Latina / “L’ostetrica a casa”, il nuovo progetto promosso dall’Asl per assistere le donne in gravidanza

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LATINA -Assicurare l’assistenza alle puerpere, in particolare a quelle con fragilità familiari, sociali e culturali. S’intitola “L’ostetrica a casa” l’interessante ed innovativo progetto promosso dall’Asl di Latina con cui l’azienda sanitaria intende prendersi cura dei bisogni assistenziali delle donne, dei bambini e loro famiglie, nel percorso derivante dall’arrivo della cicogna. Si tratta di un percorso assistenziale che intende rispondere alla domanda di salute delle donne, sempre più complessa e mutevole, per far emergere una serie di bisogni di salute sinora “insoddisfatti”, in una reale ottica di promozione della salute e delle iniziative di prevenzione, assicurare l’attuazione degli standard previsti dai LEA, finalizzato al miglioramento dell’accesso, alla sicurezza e all’umanizzazione delle cure.

Per promuovere il valore sociale della maternità il progetto, nato in seno al Dipartimento Tutela delle Fragilità dell’Ask, vuole – secondo quanto afferma la direttrice generale dell’Asl Silvia Cavalli – assicurare la dovuta assistenza soprattutto alle puerpere sole, perché lontano dalle famiglie di origine (anche straniere) o per l’assenza del compagno, alle neo mamme con necessità di accudimento specifico dopo parti gemellari o prematuri, e alle mamme affette da depressione post-partum. Fulcro del percorso progettuale è l’attivazione delle competenze delle ostetriche presenti sul territorio, in primis nei consultori familiari. L’Asl pensa di dar vita alle “visite domiciliari” programmate che, accompagnando le donne e l’intero nucleo familiare, sono finalizzate garantire la continuità assistenziale alla mamma e al neonato, fornendo tutto il sostegno per superare le eventuali vulnerabilità del periodo post natale, favorire la care del neonato e promuovere l’allattamento al seno. Il rafforzamento dell’assistenza ostetrica è volta anche a sostenere la nuova famiglia nelle competenze genitoriali, intercettare eventuali problemi di disagio emotivo, anche collegati al parto quali la Blue baby syndrome/depressione post partum, o legati a forme di violenza domestica, spesso taciute, promuovere l’”empowerment” della donna come agente di salute per se e la propria famiglia nell’educazione a stili di vita sani.

La figura dell’ostetrica, per le specifiche competenze, è considerata il “case manager” del percorso di assistenza integrata e di continuità ospedale- territorio. In più dovrà attivarsi collaborando con gli altri operatori, tra cui l’assistente sociale per dare una risposta puntuale e corale ai bisogni di salute delle donne, in un contesto sanitario realmente collaborativo, orientato all’umanizzazione delle cure e ad un’efficace interazione tra fattori bio-medici, psico-sociali, economici e culturali.

Il progetto si fonda su modelli concettuali basati sulla letteratura scientifica, come il “modello di ostetrica di famiglia e di comunità”, promosso dalla Federazione nazionale Ordini Ostetrica (FNOPO) e realizzato, grazie anche ad esponenti della ASL di Latina -settore Formazione- che hanno curato sul tema la pubblicazione nel libro Bianco Salute della donna 2022 dell’Osservatorio nazionale salute della donna e di genere (Onda).

Inoltre, il Progetto è pensato per rispondere all’attuazione delle Linee programmatiche del PNRR e del decreto ministeriale 77/2022, che nella riqualificazione del sistema di cure, riservano una grandissima attenzione alla creazione e riorganizzazione di strutture intermedie e funzioni territoriali, anche con la previsione di specifiche forme collaborative multiprofessionali e interdisciplinari, nelle quali l’ostetrica di famiglia e comunità si inserisce, rappresentando un sicuro presidio sul territorio per attuare una medicina d’iniziativa e di prossimità.