Minturno / Addio all’ex-sindaco Vito Romano: il “fratè” fedele alla politica liberale

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MINTURNO – Il suo personaggio, la sua indole (buona e bonaria) e la sua generosità sarebbero piaciuti a papa Francesco. Per lui ogni suo interlocutore era un “Fratè”. Era la parola più utilizzata – e mai abusata – del suo glossario figlio di una cultura contadina, un termine a cui i politici contemporanei fanno ricorso soltanto durante una qualsivoglia campagna elettorale. Lui, no. Chicchessia – e soprattutto chi stava dall’altra parte della sua barricata politica – era un “fratè” sempre…365 giorni l’anno. La comunità di Minturno ed il panorama politico della provincia di Latina in queste ore piangono e sono senz’altro più povere in seguito alla dolorosa e prematura scomparsa di uno dei suoi figli minori, l’ex sindaco Vito Romano.

Aveva soltanto 70 anni e Romano se n’è andato nel pomeriggio di giovedì dopo una breve ma inutile agonia combattuta su un letto dell’ospedale “Dono Svizzero” di Formia dopo essere colpito la scorsa settimana da una copiosa emorragia.

Vito Romano non è mai stato banale, non solo per i suoi comportamenti improntati all’ascolto e al confronto nei riguardi del prossimo quanto per la sua appartenenza politica che non ha mai abiurato. L’ex sindaco, apprezzatissimo docente di scuola media inferiore, era un liberale convinto come lo sono stati due presidenti della Repubblica e del Senato come Luigi Einaudi e Giovanni Malagodi . Vito Romano poteva chiamare in qualsiasi ora della giornata – all’epoca non c’erano i telefonini – alle segreterie particolari di due “monumenti” del Pli del dopo guerra, Valerio Zanone e soprattutto Aldo Bozzi. La sua riconosciuta fedeltà al “partito con la bandiera” stata apprezzata prima di diventare nel 1993 il primo sindaco di Minturno eletto direttamente dai cittadini.

E che vittoria? Romano mise all’angolo il vero dominus della politica aurunca, l’ex presidente della Provincia Severino Del Balzo che, a causa di quell’impertinente professore di scuola media, non ha mai potuto coronare il sogno della sua vita politica: diventare il principale inquilino del palazzo di piazza Portanova. La vita amministrativa del sindaco non fu facile, al punto da restare in carica fino al marzo 1995. Le sue più grandi soddisfazione sono targate amministrazione provinciale. Diventò assessore e fece capire l’importanza all’intera opinione pubblica pontina di una delega che aveva e ha in serbo l’istituzione Provincia: quella all’edilizia scolastica. Con Romano assessore molte scuole pontine sono diventate più belle e soprattutto più sicure, da Campoverde sino alla riva destra del Garigliano. La Provincia, come istituzione, è sempre stata una palestra sul piano politico. Vi arrivava soltanto chi era dotato di una sana e robusta costituzione, di dire di sì ma dire anche tanti no.

E il baffuto assessore di Traetto di no ne ha detto tanti alla famiglia Del Balzo – a babbo Severino e al compianto figlio Romoletto – e alla Democrazia Cristiana. Le sirene della balena bianca nella fase pre-tangentopoli avrebbe assordato chiunque. Romano ci rivelò di essere contento di rimanere come un bambino sorridente con in mano la bandierina del suo Pli. Insomma rifiutò la logica di salire sul carro del vincitore pur di restare politicamente solo a considerare la politica una “bella dimostrazione di testimonianza per la mia gente”. E i cittadini, che sono sempre stati più intelligenti dei politici eletti, gliel’hanno sempre tributato con i voti e soprattutto con tanto affetto e vicinanza. Perché? Semplice, quel “Fratè” arrivava dal profondo del cuore . Non era un termine pronunciato per un calcolo o per una mera gratuita compiacenza elettorale.

Il “Fratè” di Vito Romano, insomma, non era una moda lessicale ma un gene insostituibile della sua persona. La sua scomparsa lascia Minturno più povera e Romano può essere inserito in quella cinquina di personaggi (Severino e Romolo Del Balzo, Antonio Signore e ora il sindaco-presidente della Provincia Gerardo Stefanelli) che l’ha ottimamente rappresentato oltre la riva destra del torrente Santa Croce. La Camera ardente del sindaco scomparso è stata allestita venerdì mattina presso l’obitorio l’Ospedale “Dono Svizzero” di Formia. Lo sarà nel pomeriggio presso la sala consiliare “Severino Del Balzo” del Comune di Minturno.

I suoi funerali si svolgeranno sabato 11 febbraio alle ore 11 presso la Cattedrale di San Pietro Apostolo di Minturno. L’intera redazione di Temporeale.info rinnova le più sentite condoglianze alla famiglia Romano.