Formia / Pastificio Paone, incontro in Regione per la proroga di sei mesi della cassa integrazione

FORMIA – Sbloccata nei giorni scorsi la trattativa per tentare la vendita delle due linee di produzione e dei marchi industriali e per la cessione degli attuali organici, la crisi economico ed occupazionale del pastificio è stata al centro di un primo incontro tenutosi in videoconferenza promossa dalla direzione “Lavoro, formazione e politiche per l’occupazione” della Regione Lazio. Vi hanno partecipato, tra gli altri, il dirigente Francesco Costanzo, i funzionari dell’Area” Ammortizzatori sociali e interventi a sostegno del reddito” Francesca Mazzetti e Stefano Parducci, l’amministratore unico ed il consulente aziendale della “Domenico Paone srl” Alejandro Octavio Quentin e Antonio Rocca, i funzionari di Unindustria Latina Vespasiano Di Spirito e Francesco Segreto e, in rappresentanza dei sindacati di categoria, Alfredo Cocorochhio e Stefano Morea per la Flai Cgil e Luca Lombardo per la Uila Uil.

L’obiettivo del Management della “Domenico Paone srl” è stato quello di chiedere non alla Regione ma al Ministero del Lavoro un periodo di almeno sei mesi di cassa integrazione straordinaria per cessazione attività. Ne dovranno beneficiare, a decorrere con effetto retroattivo dal 6 marzo, i 29 dipendenti del pastificio Paone in attesa di un epilogo positivo della trattativa avviata, alla luce della manifestazione d’interesse presentata, con la Corex spa di Battipaglia, la società che – strano ma vero – non è stata invitata a partecipare al primo tavolo tecnico promosso dalla Regione Lazio. Per le parti sociali la proroga dell’ammortizzatore sociale, previsto per i casi di cessazione di attività disciplinati dall’articolo 44 del decreto legge numero 109/2018, è l’unico strumento a disposizione dei lavoratori per evitare di affrontare nell’immediato “effetti traumatici” derivanti dalla crisi aziendale che parte da molto lontano.

Secondo Quentin il pastificio Paone è andato in affanno in concomitanza invece della “sentenza di sfratto emessa dal Tribunale di Cassino – si legge nel verbale d’incontro – e al fine di evitare la cessazione completa dell’attività produttiva, di dare continuità aziendale, di riprendere la produzione e mantenere i livelli occupazionali la società ha deciso di attivare il procedimento di Composizione Negoziata, quale strumento atto ad assicurare il risanamento per operare in continuità. Questo risanamento – ha aggiunto – prevede la cessione completa del ramo di azienda ad una società operante nel settore”. In questa guerra epistolare a distanza sarà la Corex giocoforza a replicare nei prossimi giorni mentre i 29 dipendenti attengono rassicurazioni sul loro già precario futuro occupazionale ed economico.

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