Elezioni Regione Lazio 2023 / Settore agroalimentare, Vincenzo Fedele (Fdi): “Va ripreso il rapporto con il territorio”

Latina Politica Regione Lazio

LATINA – “La Provincia di Latina presenta un patrimonio straordinario e di grande rilievo sotto il profilo della potenzialità agricola e alimentare. Partiamo dall’assunto che niente come l’attività agricola tutela il territorio che, se improduttivo, volge verso l’abbandono sottraendo di fatto risorse alla comunità e determinando in parallelo costi e disagi ai quali le istituzioni debbono poi far fronte. E, l’estensione e la varietà geomorfologica delle aree, il contesto climatico ed ambientale favorevole, rendono questo territorio un ambito di grande prospettiva da un punto di vista del peso economico delle attività agroalimentari già oggi rappresentative. Di contro, le politiche regionali attuate negli ultimi dieci anni hanno progressivamente operato un ridimensionamento del ruolo di governo del settore, confinando l’assessorato competente in una posizione di mera osservazione dell’esistente con ridottissime azioni di sostegno, stimolo ed indirizzo nei confronti degli imprenditori agricoli”. Lo dichiara Vincenzo Fedele, candidato al consiglio regionale del Lazio per Fratelli d’Italia.

“Come anche affermato da Francesco Rocca, candidato Presidente della Regione Lazio – continua Fedele – oggi va ripreso un rapporto forte con chi sul territorio ha tutelato l’esistenza, l’innovazione e la crescita produttiva del comparto agroalimentare con sforzi ed impegni diretti anche sotto il profilo economico finanziario. L’impegno è quello di implementate le azioni relative al PSR (Piano di Sviluppo Rurale) soprattutto per garantire l’accesso ai fondi europei e per una migliore valutazione delle compensazioni ambientali originate dalla necessaria ma non sempre corretta tutela delle aree protette. Va anche rafforzato il presidio dei territori fragili attraverso investimenti per il potenziamento dei consorzi di bonifica, delle vigilanze boschive, delle opere di razionalizzazione del consumo delle acque di irrigazione”.

“Bisogna lavorare – aggiunge – per individuare programmi, strumenti e risorse per il recupero ed il riutilizzo delle strutture agricole in disuso, prioritariamente in nuove attività dello stesso comparto ed in subordine, in interventi compatibili ed integrabili quali l’accoglienza, la ristorazione, la formazione, la divulgazione – anche a fini culturali e turistici – di forme d’impresa agroalimentare del passato.
Va ridefinita una mappatura, non solo delle aree da riutilizzare, ma anche di quei vasti territori che per difficoltà morfologiche o per costi di messa a frutto eccessivi o ancora solo per inerzia delle istituzioni preposte, non hanno mai costituito possibili risorse per l’attività d’impresa.
Vanno individuate semplificazioni delle procedure di realizzazione degli investimenti in campo agroalimentare favorendo così lo sviluppo di attività anche su aree divenute marginali per la presenza di abusi costituiti da accampamenti, discariche, depositi di materiali eccetera.

“Sono certo – conclude Fedele – che l’individuazione di questo patrimonio e la valutazione di una sua messa a reddito possono determinare nuove opportunità tanto per i giovani quanto per chi, estromesso dal mercato del lavoro, può conferire la propria esperienza in un ambito lavorativo da molti ritenuto non appetibile. Da parte mia mi impegnerò a dare certezze, oggi inesistenti, sui regimi vincolistici, per evitare la compromissione di iniziative avviate e poi sospese per effetto di dubbi interpretativi delle norme in essere.