Gaeta / Revoca assessore Paone e inchiesta piazzale stazione, attesa per il Consiglio comunale [VIDEO]

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GAETA – Gli argomenti sono tre e sono tutti tecnici – – comunicazioni del Sindaco, modifica dello Statuto Comunale e del regolamento del Consiglio Comunale e delle Commissioni Consiliari – ma bastano per meritare il tutto esaurito al Consiglio comunale di Gaeta in programma all’ora di pranzo. Il “sold out” è nell’aria perché il massimo consesso civico, nonostante lo striminzito ordine del giorno (approntato in questi termini “perché siamo in campagna elettorale e gli argomenti – ha detto l’ex presidente del consiglio, la Dem Pina Rosato), torna a riunirsi dopo due fatti clamorosi che hanno investito il panorama politico-amministrativo di Gaeta.

Dopo la revoca dell’assessore alla Polizia Locale, di Fratelli d’Italia Mario Paone sarà importante verificare non tanto la presenza fisica (“ci sarò? Certo che ci sarò”) quanto il comportamento politico che terrà in aula il consigliere comunale e portavoce cittadino di Gaeta Tricolore, Marco Di Vasta. La maggioranza Leccese, convocando il consiglio comunale nella conferenza dei capigruppo, ha dimostrato di voler essere un treno in corsa all’insegno dello slogan elettorale (Avanti tutta) delle amministrative del 12 giugno scorso. Sarà probabilmente un “modus agendi” per anestesizzare lo strappo politico – che c’è stato – con la componente di Fratelli d’Italia e anche le possibile ripercussioni che potrebbero esserci qualora la Procura della Repubblica dovesse chiedere il rinvio a giudizio per turbativa d’asta, abuso d’ufficio e lottizzazione abusiva le tredici persone coinvolte nell’affaire relativo alla vendita del piazzale dell’ex stazione ferroviaria di Gaeta. E alcune di loro sono assessori in carica come Lucia Maltempo ed il vice sindaco e assessore all’urbanistica Linda Morini e finanche l’ex sindaco Cosimino Mitrano, candidato di punta (o almeno) di Forza Italia alle regionali del 12 e 13 febbraio prossimi

L’operato del consigliere Di Vasta, di fatto è monitorato dopo le severe censure espresse dal coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, il Senatore Nicola Calandrini che intervenendo a Formia in un’iniziativa elettorale del suo partito – come si evince nel video allegato – aveva definito una “schifezza” la decisione, nelle fasi iniziali della campagna elettorale, di licenziare l’assessore espressione di Fdi Mario Paone. Un fatto è certo: l’invito di Calandrini rivolto soprattutto a Forza Italia (al sindaco in carica Cristian Leccese o al suo predecessore Cosimino Mitrano) di chiarire, le illustrare le ragioni, semmai ci fossero, che avrebbero motivato la cacciata dell’avvocato Paone è caduto nel vuoto. O almeno.

Il consiglio comunale di mercoledì è probante perché le minoranze di centro sinistra, seppur limitate numericamente, continuano ad atomizzarsi di fronte al silenzio tattico della maggioranza di Leccese di non rispondere a nessuno. Un fatto è sicuro: tra i banchi delle minoranze mercoledì non siederanno il capogruppo del Pd Emiliano Scinicariello e l’ex candidato a sindaco Sabina Mitrano, ora consigliere di minoranza di “Gaeta comunità di valore e di Europa Verde”. La loro decisione di disertare i lavori consiliari l’hanno motivata in una nota che, anche questa, non ha avuto repliche dalla coalizione di governo.

Scinicariello e Mitrano hanno voluto esprimere un “segnale di disapprovazione verso alcune scelte che ci trovano in totale disaccordo – hanno esordito – Anzitutto non condividiamo la scelta di forzare la mano sulla modifica statutaria, saltata nella scorsa seduta solo per l’assenza di una maggioranza qualificata, e riproposta entro i 30 giorni successivi. Si tratta di una modifica che intende rendere opzionale, e non più indispensabile, la costituzione delle Commissioni Consiliari. Noi due abbiamo fatto proposte di mediazione per addivenire ad una soluzione utile e rapida alla formazione delle Commissioni Consiliari, e per questo non parteciperemo mai ad un voto – neanche contrario – che faccia compiere un passo indietro alla già precaria democrazia Consiliare di Gaeta”. In occasione della conferenza dei Capigruppo di sabato scorso il Presidente d’aula Davide Speringo, aveva comunicato – come detto – che la modifica a due articoli dello Statuto del comune di Gaeta sarebbe stato l’unico punto all’ordine del giorno poiché le interrogazioni e le interpellanze avrebbero avuto poco senso, essendo assenti “giustificati” ben tre assessori. Considerata la recente revoca del quarto (Paone), che senso ne avrebbe avuto la discussione? Le verità dei consiglieri Scinicariello e Mitrano: “Per fortuna ci hanno pensato altri autorevoli colleghi (chiaro il riferimento alla richiesta della consigliera dell’”altro” Pd in aula, Pina Rosato) a manifestare il vero motivo per cui non si sarebbe dato spazio alle interrogazioni: l’incombenza della campagna elettorale e l’inopportunità per una parte politica (quella della destra locale) di dare spazio e voce alle minoranze di centrosinistra. Viva la sincerità, anche quando emerge in tutto il suo squallore”.

Scinicariello e Sabina Mitrano si rammaricano della mancata “opportunità, che secondo noi è una priorità assoluta, di riportare al centro della discussione politica la brutta vicenda della vendita del piazzale ex-stazione. Se la maggioranza era preoccupata di discutere le interrogazioni, figuriamoci quanto potesse esserlo nell’affrontare quell’argomento… “ I due esponenti delle minoranze hanno deciso di dare forfait “perché non intendiamo avallare, anche con la sola nostra presenza, la decurtazione della democrazia cittadina, ricordando che per le modifiche statutarie occorrono maggioranze qualificate proprio perché devono essere condivise il più possibile, e non è un buon segnale “abusare” di una pur ampia maggioranza. La nostra assenza vuole essere anche segnale di protesta per la protervia con cui viene negato il confronto consiliare, per il misero tornaconto elettorale di una parte”. Le minoranze nella conferenza dei capigruppo sabato scorso hanno peccato di miopia, politicamente parlando, davanti a questo dilemma: “Se in consiglio non possono essere discusse le interpellanze e interrogazioni, tanto meno non sarebbe stato giusto ed opportuno, per via della campagna elettorale, rinviare lo stesso consiglio comunale a dopo il 13 febbraio in quanto la modifica dello Statuto comunale per abrogare le commissioni è un argomento politico ancor più qualificante?”

Le minoranze in questo momento al comune di Gaeta stanno manifestando una sorta di timore reverenziale, quasi una forma di debolezza, nei confronti della bulgara e (apparente) tranqilla maggioranza Leccese? Il pugnace consigliere Scinicariello, al contrario, mostra i muscoli quando conclude che in merito alla vicenda giudiziaria della vendita della piazzale dell’ex stazione ferroviaria “tutta la minoranza è d’accordo fin d’ora nel riportare al più presto quella vicenda nel dibattito consiliare, nell’interesse unico di Gaeta e dei suoi cittadini. Per cui il maldestro tentativo di rinviare il confronto democratico è, appunto, solo un rinvio, e le questioni più delicate torneranno al centro del dibattito politico cittadino. Con tutte le conseguenze che ne deriveranno”.

Che le minoranze al comune di Gaeta non remino nella stessa direzione e con le stesse velocità ed intensità la conferma arriva dall’ex sindaco e ora consigliere comunale della lista “Insieme con Silvio D’Amante”. L’ex primo cittadino, a differenza dei colleghi di schieramento, dovrebbe partecipare ai lavori consiliari nonostante non siano inseriti nell’agenda dei lavori le interrogazioni e le interpellanze. “Assolutamente incomprensibile la scelta di non consentire ai Consiglieri Comunali di porre domande al Sindaco sui fatti che vedono indagati l’ex sindaco e componenti della precedente e della attuale amministrazione sulla vicenda della ex stazione ferroviaria, sul perché i lavori di realizzazione della ferrovia sono fermi – osserva il consigliere D’Amante – sui disagi di cittadini e commercianti causati dal cantiere e dal parcheggio ceduto a privati, sulla viabilità approssimativa e pericolosa che collega Corso Cavour, Via del Piano e Via Atratina al Via Mazzini e via Garibaldi. Invece no, pretestuosamente la maggioranza ritiene che di tanto non possa discutersi perché è “intervenuta” la Magistratura. La nostra personale sensibilità e la delicatezza dei temi non avrebbe in alcun modo invaso il campo delle indagini e le competenze della Magistratura, ma alcune risposte sono comunque dovute ai cittadini ed il Sindaco ed il Presidente del Consiglio non possono in alcun modo sottrarsi a tanto. Anche la consigliera di maggioranza ed ex presidente del consiglio comunale Pina Rosato – rincara la dose l’ex primo cittadino – aveva auspicato che addirittura una intera seduta straordinaria del Consiglio Comunale venisse convocata per discutere di questi temi anticipando le sue accuse al Presidente Zingaretti dei ritardi nella esecuzione dei lavori.”

Il consigliere D’Amante in consiglio comunale ci sarà perché è stato l’unico sinora a chiedere di soprassedere alla soppressione delle commissioni consiliari. Ha avuto lo stesso orientamento lo stesso portavoce di Fratelli d’Italia Marco Di Vasta ma le sue remore sinora le avete celate per difendere la ragion di stato. Dopo il licenziamento dell’assessore di riferimento, il consigliere Di Vasta le renderà pubbliche? Un consigliere si qualifica non solo quando è opportunisticamente in silenzio ma quando i suoi pensieri li veicola all’esterno.

L’ex sindaco D’Amante, quantunque la sua posizione politica sia rimasta isolata, non manca occasione per stigmatizzare questo comportamento di chiusura della maggioranza Leccese: “Se è incomprensibile il non consentire di presentare interrogazioni su un tema (la vendita da parte del Consorzio Industriale del piazzale della Stazione tra i “non sappiamo” del comune di Gaeta) tanto importante quanto sentito dalla popolazione, deve definirsi arrogante il voler apportare modifiche allo Statuto Comunale ed al Regolamento del Consiglio Comunale per poter anche abolire le Commissioni Consiliari. Pur senza entrare nel merito della questione, sulla quale si sono succeduti i pareri del Ministero dell’Interno e del Prefetto di Latina, quello che va condannato è il metodo antidemocratico della maggioranza e recepito dal Presidente del Consiglio per tacitare le minoranze. Arroganza e assenza di lungimiranza di questa maggioranza che non può ritenersi eterna e che potrà divenire, forse neanche tra molto tempo, minoranza nella città e nel Consiglio Comunale”. Da qui la richiesta di D’Amante al presidente Speringo a ritirare i due punti relativi alle proposte modifiche e a risolvere il problema della Commissioni Consiliari sulla scorta degli illuminati pareri che egli stesso ha chiesto ed acquisito. Non si possono cambiare le regole del gioco con la partita in corso”. Nello sport e tantomeno della politica.

(In copertina, immagine di repertorio)

INTERVENTO Video Senatore Nicola Calandrini, coordinatore provinciale Fratelli d’Italia