Terracina / Caso di malasanità, dimessa nonostante l’aneurisma: l’Asl disserta la mediazione

Cronaca Latina Terracina

TERRACINA – La mandano a casa dal pronto soccorso dell’ospedale “Alfredo Fiorini” di Terracina e si rompe l’aneurisma. La donna, di 58 anni, rischia la vita e, dopo essere salvata in emergenza al “Goretti” di Latina, decide di citare in giudizio l’Asl che non si presenta al tentativo di mediazione. I fatti in questione risalgono al febbraio 2022 quando la donna si rivolse al “Fiorini” su consiglio del medico curante che, conoscendo bene la storia clinica della paziente (soffriva di ipertensione), le ha raccomandato che in caso di alzamento della pressione con forte mal di testa poteva riferirsi ai segni di un aneurisma cerebrale in via di rottura.

La donna, accompagnata dal marito, aveva spiegato ai sanitari del nosocomio terracinse di aver avuto un attacco improvviso di mal di testa esageratamente forte da farle perdere l’equilibrio, di aver vomitato con mancamenti ad occhi aperti con appannamenti e nausee. Dopo due ore di pronto soccorso – ha scritto nella citazione in giudizio, il legale della 58enne, l‘avvocato Renato Mattarelli – veniva rimandata a casa senza una diagnosi differenziale ad esclusione di patologie e/o rischi gravi per la salute e per la vita.

L’avvocato Mattarelli, nel ripercorre la vicenda clinica, ha evidenziato che “…deve imputarsi ai sanitari del Dea di Terracina la mancata attuazione della più ampia attività di precauzione e prevenzione esclusiva del medico dell’urgenza-emergenza con l’obiettivo di evitare gli eventi avversi che non possono essere esclusi, come appunto l’emorragia subaracnoidea e la rottura di aneurismi…”. Il Tribunale di Latina ora dovrà quindi accertare se il personale sanitario di Terracina, abbia osservato le linee guida dei medici dell’emergenza-urgenza che, scrive l’avvocato Mattarelli, hanno obiettivi diversi rispetto ai medici dei reparti ospedalieri chiamati a fare diagnosi e terapie.

Il legale spiega nell’atto di citazione contro l’Asl di Latina che il compito dei sanitari del pronto soccorso di Terracina era quello di fare la facile diagnosi dell’aneurisma in fase di rottura già sulla base dei sintomi e dei segni e comunque con la Tac che la 58enne avrebbe più volte inutilmente richiesto. In ogni caso, anche in mancanza del dovuto intuito diagnostico di un caso facile e cosiddetto “scolastico”, la donna non doveva essere dimessa dal pronto soccorso solo dopo due ore ma trattenuta in osservazione fino alla conclusione del percorso diagnostico “differenziale” per la esclusione di rischi di repentina evoluzione mortale come la rottura dell’aneurisma cerebrale avvenuta a poche ore delle dimissioni.

Nelle prime ore della mattina successive alle dimissioni, la donna avvertì un colpo fortissimo con abbassamento della palpebra di un occhio. Dopo la nuova corsa al pronto soccorso la paziente, con un’emorragia cerebrale in corso si è sentita letteralmente dire dai sanitari: “…Ora si che è il caso di fare la Tac!…” motivando in questo modo che il giorno prima non sarebbe stato necessario! La donna, trasferita a Latina, è stata così salvata dai chirurghi cardiovascolare del “Goretti” di Latina riportando tuttavia danni psico-fisici permanenti, riassunti nell’atto di citazione in giudizio dall’avvocato Mattarelli in una paralisi del nervo cranico; abbassamento permanente della palpebra di un occhio e perdita della vista; semi paralisi facciale; mal di testa continuo; deformazione del viso e depressione reattiva.