto il contratto per l’affidamento del servizio del ciclo Rifiuti alla De Vizia Transfer. Le elenca il Movimento Cinque Stelle dopo il rimballo di responsabilità che c’è stato nella ultime sedute della commissione Controllo e garanzia del comune tra la dirigente del Dipartimento Ambiente del comune Stefania Della Notte e la segretaria generale (e responsabile dell’anti corruzione dell’ente) Patrizia Cinquanta che dello stesso settore per un periodo di tempo (lo stesso in cui venne espletata la miliardaria gara d’appalto) è stata responsabile ad interim.

Il dirigente del M5s Simone Avico ha preso atto come all’ultima seduta della commissione Trasparenza abbia partecipato (in quanto convocato dal presidente Franco De Angelis) il Responsabile unico del procedimento, l’ingegner Giandomenico Valente, ma ora chiama pesantemente in causa – come detto – l’assessore all’ambiente del comune di Gaeta Diego Santoro.

“In questo rimballo di responsabilità tra dirigenti e funzionari l’unica certezza è l’assenza ingiustificabile a tutte e tre le Commissioni Controllo e Garanzia dell’assessore Santoro, l’unico organo politico dedito a fornire spiegazioni sul tema -. Osserva Avico – L’assessore Santoro, eludendo in pieno le sue responsabilità, ha scelto di adottare un comportamento pienamente censurabile, irrispettoso dell’assise comunale e conferma la sua totale inadeguatezza al ruolo rivestito da inizio consiliatura. Abbiamo registrato l’audizione nella seduta del 1 marzo scorso del reponsabile Unico del Procedimento. Su richiesta del Presidente di Commissione Franco De Angelis, ha affermato come il servizio rifiuti potesse anche svolgersi per due anni senza la firma del Contratto. Non condividendo pienamente questa analisi e, chiedendoci in base a quale dato si faccia riferimento al termine di due anni, ci rifacciamo a una sentenza del Consiglio di Stato del 22 febbraio scorso che afferma testualmente che il termine della stipula del contratto non può essere rimesso ad libitum alla stazione appaltante anche e soprattutto a tutela dell’aggiudicatario”.

“Inoltre, come da un lato sottolineato nel nostro documento e come dall’altro richiesto insieme ad altri correlati dal Presidente di commissione nell’atto di convocazione, non è stato possibile visionare il verbale redatto dalla commissione di Gara, la quale, nel caso in cui avesse operato secondo cegge, dovrebbe aver prima esaminato gli svariati illeciti della De Vizia Transfer spa e conseguentemente specificato le motivazioni poste a supporto della decisione di non escludere la ditta dalla gara. Resta poco chiaro il motivo dell’assenza di questi verbali di gara dal fascicolo presentato dall’ingegner Valente in commissione – ha aggiunto polemicamente Avico – Difatti è pressoché molto probabile che una prima vera risposta al ritardo di sottoscrizione del contratto può giungere da questi atti. Risultano, infine, irrisolte tutte le domande poste in tema e, cioè, come si sia potuto svolgere un Servizio con modalità diverse dal capitolato di gara pur essendo stato compensato allo stesso modo. In merito al ruolo del Dec – ha specificato Avico – ci si chiede, ancora una volta, come questo abbia potuto attestare la regolarità del servizio consentendo la liquidazione del compenso mensile alla ditta. Il tutto senza un Piano Operativo di Svolgimento per nove mesi”.

Il pressing del presidente della commissione TrasparenzaDe Angelis sul tema proseguirà anche nella prossima seduta. L’obiettivo è – come anticipato da Avico – esaminare i verbali di gara dai quali potrebbe emergere la verità circa i ritardi di 11 mesi sulla sottoscrizione dell’accordo di servizio. Che ci sia “ancora tanto da chiarire” lo tiene a precisare concludendo lo stesso Avico: “Continueremo a svolgere la nostra parte, coscienti del fatto che non si tratta di mere questioni tecniche ma di procedimenti meritevoli di piena trasparenza, sopratutto alla luce dell’esoso costo annuale del servizio di circa 7 milioni di euro: sia svolto ‘almeno’ nella piena legalità.”