Sud Pontino / Consorzio Nestore, la Prefettura di Caserta ordina la rescissione degli appalti

Cronaca Sud Pontino

SUD PONTINO – Dovrebbero essere contenuti i disagi sul territorio del sud-pontino dopo la decisione presa giovedì dalla Prefettura di Caserta al termine di una specifica conferenza di servizio: i comuni, i distretti socio sanitari e le Asl che hanno affidato sinora alcuni servizi alla persona al Consorzio Nestore sono obbligati, in base alla normativa anti mafia, a provvedere alla rescissione degli appalti espletati e alla nomina dei rispettivi commissari straordinari. Alla riunione c’era anche il sindaco di Gaeta Cristian Leccese che, in rappresentanza del comune capofila del distretto socio sanitario Latina 5, ha preso atto della decisione della Prefettura di Caserta attesa da giorni.

E’ stato accolto praticamente il contenuto della sentenza del Consiglio di Stato che aveva confermato, dopo il pronunciamento del Tar Campania, l’efficacia dell’interdittiva antimafia emessa dalla stessa Prefettura di Terra di Lavoro nei confronti del Consorzio Nestore. L’appalto economicamente più oneroso – quello riguardante i servizi domiciliari che occupa oltre 50 addetti sul territorio del sud pontino – andrà regolarmente in scadenza il 17 novembre mentre quello sulla gestione dei centri diurni nelle prossime ore sarà – secondo quanto prevede l’articolo 94 del decreto legislativo 159/2011, il codice antimafia – di fatto revocato al Consorzio di Falciano del Massico. Il distretto socio sanitario affiderà il servizio al secondo classificato dell’appalto che, espletato lo scorso anno, scadrà nel 2024. Alla conferenza di servizio indetta dalla Prefettura di Caserta avrebbe dovuto partecipare anche il comune di Formia ma ha dato forfait, ma c’era da aspettarselo dopo la scadenza nei mesi scorsi dell’appalto concesso a Nestore per la gestione del servizio del trasporto scolastico.

Alla luce delle decisioni della Prefettura di Caserta il distretto socio sanitario dovrà sciogliere non pochi nodi sulla futura gestione di importanti servizi socio- assistenziali erogati sul territorio. In quest’ottica il sindaco Leccese ha fissato un briefing per la giornata di venerdì con la dirigente e diversi funzionari del settore Politiche sociali Annamaria De Filippis per accelerare il passaggio delle consegne dell’appalto sul funzionamento dei centri diurni e per espletare il nuovo e maxi appalto sull’assistenza domiciliare. Sono numerosi i nodi da sciogliere anche alla vigilia, lunedì prossimo, dell’inizio del nuovo scolastico.

Il più gravoso riguarda il futuro occupazionale delle maestranze alle dipendenze del Consorzio Nestore, operatori residenti per lo più nei centri del sud pontino per i quali si sono pronunciati due ex sindaci di Gaeta e Formia, Silvio D’Amante e Paola Villa. Ora si deve voltare e l’aveva sentenziato nei giorni scorsi il Consorzio di Stato. Aveva accolto le istanze presentate in giudizio dal Ministro degli interni, della Prefettura e dell’Asl di Caserta definendo il ricorso del Consorzio Nestore “non suscettibile di favorevole considerazione in quanto il quadro indiziario a carico dello stesso Consorzio “presenta plurimi elementi di contiguità con ambienti e soggetti controindicati ed alimenta fondati sospetti di esposizione di esposizione al rischio infiltrativo”.

Il pronunciamento nel merito del Consiglio di Stato era arrivato anche dopo l’ordinanza emessa alla vigilia di Ferragosto da parte della sezione Misure di Prevenzione e sorveglianza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Aveva precluso la possibilità allo stesso Consorzio di conservare gli appalti promossi nel corso di questi anni dal distretto socio sanitario del sud pontino. La realtà societaria di Falciano del Massico aveva chiesto di usufruire, ai sensi del decreto legislativo 159 del 2011, del “controllo giudiziario”, di operare, cioè, sotto tutela con la facoltà di riferire periodicamente sulla sua attività societaria con il distretto socio sanitario del Golfo alla Polizia Tributaria e alla Questura di Caserta. Ma questa possibilità è stata respinta dal Consiglio di Stato in questi termini: “Questa proposta è postuma all’interdittiva antimafia, è stata prediposta con modalità tali da non determinare una chiara e netta discontinuità rispetto al precedente assetto gestionale”.

(In copertina foto di repertorio)