Formia / Pastificio Paone, rinnovata per soli due mesi la cassa integrazione straordinaria

Cronaca Formia

FORMIA – Un’agonia senza fine. Proseguirà sino al 3 marzo la cassa integrazione straordinaria per i lavoratori superstititi del pastificio Paone di Formia. Lo ha deciso lunedì la Regione Lazio che, incontrando in video conferenza i delegati aziendali della Flai Cgil e della Uila Uil e le rsu interne, ha deciso di accogliere la disperata richiesta dell’amministratore della “Domenico Paone srl”, il manager italo argentino Alejandro Octavio Quentin di concedere la parte residuale della Cig che, per la durata di un anno, scadrà appunto il 3 marzo 2024, meno di un mese.

La Regione ha deciso di finanziare l’ammortizzatore sociale con effetto retroattivo a decorrere dal gennaio scorso e, dunque, per la durata massimale concedibile: due mesi. La riunione di lunedì escluso – ma c’era da attenderselo – l’allungamento della cassa dopo il 3 marzo. Quindi crescono i timori che a quella data, senza fatti nuovi, i 29 ex dipendenti del pastificio di Penitro possano essere definitivamente licenziati. In effetti la cassa integrazione straordinaria è stata al fotofinish concessa dalla Regione Lazio perchè è ancora formalmente in piedi la composizione negoziata proposta lo scorso ottobre al Tribunale civile di Roma dalla Corex di Battapaglia che, già proprietaria dello stabilimento formiano, aveva proposto, grazie all’offerta economica di due milioni di euro, di subentrare nella titolarità e nella gestione delle linee di produzione e degli stessi organici. Ma qualcosa di imprevisto – come da noi anticipato il 7 febbraio scorso – si è inceppato è successo negli ultimi giorni: una delle condizioni poste dalla Corex era quello di assorbire gran parte dei dipendenti, tranne che gli amministrativi.

Quest’ultimi, più precisamente quattro unità, tre dei quali appartenenti alla stessa famiglia Paone, non hanno voluto raggiungere un accordo con la loro vecchia società di cui sono ancora dipendenti “la Domenico Paone srl” che prevedeva il riconoscimento soltanto del trattamento di fine rapporto ed il versamento il 60% del salario per le festività non godute. La mancata transazione potrebbe far saltare l’intero accordo finalizzato alla ripresa del ciclo produttivo del pastificio realizzato nella zona industriale di Penitro. Se la “Domenico Paone srl” ha avvicendato la sua assistenza legale, sta correndo il rischio, saltata l’efficacia del concordato preventivo, di incorrere in quello più severo del liquidatario semplificato. Insomma il prologo del fallimento.

A pagare le conseguenze più gravi saranno le stesse maestranze con l’incubo della disoccupazione ma, dal 4 marzo 2024, senza alcun “ombrello” economico pubblico. A trarne paradossalmente vantaggi, a causa delle divisioni esitenti all’interno della famiglia Paone e tra le stesse maestranze, potrebbe essere la Corex di Battipaglia che, già proprietaria dello stabilimento grazie al concordato preventivo autorizzato nell’autunno 2019 dal Tribunale civile di Cassino (poi confermato dalla Corte d’Appello), aveva avuto il via libera dagli advisor nominati dal Tribunale civile di Roma di subentrare anche nella gestione dell’azienda con l’acquisizione delle linee di produzioni e del logo industriale.

La Corex aveva ed ha l’intenzione di rimettere in moto il ciclo produttivo anticipando la volontà di versare indirettamentee poco più di due milioni alla “Domenico Paone srl” a fronte di un’esposizione debitoria di sei…Il passaggio delle consegne non è mai avvenuto e l’importo per subentrare nella gestione del pastificio formiano potrebbe subire un taglio tra il 20 ed il 30% per la mancata riattivazione, dopo un anno, del ciclo produttivo. Alla Corex non serve altro che attendere il 3 marzo. La volontà – ha fatto sapere l’azienda di Battipaglia – di assorbire quello che resta dei vecchi livelli occupazionali rimane ma se i dipendenti dovessero essere licenziati o dimettersi per giusta causa la società salernitana non avrebbe più condizioni da rispettare: il pastificio diventerebbe completamente suo con la libertà assoluta di assumere chi vuole e definire una qualsiasi attività industriale. A quel punto il disastro ed il karakiri di una rinomata attività economica e produttiva di Formia sarebbe praticamente completo. Come nelle previsioni.