Itri / “Ratzinger, la scelta. Non sono scappato”, il libro di Orazio La Rocca su papa Benedetto XVI

Attualità Eventi Itri

ITRI -“Sapeva chi ero e mi faceva registrare. Altre volte con dolcezza mi ha detto no, oppure un giorno si alzò tardissimo (alle 7) e disse: devo andare dal dentista. Rivelava se stesso con grande umanità e semplicità”. Cresce la legittima attesa per la presentazione sul territorio del sud pontino di quello che è diventato già un best seller sulla vita e sulla figura di Papa Benedetto XVI scritto dal collega vaticanista del quotidiano “La Repubblica” Orazio La Rocca. S’intitola “Ratzinger, la scelta. Non sono scappato” che, unitamente a “I miei giorni con Benedetto XVI” dell’arcivescovo Alfred Xuereb (l’attuale nunzio apostolico in Corea e Mongolia per 6 anni segretario particolare in seconda del Pontefice bavarese), sta meglio ripercorrendo l’opera e l’importanza per la chiesa di Joseph Ratzinger, dai tempi in cui guidava il Sant’Uffizio sino alle dimissioni da papa avvenute esattamente dieci anni fa.

Il libro di La Rocca terrà banco in due momenti dopo essere stato argomento di discussione in diverse interviste televisive a livello nazionale ed internazionale. Il primo è la conferenza stampa in programma giovedì mattina alle 11 presso il comune di Itri, il secondo sarà la presentazione al pubblico che l’instancabile Amedeo Masella ha organizzato sabato 25 febbraio, alle 18.30, presso la chiesa di Santa Maria Maggiore, sempre ad Itri.  Ai saluti del parroco don Guerino Piccione, del sindaco Giovanni Agresti, del neo consigliere Mazziotti sono attese le relazioni di due ospiti davvero d’eccezione; don Sergio Mercanzin, fondatore del centro “Russia Ecumenica” e amico del cardinale Ratzinger dai tempi in cui il porporato abitava a Borgo Pio e la professoressa Rosanna Virgili, biblista, scrittrice e docente di esegesi biblica dell’antico e del nuovo testamento.

Nel libro La Rocca, che concluderà la presentazione di sabato sera, ha definito “doveroso” scrivere un volume sul compianto papa Benedetto dopo che la sua morte avvenuta lo scorso 31 dicembre ìè stata “strumentalizzata — come ha detto Papa Francesco di ritorno dal suo ultimo viaggio in Africa — da gente non etica”. L’apprezzato vaticanista di Itri vi ha sintetizzato una serie di racconti “così belli e significativi” condivisi in “momenti di fraternità” avuti con il futuro Pontefice. Il volume, che gode della prefazione del fedele segretario particolare di Benedetto XVI, Monsignor George Ganswein, contiene anche curiosi episodi di Joseph Ratzinger riferiti a La Rocca: i panini in campagna e gli aneddoti a cena, come quello sul vestito da professore universitario in Germania negatogli dal sarto che lo aveva scambiato per un allievo. E poi i ricordi della scuola in Baviera, le risate “di cuore” per alcune barzellette, l’amore per la sorella Maria e il fratello sacerdote Georg e per gli animali, i foglietti con le intenzioni di preghiera sull’inginocchiatoio della cappella.

E ancora, le chiacchiere alle 5 di mattina in una San Pietro deserta, la grande “gentilezza” mostrata a chiunque — collaboratori, giornalisti e anche personaggi come Giovanni Lindo Ferretti —, la decisione di rinunciare al Pontificato presa senza alcuna titubanza. Da qui il sottotitolo del libro “Non sono scappato” in relazione alla decisione del papa bavarese, comunicata l’11 febbraio 2013, di rinunciare dl pontificato a decorrere dalle ore 20 del successivo febbraio. “Quella scelta era talmente grave che in quel momento avevo personalmente immaginato un’aspettativa di vita di Benedetto XVI di non più di un anno. Quando perciò il 28 febbraio 2013 lasciammo insieme il Palazzo Apostolico, tutto il mondo fu testimone di come non riuscii a trattenere le lacrime”. Lo rivela proprio monsignor Georg Ganswein, nella prefazione al volume (edito dalla San Paolo) dell’itrano La Rocca.

La previsione di Monsignor Gaenswein non si è avverata, tanto che gli anni trascorsi come “emerito”, hanno invece addirittura superato i quasi otto che furono di pieno pontificato. Orazio li ripercorre con dovizia di particolari, menzionando ogni piccola uscita, gesto, scritto, scambio, di cui Benedetto XVI è stato protagonista una volta preso possesso del suo nuovo alloggio da “dimissionario” nell’ex monastero Mater Ecclesiae, dimostrando così, evento per evento, quanto sia stata ancora intensa l’attività del Pontefice emerito seppur nel nascondimento e nella obbedienza al suo successore.

Rimangono comunque spazi di “manovra” al Papa emerito per testimoniare il suo rinnovato contributo alla Chiesa, come ad esempio le partecipazioni ai Concistori e alla stessa canonizzazione di San Giovanni Paolo II e San Giovanni XXIII, il suo dialogo teologico mai interrotto con importanti realtà dell’ebraismo mondiale, la sua indefessa testimonianza di “Verità” che già in vita gli aveva guadagnato la nascita di un certo movimento a supporto di una sua proclamazione di “Dottore” della Chiesa.  Anche le iniziative in comunione e a sostegno dello stesso Francesco come la consacrazione al Cuore Immacolata di Maria di Ucraina e Russia al momento dell’invasione dell’esercito di Putin. Il volume non tralascia naturalmente le ultime fasi più dure come la scomparsa del fratello Georg e le accuse di aver coperto un prete pedofilo mossegli dopo il Rapporto di Monaco.

Pagina dopo pagina, emerge soprattutto la difesa appassionata di La Rocca della scelta cruciale e straordinaria di Ratzinger, quella appunto delle dimissioni, che, sintetizza efficacemente mons. Gaenswein nella prefazione, ha fatto sì che alcuni trasformassero Benedetto XVI in un “eroe” e altri, al contrario, “aspramente lo criticassero quasi fosse un secondo Celestino V e anche lui, avesse ‘per viltade fatto il gran rifiuto’ come scrisse Dante Alighieri”. Quasi due partiti, insomma, in cui Gaenswein non si riconosce rigettando sia l’uno, sia l’altro. Ed anche La Rocca, ricostruendo passo dopo passo soprattutto i quasi dieci anni trascorsi al monastero, sembra voler dare le chiavi per sfatare entrambe le ricostruzioni e far emergere quella più semplice e allo stesso tempo onesta: il passo indietro di un uomo che alla Chiesa ha dato tutto se stesso.