GAETA – “Il sindaco Leccese ha dato mandato alla segretaria generale e all’avvocatura comunale di denunciarmi? Magari…Non vedo l’ora che ciò accada. Così molti nodi verranno al pettine…una volta tanto”. Volano gli stracci in queste ore a Gaeta dopo il durissimo scontro verbale tra il sindaco Cristian Leccese ed il capogruppo consiliare del Pd che durante i lavori del consiglio comunale di lunedì aveva chiesto di conoscere le ragioni, semmai ci fossero, del mancato avvio della procedura per l’acquisizione al patrimonio comunale del piazzale della stazione ferroviaria oggetto di una delicata inchiesta della Procura di Cassino con l’ipotesi di reato (a carico di alcuni tecnici comunali, della Giunta Mitrano in carica nel 2019 e dei vertici dell’ex Consorzio Industriale del sud pontino) di lottizzazione abusiva e di concorso in abuso d’ufficio.
Il capogruppo Dem Scinicariello era intervenuto in aula nei giorni in cui circolano diverse indiscrezioni – al momento non trovano alcun fondamento – in base alle quali, dopo la conclusione delle indagini preliminari da parte del sostituto procuratore Chiara D’Orefice, il Tribunale di Cassino avrebbe disposto lo svolgimento l’udienza preliminare in occasione il Gup sarà chiamato a valutare la richiesta di rinviare a giudizio o meno i 13 indagati e, tra questi, l’ex sindaco di Gaeta e neo consigliere regionale di Forza Italia Cosimino Mitrano.
Sarà stato anche questo clima pesante ma il capogruppo Dem Scinicariello non avrebbe mai immaginato che il sindaco Leccese avesse perso il suo riconosciuto garbo non tanto per l’argomento che si stava affrontando in quel momento (un’interrogazione dell’ex sindaco Silvio D’Amante circa la presunta presenza di una ditta vicina alla camorra nell’opera del Consorzio Industriale per la riattivazione dell’ex ferrovia Gaeta-Formia) quanto per il ritardo dell’iter finalizzato all’inizio della verifica della procedura per il trasfetimento del piazzale dell’ex stazione ferroviaria nel patrimonio immobiliare del comune. Scinicariello, di fatto, stava ricordando al sindaco Leccese che sabato scorso ha inviato una lettera – sottoscritta dagli altri due consiglieri comunale d’opposizione, Silvio D’Amante e Sabina Mitrano – per “dare sollecita attuazione alla delibera consiliare approvata all’unanimità il 4 maggio scorso” che, recependo una mozione elaborata e definita dopo una lunga concertazione tra maggioranza e opposizione, dava il via libera alla procedura per la confisca dell’ex piazzale della stazione ferroviaria.
Lo stesso consigliere Scinicariello, tra lo stupore e l’imbarazzo di diverse componenti della maggioranza consiliare, non avrebbe mai immaginato – secondo quanto ha rivelato – di dialogare con un “sindaco Leccese quanto mai nervoso e contrariato nel rispettare un deliberato da lui avallato come ‘storico’ meno di un mese fa…”. Qualcuno ha contribuito a far cambiare idea, all’interno e all’esterno del perimetro della sua maggioranza, al sindaco di Gaeta? O quella delibera “storica” del 4 maggio è stata avallata troppo frettolosamente con la maggioranza che non ha compreso appieno la sua importanza politico-amministrativa?
Il capogruppo del Pd fa ricorso all’autoironia quando sostiene di essere “in attesa di ricevere la solita e preannunciata querela, che non arriverà mai, del sindaco Leccese”. Ricorda invece la bontà del suo monito anticipato nella lettera del 27 maggio e rinnovato in consiglio comunale lunedì pomeriggio: “Non ho fatto altro che ricordargli l’importanza del voto unanime e favorevole al testo definitivo della mozione da noi presentata e discussa dopo una lun ga attesa. Nel dispositivo recitava testualmente: ‘impegna il Sindaco e la Giunta Comunale a dare incarico al Dirigente competente, e terzo rispetto alla vicenda, di intraprendere, una volta verificata l’eventuale sussistenza degli elementi utili a tal fine, la procedura di acquisizione al patrimonio comunale dell’intera area della ex-Ferrovia, compreso l’edificio della ex-stazione quale immobile funzionale alla pubblica utilizzazione dell’area, oggetto della vendita di cui in premessa”.
Scinicariello chiedeva a Leccese se avesse o meno individuato il dirigente ‘terzo’ abilitato ad effettuare questa verifica e invece il primo cittadino che, risentito, ha risposto in questi termini: “La procedura inizierà solo in caso di una sentenza penale o venissero riscontrati illeciti amministrativi. Mi sto sforzando di capire cosa vi aspettiate da me”. Questa risposta di Leccese, che per le minoranze ha rasentato il “gratuito qualunquismo”, ha mandato su tutte le furie il capogruppo del Pd Scinicariello che per questa affermazione forte rischia guai giudiziari con l’ipotesi di reato di diffamazione: “Io non riesco a capire perché non si debba fare nell’interesse….(la procedura di confisca dell’ex piazzale della stazione) evidentemente per qualcuno l’interesse privato è molto più importante dell’interesse della città di Gaeta”.
In attesa che la segreteria generale e responsabile dell’anticorruzione del comune di Gaeta Patrizia Cinquanta formalizzi – come annunciato dal sindaco Leccese – la querela contro il capogruppo Scinicariello, il muro contro muro delle minoranze potrebbe concretizzarsi per dare seguito alla parte conclusiva della delibera del 4 maggio allorquando si chiedeva – come detto – di dare sollecita attuazione alla mozione approvata all’unanimità dal consiglio comunale “significando che ogni ulteriore ritardo potrebbe comportare ipotesi di omissione valutabile dagli organi competenti”.
Secondo quanto è trapelato nelle ultime ore di questa contromossa legale delle minoranze di centro sinistra è stato informato il presidente del consiglio comunale di Gaeta Davide Speringo che il 4 maggio aveva autorizzato la discussione prima e l’approvazione poi della mozione che – sec ondo il capogruppo del Pd – “qualcuno ha disconosciuto dopo soltanto un mese. La querela annunciata contro di me? Magari venisse presentata anche se so non ciò accadrà mai. Se avvenisse, sarebbe la più grande azione a tutela e salvaguardia di un interesse pubblico della mia città”.