Formia / Tamberi oro ai Campionati mondiali di atletica leggera: annunciata una grande festa in città!

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FORMIA – È ora nella leggenda dello sport italiano, protagonista di una vera festa popolare. La vittoria di Gianmarco Tamberi nella prova del salto in alto ai Campionati mondiali di atletica leggera di Budapest ha evidenziato – semmai ci fosse stato ancora bisogno- dell’importanza del centro di preparazione olimpica “Bruno Zauli” di Formia nel comportamento degli atleti di punta del movimento dell’atletica leggera azzurra e anche di altre discipline sportive. Se importanti rappresentanti azzurri hanno deciso da tempo con le rispettive strutture tecniche di stare lontano dal “Bruno Zauli” di Formia, Gimbo Tamberi da persona vincente ed intelligente qual è da sempre è andato controcorrente “preparando” in incognito il suo primo successo iridato sulla pedane del centro di preparazione olimpica di Formia.

Il saltatore in alto marchigiano delle Fiamme Oro a Budapest ha centrato un tris che mancava all’atletica leggera da 39 anni quando Alberto Cova dal 1982 al 1984 ha vinto nell’ordine i titoli europei, mondiali ed olimpici sui 10mila metri. Avrebbe potuto raggiungere questo risultato quest’anno Marcell Jacobs sui 100 metri dopo l’oro olimpico ed europeo conquistati nel 2021 a Tokyo e lo scorso anno a Monaco di Baviera ma lo sprinter italo americano non è riuscito a conquistare neppure la finale iridata di Budapest. Gimbo Tamberi sì, grazie alla “clausura” soft del “Bruno Zauli” che, consigliata pare dal presidente del Coni Giovanni Malagò, gli ha permesso di cogliere quella medaglia ai campionati mondiali da otto anni dopo i flop dal 2015 in poi a Pechino, Londra 2017, Doha 2019 e Eugene lo scorso anno.

La voglio con tutto il cuore! Quell’unica medaglia che mi manca e che inseguo da 8 anni…” aveva scritto Tamberi alla vigilia di scendere in pedana martedì a Budapest e di laurearsi campione del mondo dell’alto con 2.36 battendo lo statunitense Juvaughn Harrison e l’amico qatarino (condivide il titolo olimpico di due anni fa a Tokyo) Mutaz Barshim, terzo con soli 2.33 centimetri. Tamberi, sebbene sia il capitano della spedizione azzurra a Budapest, è stato l’ultimo a volare in Ungheria per ultimare la rifinitura al “Bruno Zauli” accerchiato dall’amichevole ciurma dei giovanissimi atleti dell’Atletica Formia Poligolfo del duo Dimitri Chinappi e Vincenzo Scipione (“Complimenti da parte di tutti i ragazzi della Formia Atletica al neo Campione del Mondo di salto in alto Gianmarco Tamberi… solo una parola, anzi due ‘Tanta roba’).

“Gimbo” a Formia ha capito di essere pronto a conquistare l’ultimo alloro che mancava nel suo palmares: “ Ho fatto veramente tutto quello che era nelle mie possibilità per arrivare il più preparato possibile all’evento più importante dell’anno e adesso, vi giuro, non vedo l’ora di scendere in pedana – aveva scritto appeno giunto a Formia la scorsa settimana – e far venir fuori il frutto di ogni singola goccia di sudore versata negli ultimi 365 giorni. È una sfida enorme ma la voglia di provarci lo è ancora di più! Come sempre ho bisogno di tutto il vostro supporto per provare a raggiungere quella cosa che mai nessuno è ancora riuscito a fare nella storia del salto in alto. Manca solo quella medaglia che sogno da anni… sarà dura, durissima, ma voglio provarci e soprattutto credere che sia possibile fino alla fine!”.

Il titolo mondiale di Budapest assume una valenza tecnica non secondaria perché Tamberi aveva deciso lo scorso anno di divorziare sul piano tecnico da papà Marco e di affidarsi da marzo 2023 ad una nuova struttura capeggiata dall’ex azzurro Giulio Ciotti, dal preparatore atletico Michele Palloni e dal fisioterapista Andrea Battisti. A loro nonché a mamma Sabrina e alla moglie Chiara ha dedicato l’oro mondiale.

“Pazzesco – aveva esclamato Tamberi ai microfoni di Raisport – e non riesco neanche a sentirmelo dire che sono campione del mondo! È una sensazione unica, riuscire a battere atleti che sembrano superiori. Quando sono entrato nello stadio ho visto quanti italiani c’erano, quanto erano carichi, e mi sono detto: ‘è la tua serata’… Sapevo di star bene, anche se domenica ho fatto una qualificazione orrenda, ma ho archiviato tutto e ho cercato quello che dico nei miei discorsi da capitano agli azzurri: credere che tutto è possibile e sognare in grande, alla fine è successo. Prima della gara ho fatto un ottimo riscaldamento, uno dei migliori della mia vita, e avrei potuto solo distruggere tutto con la mia testa. Conosco gli avversari, sapevo che poteva servire più di 2,38 per vincere. Ho cercato di essere me stesso in pedana, di rimanere concentrato, e a 2,36 mi sono reso conto che era un possibile match point. Se c’è un’opportunità, devi mettercela tutta e ho avuto l’ennesima conferma che quando conta riesco a tirare fuori la parte migliore di me. È bello raggiungere quello che si sogna. Mi sento ripagato di tutti i sacrifici fatti, so quanto ho investito nel mio team e questo non è uno sport individuale, se c’è un lavoro di squadra che richiede tanta dedizione. Quando si cambia guida tecnica dopo dodici anni si esce dalla comfort zone e la paura è tanta, mi sono caricato di tante responsabilità. Mio papà Marco mi ha insegnato a saltare, quello che ho fatto oggi è anche grazie al percorso condotto insieme a lui. Non è stato facile separarmi da lui, digerire un cambiamento del genere, non ci parliamo da tanto tempo ma è merito anche di quello che mi ha insegnato. Devo ringraziare Giulio Ciotti e Michele Palloni per come si sono approcciati a questa nuova sfida, un team affiatatissimo. Fa piacere sapere di ispirare i giovani, spingere i ragazzi ad avvicinarsi ai campi di atletica: è bellissimo, sono loro a darci la forza”.

Se nella vita (come nello sport) tutto torna, Tamberi è stato travolto da una valanga di complimenti e felicitazioni. Le prime al telefono sono state del presidente del Coni che dal palco di “Mediterranea – La civiltà blu” in corso di svolgimento a Sabaudia: . “Gimbo hai vinto Europei, Olimpiadi e i mondiali dopo l’oro olimpico. È tanta roba Complimenti fenomeno. Che goduria!”.

“Quanto godo” ha risposto Gimbo da Budapest. In quel momento dalla platea della città delle dune è scattato un forte e prolungato applauso spontaneo per Tamberi.

A convincere Tamberi a prepararsi a Formia è stato in persona il direttore tecnico del Cpo “Bruno Zauli”, il bi campione olimpico del canottaggio Davide Tizzano: “Gimbo è il nostro orgoglio – ha detto – E’ chiaro che offriamo il massimo a tutti gli atleti nostri ospiti e ammetto che un occhio di riguardo lo rivolgiamo ad un campione olimpico come lui ed ad un ragazzo serio, motivato, educato, rispettoso e capace di coinvolgere chi frequenta il centro, dal più piccolo al più grande atleta presente. C’è una scena dell’ultimo raduno che non dimenticherò facilmente: mentre preparava i salti chiamava vicino alla pedana tutti i ragazzi presenti in quel momento ad avvicinarsi e a fare il tifo. Per noi questa è una cosa meravigliosa e dico che Tamberi potrebbe allenarsi in qualsiasi parte del mondo per essere capace di produrre un effetto traino”. Il direttore Tizzano ci ha fornito una rivelazione: “Gimbo ci ha chiesto di dormire in un letto speciale, su materasso fatto su misura per lui. D’altronde chi vince deve avere rispetto e attenzioni”.

Tamberi appena tornerà in Italia riceverà un invito da parte del comune di Formia a partecipare ad una grande che la città gli preparerà sulla falsariga di quella che l’ex sindaco Sandro Bartolomeo allestì nel 2003 a Peppe Gibilisco quando il saltatore con l’asta siracusano – ma formiano d’adozione – vinse i mondiali a Parigi Saint Denis. Lo ha annunciato l’attuale primo cittadino Gianluca Taddeo: “Lo aspettiamo al più presto per festeggiare insieme l’oro mondiale. Per completare una carriera fenomenale mancava soltanto quell’oro che è arrivato puntuale nella notte ungherese dell’evento clou della stagione”.

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