Gaeta / “Dog’s Village”, nuove prospettive di sviluppo per il progetto di Lucio La Croix [VIDEO]

Attualità Gaeta Video

GAETA – “Le adozioni dei nostri amici a quattro gambe vanno fatte senza pietismi o con un’affrettata e gratuita emotività della persona o di quella famiglia che ha deciso di adottare un cane o un gatto abbandonato”. Lucio La Croix, promessa mantenuta della pallamano gaetana, una scommessa dal 2002 l’ha già vinta realizzando, con non pochi investimenti economici nei pressi della collina delle “Vignole”, a metà strada tra l’area di Bevano e quella di Sant’Agostino, un accogliente ed innovativo rifugio diventato un imprescindibile punto di riferimento del servizio veterinario dell’Asl di Latina, di tanti comuni del comprensorio e di non poche ed esigenti associazioni animaliste.

Alla testa della società “Val srl” La Croix con un’invidiabile audacia e coraggio è andato oltre le strutture classiche di una clinica veterinaria, di un canile sanitario e di una canile rifugio. “Dog’s Village” ha deciso di dotare il comprensorio del sud pontino di uno spazio, di circa 6000 metri quadrati, di cui si avvertiva la carenza: un’area di sgambamento dei cani . Con l’apporto di due operatori cinofili e sotto il sempre vigile ed attento sguardo dei volontari di alcune associazioni animaliste (“Bastardi di razza”, “Birbantelli”, “Ada” e “Acl” di Roma) viene verificato quotidianamente il profilo comportamentale degli ospiti della struttura, che siano randagi o semplicemente feriti o reduci da qualche malanno di stagione. “Quest’area deve favorire il benessere dell’animale e, con esso, la loro qualità della vita in considerazione della sua permanenza nella nostra struttura – tiene subito a precisare La Croix- Solo in questo spazio, e non nelle gabbie, il cane adottabile può essere fotografato e filmato in maniera tale che la sua adozione venga poi favorita sui social del settore”.

Insomma il canile “Dog’s Village” non vuole lasciare nulla all’improvvisazione. L’area di sgambamento è una forma di verifica della cura e dell’assistenza sullo stato di salute del cane e del gatto ferito o abbandonato ma a fare la loro parte – aggiunge La Croix – dovranno essere anche le persone che decidono di effettuare un’adozione: “Le nostre unità cinofile ma anche i rappresentanti delle associazioni animaliste verificheranno lo stato di preparazione della persona interessata ad adottare un animale. E’ giunto il tempo di abiurare facili pietismi o di ricorrere ad una facile emotività per portare via un cane o un gatto. Quest’area serve a certificare anche il tipo di accoglienza che il richiedente un’adozione potrà garantire un minuto dopo ad un cane che, curato, è pronto a riprendere una vita normale”.

Il “Dog’s Village” sta pensando a realizzare un asilo per cani e due campi di addestramento , strutture che nasceranno a breve a valle di una sperimentazione che coniuga welfare, socialità e rispetto per la natura. La Croix è davvero orgoglioso di illustrare di un progetto che coniuga sostenibilità ambientale e necessità di dare vicini a tante famiglie colpite, soprattutto dopo la stagione pandemica, dalla perdurante crisi economica. Versando una quota mensile davvero irrisoria, possono accedere ad un bellissimo ed innovativo Orto sociale. Si estende su una superfice di 5000 metri quadrati e, grazie al ricorso ad un’apprezzata agricoltura biologica, viene già utilizzata da alcune strutture alberghiere della zona convinte della necessità di preparare piatti con prodotti (soprattutto ortaggi) a chilometro zero.

Ora possono fare altrettanto le famiglie in difficoltà che, versando una simbolica quota mensile, possono fare rifornimento ogni volta alla settimana per un mese di quello che l’orto sociale ha prodotto. “Non c’è alcun lucro e ci mancherebbe – tiene subito a precisare La Croix – I profitti saranno immediati reinvestiti per l’acquisto delle colture e per sostenere la manodopera che ha un costo e, se riusciremo, ad allargare il perimetro di quest’orto che rappresenta un buon motivo per innamorarsi dell’agricoltura che hanno fatto le fortune dei nostri nonni e per conciliare l’amore per gli animali”.

Il Dog’s Village presto sarà adibito – come detto – anche ad ospitare un asilo temporaneo dei cani che può avere un carattere quotidiano (per quelle persone impegnate fuori sede per lavoro), può durare una sola notte o periodi più lunghi, di un mese in poi. Naturalmente alla base di quest’esperienza imprenditoriale c’è tanto amore per gli animali ma anche un riuscito interesse a creare nuovi posti di lavoro. La famiglia La Croix ne ha creati una ventina, tra medici veterinari, tecnici veterinari, addetti alle pulizie e educatori cinofili) che ogni giorno collaborano a stretto gomito con i funzionari dell’Asl presso la clinica veterinaria – dove arrivano gli animali randagi provenienti da moltissimi comuni convenzionati con il Dog’s Village – il canile sanitario (qui viene effettuata ’iscrizione all’anagrafe canina ma anche vengono effettuati il trattamento parassitario, la sterilizzazione e la stabilizzazione dell’animale in difficoltà) ed il canile rifugio che abitualmente è l’ultimo step frequentato (dopo 15 giorni) dall’ospite nella fase in cui inizia la procedura per la sua adozione.

Rosaria Sorabella, coordinatrice dell’associazione “Ada” di Gaeta, è la storica portavoce delle associazioni animaliste che frequentano il “Dog’s Village”: “Il nostro intento non è controllare ma collaborare. Un momento in cui fortemente crediamo è quello della diffusione della cultura dell’adozione degli animali. Inseguiamo molto il benessere di un cane ma se ci rendiamo conto che il cittadino che intende adottarlo non è all’altezza l’animale rimane qui che, forse,è meglio per tutti”.

Lucio La Croix non rimpiange i tempi in cui indossava nel massimo campionato di serie A di pallamano la gloriosa maglia numero tre dello Sporting Club. Forse lo farà nel giorno in cui sarà inaugurato il nuovo palazzetto dello sport di via Venezia ma intanto continua a coltivare un altro gioco di squadra, con le altre realtà imprenditoriali del comprensorio, le cooperative “Arteinsieme” di Itri di Patrizia Marciano e “La Mimosa” di Fondi di Teresa Mattej: “Dividerci non serve proprio a nulla – ha concluso La Croix nell’intervista video – nella fase in cui le sfide che abbiamo davanti, nell’interesse dei nostri ‘amici a quattro zampe”, si possono coniugare con nuove e più significative prospettive economiche e soprattutto occupazionali”.

INTERVISTA Lucio La Croix, amministratore “Val srl”

 

Foto di Gianluca Di Fazio

Questo slideshow richiede JavaScript.