Sud Pontino / Maxi frode fiscale da 8 milioni di euro, assolti due imprenditori accusati

Cronaca Formia

FORMIA – Erano accusati di una maxi frode fiscale da 8 milioni di euro e vennero arrestati. Ora, dopo quasi due anni, sono stati assolti cinque imprenditori. Uno di loro era Antonio S, ora 55enne. Lo ha deciso il collegio penale “B” del Tribunale di Napoli Nord ribaltando, di fatto, la ricostruzione investigativa della Compagnia della Guardia di Finanza di Formia che notificò un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari che, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli Nord Vera Iaselli su richiesta del sostituto procuratore Valeria Palmieri, conteneva un’accusa pesantissima: associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale per complessivi – come detto – oltre 8 milioni di euro.

Nell’elenco degli indagati c’era il nome del noto imprenditore di Formia, Antonio S., impegnato nella vendita e commercializzazione di pneumatici lungo la superstrada per Cassino. Dagli agenti della locale Compagnia della Guardia di Finanza guidata all’epoca dal Colonnello Sergio De Sarno l’imprenditore era ritenuto ai vertici di un’organizzazione insieme ad un altro imprenditore, Michele M., di 50 anni, di San Marcellino, in provincia di Caserta. Secondo le ricostruzioni investigative delle Fiamme Gialle, caratterizzate dall’analisi dei flussi di danaro riconducibili agli indagati e alle società da loro controllate e dallo svolgimento di intercettazioni telefoniche e servizi di osservazione, i due arrestati di Formia e di San Marcellino – insieme ad altre tre persone, destinatarie dell’obbligo di dimora, tra queste c’era Fulvio D., un 69 enne residente a Minturno – dal 2012 sino agli inizi del 2020 avrebbero acquistato, attraverso società italiane rivelatesi cartiere, stock di pneumatici in Belgio ed in Olanda dove l’Iva, non prevista, è a carico, come in tutti i paesi dell’Unione Europea, delle società acquirenti.

Gli imprenditori finiti ai domiciliari furono accusati di aver rivenduto i pneumatici sul territorio di competenza ma applicandovi l’Iva, imposta che non era stata versata a monte dalle società cartiere nel frattempo dichiarate estinte. Secondo la Procura ed il gruppo di Formia della Guardia di Finanza il mancato versamento dell’Iva avrebbe provocato allo Stato una maxi frode fiscale di otto milioni di euro a fronte della quale,su decisione della Procura di Napoli Nord, erano stati operati sequestri di danaro e di beni mobili ed immobili. Se le indagini all’epoca furono estese anche in Sicilia, a Trapani per la precisione, le accuse ora in sede processuale sono state riviste dalle tesi del collegio difensivo composto dagli avvocati Angelo Raucci e Vincenzo Sguera per l’imprenditore di San Marcellino e dagli avvocati Vincenzo e Matteo Macari, legali difensori di Antonio S.

Mano pesante della Procura di Napoli Nord che aveva chiesto sei anni di reclusione per l’imprenditore casertano e tre anni di carcere per Antonio S. nonché pene da 1 a 2 anni e 6 mesi per gli altri imputati minori . Dopo una camera di consiglio durata oltre sei ore, la clamorosa sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto nei confronti di tutti gli imputati. Contestualmente lo stesso Collegio disponeva il dissequestro di tutti i beni finiti all’epoca sotto chiave. Bisognerà ora attendere 90 giorni per conoscere le motivazioni della complessa decisione adottata dal Collegio Napoletano.