Frosinone / Delitto Serena Mollicone, i commenti dopo lo svolgimento dell’udienza inaugurale [VIDEO]

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FROSINONE – La rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale avanzata dalla Procura generale nell’udienza inaugurale del processo d’appello per la morte di Serena Mollicone è stata commentata dalle parti con prevedibili contrapposti stati d’animo. Dopo una breve camera di consiglio i giudici d’appello – presidente Vincenzo Capozza – hanno deciso che un primo confronto tra i consulenti e i periti delle diverse parti ci sarà nell’udienza del 20 novembre e non è escluso che possa proseguire in quelle nel frattempo calendarizzate a dicembre, il 7, il 14 ed il 21. L’iniziativa di riaprire il dibattimento è stato positivamente accolta dai legali delle sette confermate parte civili, Maria e Fabio Tuzi, Armida, Consuelo e Antonio Mollicone, il Comune di Arce e la stessa Arma dei Carabinieri, assistire dagli avvocati Elisa Castellucci, Sandro Salera, Tony Iafrate, Dario De Santis, Federica Nardoni, Antonio Radice e dall’Avvocatura dello Stato.

Non è così frequente la riapertura di un processo, evidentemente la Corte vuole rendersi conto dell’attendibilità della sentenza di primo grado”. Lo ha detto nell’intervista video allegata l’avvocato Sandro Salera, il legale di parte civile di Consuelo Mollicone, la sorella di Serena. “Si parte con i consulenti tecnici e poi vedremo nelle altre udienze” ha aggiunto.

“Siamo contenti, dopo 22 anni vogliamo che si faccia sempre più luce su questo caso e che si ascolti il contributo di tutti.- ha dichiarato lo zio paterno di Serena, Antonio Mollicone – Perché avere preclusioni? Noi non le abbiamo mai avute: chi sa la verità la dica, in questo modo i giudici potranno interpretare”.

Sono in parte fiduciosa e spero che si cominci a sentire questa giustizia” hanno dichiarato le sorelle di Serena, Armida e Consuelo, prima di entrare in aula per rinnovare la loro costituzione di parte civile. Erano affiancate da Maria Tuzi, la figlia del brigadiere suicida Santino che – come detto – si è costituita anche lei parte civile insieme al fratello Fabio: ”Non nascondo che c’è un po’ di ansia che cresce sempre di più, siamo ottimisti e siamo sicuri che questa volta andrà tutto per il meglio” – ha concluso.

Si sono pronunciati diversamente nei loro interventi i legali della Famiglia Mottola, gli avvocati Maurizio Marsella, Piergiorgio Di Giuseppe che, unitamente al criminologo di parte Carmelo Lavorino, hanno definito indiziario il dibattimento al via.

L’avvocato Marsella ha contestato l’accoglimento dell’istanza del Pg perché l’apertura di una fase dibattimentale sarebbe dovuto essere richiesta in occasione della presentazione dell’appello e non nelle fasi iniziali del processo di secondo grado. “Pur rispettandola, non condividiamo la decisione assunta giovedì mattina dalla Corte d’Assise d’appello di Roma circa la rinnovazione dell’istruttoria. Si tratta di una decisione che appare, secondo noi, processualmene illegittima e nel merito irrilevante, alla luce dell’ampia e fin troppo esaustiva istruttoria dibattimentale svolta in primo grado. Ad ogni modo, come abbiamo sempre fatto, replicheremo estensivamente e puntualmente alle questioni che saranno affrontate dai consulenti della Procura Generale e lo faremo sia attraverso i nostri consulenti e sia anche attraverso la forza della verità. D’altronde le numerose impronte digitali rinvenute sul corpo di Serena Mollicone e sui reperti circostanti al cadavere, e sono decine, non appartengono a nessuno degli imputati e non hanno, con essi, alcuna attinenza: da li dovrà passare la conferma dell’assoluzione già pronunciata”.

Per il legale dell’ex Carabiniere originario di Itri, Francesco Suprano, l’avvocato Emiliano Germanim la decisione di riaprire il dibattimento “lascia il tempo che trova. Il processo di Cassino ha abbondantemente dimostrato – ha rimarcato concludendo – come siano andati veramente i fatti dopo lo svolgimento ben 52 udienze nel corso del processo di primo grado”

INTERVISTE Sandro Salera, legale parte civile Consuelo Mollicone e Carmelo Mollicone

 

Carmelo Lavorino, portavoce difesa famiglia Mottola