Gaeta / Lottizzazione Piazzale della Ex Stazione, le difese dei 13 indagati chiedono il fascicolo alla Procura

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GAETA – Capire “cosa ha in mano la Procura di Cassino”. Si sono subito attivati, nonostante la giornata semifestiva di sabato, i legali difensori dei tredici indagati dalla Procura di Cassino a vario titolo per turbativa d’asta, abuso d’ufficio e lottizzazione abusiva in ordine all’affaire della vendita da parte del Consorzio Industriale ad un privato dell’appetibile piazzale dell’ex stazione ferroviaria di Gaeta. La difesa lunedì sarà subito in Piazza Labriola per chiedere il contenuto del fascicolo con cui il procuratore capo Luciano D’Emmanuele e i sostituti procuratori Chiara D’Orefice e Alfredo Mattei hanno concluso, dopo due anni e mezzo dallo svolgimento dei fatti, le indagini preliminari.

I destinatari degli avvisi di garanzia sono ora il presidente del Consorzio Industriale del sud Pontino e vice presidente di quello laziale Salvatore Forte, i membri del consiglio d’amministrazione in carica tra il 29 giugno 2018 ed il 15 gennaio 2020 (Antimo Merenna e Vincenzo Zottola), l’ex direttore tecnico dello stesso Consind Gianpaolo Scalesse, i componenti della Giunta municipale in carica nell’estate 2019 (l’ex sindaco Cosimino Mitrano e gli assessori Angelo Magliozzi, Linda Morini, Lucia Maltempo, Felice D’Argenzio), il legale rappresentare (Edoardo Pansini) della società acquirente (Immobiliare Cavour) del parcheggio e la moglie Fabrizia Conte. I pm inquirenti, prima di una probabile richiesta di rinvio a giudizio, hanno concesso ai 13 indagati 20 giorni di tempo per presentare la richiesta di essere ascoltati o per produrre memorie difensive. I legali difensori – Fabio Lattanzi, Gianluca Giannichedda, Antonello Quadrini, Luigi D’Anna, Vincenzo Macari, Andrea Di Croce, Antonio Buonemani, Gianrico Ranaldi, Stefano Martone, Fabrizio De Cesare, Pasquale Cardillo Cupo ed Ernesto Renzi- decideranno il da farsi soltanto dopo aver appurato l’entità del fascicolo prodotto dalla Procura sulla scorta delle indagini compiute dagli agenti del gruppo di Formia della Guardia di Finanza.

La difesa, lette le carte dell’autorità inquirente, sceglierà se limitare i danni prima della richiesta di comparire davanti il Gup del Tribunale oppure andare allo scontro sollecitando lo proscioglimento dei rispettivi assistiti da parte di un giudice terzo. I legali dei vertici del Consorzio Industriale contestano soprattutto l’entità del reato ipotizzato: la turbativa d’asta. Se il prezzo della vendita del parcheggio con alcune pertinenze è stato deciso da una perizia giurata, la turbata libertà non si può prefigurare davanti la gara d’appalto pubblicata dal Consorzio il 29 giugno 2018 non si può prefigurare nel momento in cui c’è stata una solta offerta, prima nel luglio 2018 da parte della signora Conte e poi il 7 settembre 2018 (e quindi in una data successiva alla scadenza della presentazione delle offerte fissata al 13 luglio dello stesso anno) quando ha costituito con il marito Edoardo Pansini la società “Immobiliare Cavour”.

La Procura accusa il Consorzio industriale di aver dato “una limitata pubblicità all’atto di alienazione” in violazione alle direttive impartite dall’Autorità nazionale anti corruzione secondo le quali la licitazione pubblica andava pubblicizzata sulla pagina web del sito del Cosind e “su almeno due quotidiani a maggiore diffusione locale”. Secondo i legali difensori questa versione dei fatti non sarebbe corretta dal momento che il bando è stato pubblicato “a lungo” sul sito web del Consorzio industriale e, dunque, a “disposizione di tutti”. Un fatto è certo: la “Immobiliare Cavour” si aggiudicò la gara con un’offerta di 409mila euro, soltanto mille euro in più rispetto alla già economica base d’asta del Consorzio industriale.

Il collegio difensivo contesta anche il secondo capo d’imputazione notificato dal procuratore capo D’Emmanuele e dal pm D’Orefice all’ex sindaco Mitrano, all’ex Giunta municipale di Gaeta in carica il 2 agosto 2019 e alla dirigente del Settore Riqualificazione urbana del Comune Stefania Della Notte. Sono indagati di concorso in abuso d’ufficio per aver approvato con delibera di Giunta numero 171 una variante al Prg del comune di Gaeta con cui l’ex piazzale della stazione si trasformava da zona “S” (servizi scolastici e ferroviari) a zona “P”: parcheggi. La Procura di Cassino ipotizza un aumento della capacità edificatoria per la superfice di terreno ricadente in zona B1 ed identificata nel catasto nella particella 1379. La società “Immobiliare Cavour” avrebbe ottenuto un ingiusto vantaggio patrimoniale con “un considerevole aumento del valore commerciale dell’area…? Macchè – aggiungono gli avvocati difensori – con una questa variante il privato acquirente subiva addirittura una decurtazione delle volumetrie…”

E ancora censure, anche se al momento sono informali in attesa di conoscere le risultanze investigative delle Fiamme Gialle, riguardano la terza e, forse, la più grave ipotesi accusatoria. Sono stati coinvolti i vertici di tre anni fa del Consorzio Industriale del sud Pontino e la Giunta Mitrano dell’agosto perché, dopo un presunto ed illegittimo frazionamento di alcuni parti adiacenti all’area venduta con la formazione di sette nuove particelle, sono incappati nel reato previsto dalla violazione del Dpr 380/01, insomma la lottizzazione abusiva, aumentando, senza alcun piano attuativo, la capacità edificatoria del lotto già qualificato in zona B1 (di cui alla particella 3179) trasformato da zona “Servizi scolastici” a quella più commerciale zona “P”. Non sono d’accordo i legali dei rappresentanti del consorzio, dell’ex sindaco Mitrano e dei suoi ex assessori: la lottizzazione edilizia se si consuma come reato dovrebbe avere un conseguente beneficiario e nel capo d’imputazione della Procura non ci sono né Pansini e tantomeno la moglie Fabrizia.

Mentre i legali sabato cominciavano a studiare una strategia difensiva da adottare, al comune di Gaeta tornava a riunirsi la conferenza dei capigruppo per convocare per mercoledì 25 gennaio il prossimo consiglio comunale. Era la prima volta pubblica che l’amministrazioine Leccese “affrontava” la temuta revoca dell’assessore alla Polizia Locale di Fdi Mario Paone e l’”affaire giudiziario della vendita del piazzale della stazione di Gaeta con il comune beffato – secondo la Procura – due volte: nella prima fase non è stato informato dal Consorzio industriale per la vendita dell’area a ridosso della spiaggia di Serapo (chissà avrebbe potuto esercitare il diritto di prelazione) e nella seconda si è piegato ai desiderata tecnico urbanistici del Consorzio Industriale. Se così fosse, perché l’avrebbe fatto? La conferenza dei capigruppo è stata convocata dal presidente del consiglio Davide Speringo ma è scivolata via si tra un palese imbarazzo dei rappresentanti della maggioranza ma anche dal silenzio dei capigruppo dell’opposizione. Per la cronaca, era presente nell’aula comsiliare anche il capogruppo di Gaeta Tricolore-Fdi Marco Di Vasta ma, anziché sedersi vicino agli altri colleghi, ha preferito sostare nei banchi che abitualmente ospitano il pubblico: “Qui sto bene”, ha detto prima di andare via, con destinazione Formia per un happening elettorale del suo partito. Alla fine l’ha spuntata la maggioranza Leccese che ha ottenuto che la conferenza dei capigruppo durasse quanto la gara dei 100 metri in occasione dell’attuale record del mondo di Usain Bolt.

Il consiglio mercoledì non affronterà le interrogazioni e le interpellanze “perché – ha detto l’ex presidente del consiglio comunale di Gaeta Pina Rosato – è in corso della campagna elettorale”. Le minoranze, alla stregua di un’imbarazzata maggioranza, non hanno voluto affrontare la conclusione delle indagini preliminari e, alla distanza, hanno dovuto incassare un altro boccone amaro: nell’ordine del giorno del consiglio figura un solo argomento, la modifica di due articoli dello Statuto del comune che, di fatto, si tradurrà con la soppressione delle commissioni consiliari. Questo atteggiamento rinunciatario dei consiglieri di centrosinistra Emiliano Scinicariello e Silvio D’Amante veniva stigmatizzato nel corso della giornata dall’ex consigliere comunale Franco De Angelis, ora candidato alle regionali per Demos. Nella vicenda giudiziaria della Procura De Angelis ha svolto un ruolo importante. E’ stato più volte interrogato, insieme al capogruppo del Pd Scinicariello, dagli agenti della Guardia di Finanza durante la prima fase delle indagini. Nella serata di venerdì aveva offerto ai social un assist ai colleghi ora presenti in consiglio: “Mi auguro che il Presidente del Consiglio Comunale Davide Speringo convochi urgentemente il Consiglio Comunale per discutere le ultime novità. Ora vediamo anche se il Sindaco Cristian Leccese, in maniera del tutto autonoma, revochi le deleghe ad alcuni Assessori ora indagati (il vice sindaco e assessore al turismo Linda Morini e l’assessore ai Servizi sociali Lucia Maltempo, ndr). Avanti tutta per l’acquisizione dell’area svenduta della ex Stazione ferroviaria e relativo piazzale. Chi conosce le concrete esigenze del territorio non può stare a guardare”.

Quando la fulminea conferenza dei capigruppo era terminata De Angelis ha censurato il comportamento politico della maggioranza che “ha negato all’opposizione la richiesta di inserire nell’ordine del giorno interrogazioni e interpellanze. La motivazione addotta è stata: ” In piena campagna elettorale non è il caso”. Per fortuna che la Procura della Repubblica di Cassino e la Guardia di Finanza, lavorano anche durante la campagna elettorale”.

Se la maggioranza con il silenzio, ai diversi livelli, ha cercato di anestesizzare e, fors’anche, esorcizzare la delicata inchiesta della Procura di Cassino – ricordiamo che la conclusione delle indagini è datata 12 settembre 2022 ma è stata notificata con l’e-mail certificata da parte della Guardia di Finanza solo venerdì 20 gennaio – l’unico a parlare apertamente dal Kenya è stato l’ex sindaco Antonio Raimondi, che definisce la vendita del piazzale dell’ex stazione con il frazionamento delle particelle “a mo’ di spezzatino rappresenta – ha detto testualmente – una delle ferite più gravi a Gaeta. La lottizzazione abusiva è stata commessa da un ente pubblico come il Consorzio di sviluppo industriale che ha provocato un enorme arricchimento a favore di un privato”. L’ex sindaco precisa che tra le persone indagate “non tutte hanno lo stesso peso svolto in questa storia ma farebbe bene – è questo un preciso monito rivolto al primo cittadino in carica Cristian Leccese – chi ha al momento incarichi amministrativi a dimettersi. Nessuno vuole manifestare gioia e compiacimento per questa attesa iniziativa giudiziaria – ha concluso l’ex sindaco Raimondi – ma finalmente il vaso di pandora delle tante illegalità commesse nella mia città è stato scoperchiato. Sono convinto che si farà piena luce sul progetto di trasformazione in 96 appartamenti dell’ex scuola americana di Calegna, dalla lottizzazione di un località Capo di Serapo e alla gestione di alcuni appalti. Siamo sono all’inizio…”.

Intervista ad Antonio Raimondi