Acquacoltura e Carta Vocazionale, Acampora (Camera di Commercio): “si potrà riqualificare il litorale”

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“Approvata in Giunta regionale la Carta Vocazionale Acquacoltura delle zone di mare territoriale della Regione Lazio. Finalmente l’area del Golfo sarà a tutti gli effetti Area Sensibile. Un importantissimo strumento che fornisce un quadro di conoscenza dettagliato delle zone vocate alla pescicoltura e mitilicoltura e di quelle precluse. Ma anche uno strumento di supporto ai Comuni chiamati a rilasciare le concessioni di zone di mare territoriale da destinare all’esercizio dell’attività di acquacoltura. Un risultato storico che attendevamo da tempo e per il quale ci siamo spesi da sempre, con l’obiettivo di ottenere il concreto riconoscimento dell’Area Sensibile, la delocalizzazione degli impianti e la tutela del Golfo”. – Così il presidente della Camera di Commercio di Frosinone Latina, Giovanni Acampora, sull’approvazione della delibera proposta dall’Assessore regionale all’Agricoltura e alle Pari Opportunità, Enrica Onorati.

“Per quel che interessa più da vicino il nostro territorio, lo studio ribadisce che l’area interna al Golfo sia zona preclusa agli impianti di acquacoltura in coerenza con l’Area Sensibile. Le zone precluse all’acquacoltura rimangono, infatti, quelle dove insistono altri vincoli: habitat e specie protette, la qualità dell’ambiente marino costiero, le pressioni antropiche, le attività economiche e le infrastrutture in mare, la difesa e la sicurezza nazionale. Ne consegue che le concessioni per gli attuali allevamenti di mitili e di pesci, scadute il 31 dicembre 2020, potranno essere rinnovate solo off shore nelle aree indicate dalla mappatura regionale. In estrema sintesi, i Comuni dovranno richiedere a chi vorrà vedere rinnovata la propria concessione all’allevamento, di spostarsi al di fuori dall’Area Sensibile” – prosegue.

“Con questa delibera si potrà dare finalmente piena attuazione all’Area Sensibile, salvaguardando anche le attività legate all’itticoltura che dovranno trovare collocazione nelle aree idonee. La filiera ittica, con oltre 36 milioni di euro di valore aggiunto, pari all’8,4% della blue Economy della provincia di Latina, rappresenta un patrimonio economico importante e deve trovare nella sostenibilità ambientale ed economica il punto di equilibrio e di coabitazione con tutte le altre attività che del rispetto del mare e della costa fanno un asset imprescindibile per il loro business. Così come con le importanti filiere che insistono sul nostro territorio, in particolare nel Golfo, pensiamo alle attività di balneazione, alle attività sportive e veliche, a quelle turistico ricettive e ai due porti, commerciale di Gaeta e passeggeri di Formia. Filiere che hanno un peso economico rilevante nella Blue Economy, come evidenziato nel X Rapporto sull’Economia del Mare” – aggiunge Acampora.

“Sarà, così, possibile riqualificare il litorale e il Golfo sviluppando il turismo. Il mare, lo ribadiamo da sempre e lo abbiamo affermato con forza al I Summit Blue Forum Italia Network, ottenendo l’appoggio dell’UE, rappresenta una risorsa da preservare e non da consumare. Una risorsa che oggi più che mai va tutelata e salvaguardata. Una risorsa a disposizione di tutti e di tutte le attività economiche che devono però saper coesistere, superando le contrapposizioni. Ora – conclude Acampora – è il momento di trovare nella sostenibilità ambientale ed economica il punto di equilibrio e di coesistenza con i settori della Blue Economy, nel rispetto dell’ambiente”.