Omicidio Piccolino, tesi discordanti tra i criminologi

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FORMIA – Un killer professionista? Un dilettante? O che altro? Sono queste le domande che in questi giorni si stanno facendo molti e tra questi anche i criminologi. Ha fatto scalpore la tesi del criminologo Carmelo Lavorino, che su Facebook parlava di un assassino non professionista e piuttosto distratto (LEGGI QUI).

Immacolata Giuliani
Immacolata Giuliani

Tesi diametralmente opposta quella della criminologa Immacolata Giuliani, incaricata dal Comune di Formia in qualità di perito di parte. La dottoressa Giuliani ha dichiarato infatti che “il modus operandi dell’omicidio dell’avvocato Mario Piccolino ha chiari elementi che rafforzano l’ipotesi di una vendetta maturata negli ambienti della criminalità organizzata per eliminare un paladino della giustizia che operava in maniera concreta e operativa contro ogni forma di illegalità nel sud pontino”. Tesi rafforzata anche dall’aggressione subita nel 2009 da Angelo Bardellino colpendolo con un cric in testa e l’abbandono viscere di pesce davanti l’abitazione. La Giuliani, inoltre, sottolineava anche che “il killer non sembra essere ancora affiliato completamente all’organizzazione e che questo assassinio abbia compiuto un rito di passaggio in cui egli oggi può essere attivamente colluso con le attività criminali della zona”.

Dall’autopsia di oggi questa tesi sarebbe ancor di più avvalorata vista la precisione con cui è stato colpito alla fronte il povero avvocato, la freddezza con cui è stato compiuto l’omicidio e la disinvoltura con cui poi è scappato a volto scoperto in pieno giorno nel centro di Formia (LEGGI QUI).

Il dottor Lavorino, però, non accetta tale tesi. E ritorna sull’argomento. “Non parliamo di killer professionista”, dice il criminologo.

Carmelo Lavorino
Carmelo Lavorino

“Ho letto – continua Carmelo Lavorino – che il killer sarebbe un professionista perché ha esploso un colpo solo dall’alto verso il basso facendo inginocchiare la vittima (come nel film Gomorra). Attenzione: il killer professionista (nella fattispecie sarebbe un itinerante) non lascia tracce di sé, esplode il colpo di grazia, elimina i testimoni, si traveste, si mimetizza, non si fa notare e tanto meno descrivere; e studia la via di fuga per farla franca. Il killer di Mario Piccolino si è comportato da perfetto dilettante, quindi non è un professionista: tertium non datur!

Come mai un colpo dall’alto verso il basso nonostante l’assassino sia stato descritto basso e la vittima invece era alta e nonostante non vi sia stato nessun inginocchiamento? Come mai una linea di sparo anomala e contraria alla logica delle cose e delle descrizioni?

È ovvio, per chi s’intende di omicidi e di balistica, che fra aggressore e vittima si è svolta la cosiddetta ‘interazione dinamica omicidiaria’ ed è palese che non vi è stato alcun ‘inginocchiamento forzato alla Gomorra per umiliare la vittima’. Trattasi di dinamiche naturali e complesse!

Mario Piccolino
Mario Piccolino

Un colpo solo alla fronte con un proiettile di piccolo calibro? È un gesto omicidiario altamente simbolico e significativo della volontà di sbarazzarsi di una persona odiata esploso da un dilettante e non da un professionista. Il professionista esplode il colpo di grazia cosa che nella fattispecie non è accaduta, specialmente se il calibro è piccolo.

Esistono movente, contesto e intento primario. Il movente è interesse personale, psicologico, sociale, economico e di gratificazione. Si uccide per odio, sesso, potere, vendetta o follia. Questo è il movente. Il contesto e l’intento primario sono altre cose. Certo è che l’esecutivo (a prescindere criminalità organizzata o non) non è un killer professionista. Tanto è, il resto sono chiacchiere”.

Al di là delle diverse tesi, resta il fatto che un uomo è stato assassinato in casa propria, in maniera brutale con i tratti tipici della malavita organizzata. E la cittadinanza vuole risposte che solo gli inquirenti potranno dare. E non è secondario che le forze di polizia locali siano state esautorate per fare spazio alla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, data la particolarità del barbaro omicidio. A quanto pare, si pensa concretamente che si possa trattare di una vera e propria esecuzione di camorra (LEGGI QUI).

Le indagini sono tuttora in corso. In queste ultime ore la squadra mobile di Latina avrebbe effettuato diverse perquisizioni nelle residenze di alcuni soggetti locali con precedenti penali specifici. Gli inquirenti avrebbero effettuato anche alcune prove Stub, cercando tracce di polvere da sparo. Sugli esiti ancora non è dato sapere e tutto rimane top secret.
Giuseppe Mallozzi