E se l’incendio che domenica pomeriggio ha interessato una parte dell’impianto della Rida di Aprilia – a causa del quale quarantadue comuni delle province di Latina e Roma non potranno conferire per un paio di giorni i propri rifiuti indifferenziati presso l’impianto di via Valcamonica – potrebbe finire, suo malgrado, nel contenzioso instauratosi tra i vertici della Futuro Rifiuti zero ed il Csa di Castelforte circa l’improvvisa interruzione del rapporto contrattuale grazie al quale i rifiuti indifferenziati prodotti dai comuni di Formia e Ventotene sono stati delocalizzati presso la Saf di Colfelice?
La controversia sarà diramata il 13 settembre quando il Tar del Lazio-sezione di Latina sarà chiamato a discutere il ricorso del Csa che ha impugnato la determina dell’amministratore unico della “Frz” Raffaele Rizzo perché a suo dire – l’impianto di Castelforte era inidoneo perché non provvisto del trattamento meccanico biologico. La Regione Lazio lunedì sera ha dichiarato e scritto il contrario.
Nello specifico il direttore regionale “Ciclo dei Rifiuti” Wanda D’Ercole e il dirigente ad interim della area rifiuti Leonilde Tocchi hanno detto una nuova ed interessante cosa che sconfessa l’operato industriale della Frz. Con l’impianto della Rida a mezzoservizio – sono in corso i lavori di bonifica l’area interessata dall’incendio e gli accertamenti dell’Arpa Lazio – la Regione ha informato i 42 comuni che trasferivano i rifiuti ad Aprilia che possono utilizzare le strutture autorizzate dalla Regione Lazio. E il nome del sito del Csa di Castelforte campeggia in un elenco in cui sono menzionati quelli della Saf di Colfelice, dell’Ecologia Viterbo, dell’Ecosystem spa di Pomezia, di “Porcareelli Gino & Co” di Roma e della Refecta di Cisterna.
Queste disposizioni ubicative e logistiche sono state ipotizzate in una lettera in cui, in attesa “del completo ripristino della funzionalità del biofiltro” della Rida, sono stati informati gli assessori regionali al ciclo dei rifiuti e all’ambiente, Fabrizio Ghera ed Elena Palazzo, l’Arpa Lazio (sezione di Latina e dipartimento Pressioni sull’ambiente) ed il settore ecologia e tutela del territorio della Provincia di Latina
Il presidente dell’ente di via Costa (e sindaco di Minturno) ha “approfittato” del rogo che ha danneggiato parte della struttura della Rida per lanciare un nuovo monito alla Regione a fare presto, modificando la sua stessa legge istitutiva per rendere “operativi gli Egato provinciali al più presto. La Regione ha l’obbligo di costituire gli ambiti territoriali ottimali provinciali attribuendo così agli organismi in questione i poteri necessari per affrontare non soltanto la riorganizzazione del sistema di raccolta e smaltimento ma anche di governare eventuali situazioni di emergenza come quella verificatisi nell’impianto di Aprilia che a causa di un incendio è stata costretta a chiudere parte degli impianti costringendo i Comuni a cercare un sito alternativo dove conferire l’indifferenziato”.
Il monito di Stefanelli è finalizzato allattivazione della autorità territoriali su scala provinciale. Secondo il testo approvato ai nuovi organismo spetta l’ affidamento del servizio di gestione dei rifiuti mediante procedura ad evidenza pubblica o tramite affidamento in house; la determinazione della tariffa per la gestione dei rifiuti urbani; l’organizzazione di adeguati sistemi di raccolta differenziata e alla promozione delle misure di prevenzione della produzione dei rifiuti urbani; il monitoraggio degli impianti disponibili; la disciplina dei rapporti tra i soggetti affidatari dei servizi e al controllo della gestione dei servizi.
“La questione della gestione del ciclo dei rifiuti – ha aggiunto il presidente della Provincia – continua ad essere prioritaria per chi è chiamato ad amministrare i territori, vale a dire i sindaci che, in assenza di altri soggetti deputati a decidere, devono spesso trovare soluzioni efficaci in tempi rapidi quando si verificano emergenze. La legge per l’istituzione degli Egato esiste: nel caso in cui non ne condividesse il contenuto o alcune sue parti invito la Regione apporti le modifiche che ritiene opportune alla legge istitutiva ma renda operativi gli Egato al più presto . Questo vuoto gestionale – ha concluso Stefanelli – non giova a nessuno e rende la vita più difficile ai sindaci e alle comunità”.