Sperlonga / Templari, l’ass. A3 Esse Italia: ipotesi e presenze di tombe paleocristiane sul territorio

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SPERLONGA – “Se si salgono con attenzione i gradini della Torre Truglia di Sperlonga, sull’ultimo, sembrerebbe esserci una croce templare. Sulla presenza dei templari nei nostri territori, si è dibattuto e approfondito poco, tanto che non c’è grande letteratura storica in merito, ad eccezione di Mons. Paolo Capobianco. Nel 2019, i Cavalieri dell’Ordine di Salomone, hanno elevato Sperlonga e il suo comprensorio a rango di Città Templare, affiggendo una targa su Torre Truglia e il Gran Maestro dell’Ordine ha anche insignito la città della medaglia al merito templare” – a raccontarlo è l’associazione Associazione A 3 Esse Italia con il suo presidente Luigi Cicione. 

“La Torre Truglia  – racconta ancora nella medesima nota – diventerà comunale e quindi inizierà un’opera di valorizzazione così da poter approfondire anche l’eventuale presenza dei templari a Sperlonga. Per dovere di cronaca attualmente esiste nel mondo una costellazione di ordini templari ma sono soltanto delle associazioni private che si fregiano dei rituali e delle insegne di un ordine ormai estinto da Santa Romana Chiesa. Nonostante avessero reso grandi servizi al cristianesimo, nel 1307 i Templari furono accusati dal Re Filippo IV di Francia e dal Papa Clemente V di gravi reati e di eresia. Furono quindi arrestati, torturati e processati e molti di loro, compreso il Gran Maestro Jacques de Molay, che, peraltro, aveva ritrattato la confessione, furono condannati al rogo. Alla fine l’ordine fu sciolto dal Santo Padre nel 1312 e mai più ricostituito”.

E conclude: “Un’altra particolarità di Sperlonga sono delle tombe su muro perimetrale che si notano quando da sud si arriva nel territorio sperlongano. Trattandosi di tombe, non possono essere di epoca romana, ma si ritiene che siano successive, dell’epoca cristiana, quando durante e dopo le invasioni barbariche la religione cristiana si sviluppò e si radicò sui nostri territori, assimilata anche dalle nuove popolazioni non indigene”.