Gaeta / Elezioni2022, frattura tra il gruppo della Lega (Ciaramaglia) e quello di Fratelli d’Italia (Di Vasta)

Gaeta Politica

GAETA – Un percorso congiunto ed inclusivo? Al momento, purtroppo, è rimasto tale. Aumenta l’insofferenza nel coordinamento comunale della Lega di Gaeta per “l’atteggiamento latitante” di Fratelli d’Italia nel definire un’azione elettorale comune da contrapporre alla coalizione che, rispecchiando l’attuale maggioranza consiliare, vede in lizza come candidato erede del sindaco uscente Cosimino Mitrano l’imprenditore dell’assistenza riabilitativa Cristian Leccese.

A poche ore dalla video conferenza cui avevano partecipato il coordinatore regionale della Lega Claudio Durigon, quelli provinciali di Lega e Fratelli d’Italia, Gianfranco Rufa e Nicola Calandrini, e il viceportavoce regionale di Fratelli d’Italia Enrico Tiero per concertare l’avvio di un percorso elettorale comune da tenere alle amministrative della prossima primavera, un analogo vertice si è svolto a Gaeta ma con qualche assenza di troppo.

Quella del capogruppo e portavoce locale di Fdi Marco Di Vasta ha fatto indispettire non poco i vertici comunali della Lega – in testa il coordinatore Vittorio Ciaramaglia – e ha creato un mix di silenzioso imbarazzo nella delegazione presente di Fratelli d’Italia capitanata dal nuovo arrivato nel direttivo, l’ex consigliere ed assessore centrista Mario Paone. Da giorni, se non da settimane, il telefonino di Marco Di Vasta squilla a vuoto. Gli stessi messaggi, scritti e vocali, su whatsapp continuano a rimanere inascoltati.

Un atteggiamento politicamente non comprensibile secondo i vertici locali della Lega che, informando subito quanto accaduto l’ex sottosegretario Durigon, hanno rilanciato questo ragionamento: “Non potete a Latina ipotizzare la nascita su scala provinciale (l’altro comune superiore ai 15mila abitanti chiamato a rinnovare in primavera la propria amministrazione sarà, oltre a Gaeta, quello di Sabaudia) di un asse con Fratelli d’Italia quando quest’ultima forza polituca a livello locale manifesta incertezze su quanto propinato essa stessa da settimane”.

La Lega, dopo il mezzo passo falso del Bar Platani, era uscita allo scoperto e, sostenendo come “il periodo delle liste civiche sia terminato”, aveva auspicato la necessità di “rimettere la politica al centro dell’azione. Il simbolo è la nostra bandiera per morale e per principi. Noi abbiamo cercato la compattezza del centrodestra che altri non hanno voluto”.

Si tratta di concetti fortemente condivisi sinora da Di Vasta che, inspiegabilmente , ha deciso di non rispondere più al telefono e, di conseguenza, di ibernare la posizione del suo partito.

La sabbia nella clessidra della Lega non è – fanno sapere i suoi dirigenti,sia quelli vicini al capogruppo regionale Angelo Tripodi che quelli riferimento della componente dell’ex sottosegretario Durigon – è infinita. Prevedibile è stata la richiesta, che sa di ultimatum, inviata a Di Vasta: “Non possiamo più perdere tempo. Se non si troverà la quadra con Fdi, correremo da soli salvando almeno faccia e dignità”.

Una linea di demarcazione è stata fissata nel prossimo settimana ma l’ex sindaco centrista Giuseppe Matarazzo ha voluto cautelativamente tirare il freno a mano: “La fretta potrebbe rivelarsi ora, più che mai, una cattiva consigliera”.

E una ragione politica ed elettorale c’è: la Lega di Gaeta non ha la stessa cassaforte di voti di Formia e non può permettersi di operare iniziative in solitario che, nonostante esista un accordo di massima con il deputato locale di “Alternativa c’è” Raffaele Trano, potrebbero trasformare in un flop dalla conseguenze politiche pesantissime.

Ma perché Di Vasta non ha più firmato il documento elaborato poco meno di un mese fa al bar Platani? Il giovane portavoce di Fdi avrebbe avuto subito le conseguenze delle assordanti sirene mitraniane. Nonostante la trattativa avviata con i cugini della Lega per non far parte della coalizione di Leccese, Di Vasta aveva appprovato, a sorpresa, nientemeno che il bilancio di previsione2022 tra il disappunto dell’intero partito di Gaeta.

L’ufficializzazione della candidatura a sindaco di Leccese, poi, ha fatto il resto. Anziché cementare l’alleanza tra la Lega e Fratelli d’Italia, l’ha indebolita. E adoperare una forte azione di persuasione nei confronti del capogruppo di Fdi sarebbero stati, in prima persona, il sindaco Cosimino Mitrano ed il suo delfino, Cristian Leccese. Hanno provato, riuscendovi, ad effettuare un’azione di accerchiamento nei confronti di Di Vasta in persona.

Mentre l’ex assessore ai lavori pubblici di An Giovanni Erbinucci – ritenuto politicamente vicino a Fdi- si dimetteva da componente della segreteria particolare del Sindaco, alcuni altri professionisti vicini a Di Vasta non si sono visti confermare i rispettivi incarichi all’interno del comune di Gaeta.

Potrebbe essere stato un caso isolato che non è legato alla definizione degli schieramenti elettorali? Chissà. Intanto il coordinatore e portavoce di Fdi è stato costretto a spegnere il suo telefonino nel momento cui avrebbe ricevuto una pesantissima avance politico-professionale pur di ritornare nel recinto elettorale di Leccese: assumere la presidenza, occupata dal 2016 dal candidato di Forza Italia , della società Laziofarma SpA, la società pubblico-privata, dai conti in attivo e con servizi all’avanguadia, che gestisce le farmacie pubbliche del Consorzio intercomunale “Coifal”.

Un fatto è certo. Se Di Vasta accettasse sarebbe una bella promozione rispetto al ruolo di componente del Cda della farmacia comunale di Gaeta che egli stesso (con Leccese) ha contribuito a fondare e realizzare.

Vittorio Ciaramaglia, il coordinatore comunale della Lega, ha fatto fatica pertanto a celare la propria preoccupazione per questo cordone ombelicale tutt’altro che reciso tra Di Vasta ed il candidato Leccese che, inaugurando il suo info point in piazza della Libertà, ha fatto sapere di “continuare a volere bene a Marco!”.

Nel centro sinistra continuano a punzecchiarsi i due candidati sindaco in pectore, l’ex primo cittadino del Pds Silvio D’Amante e Sabina Mitrano del movimento “Gaeta Comunità di valore”

Il pomo della discordia è stata la pubblicazione sulla sua pagina facebbok di un banner con cui il sindaco dentista di Gaeta, in carica dal 1994 al 2002, ufficializzava i nomi delle liste e movimenti del suo schieramento: Gaeta Futura, Demos, Gaeta 5 Stelle 2050, Insieme per Gaeta, Movimento Progressista e Orizzonti per Gaeta.

E, dopo l’annuncio Natalizio, D’Amante illustrava la ragione del suo ritorno attivo in politica: “Lo faremo animati da un approccio propositivo verso ogni ambito: dal lavoro all’urbanistica, dalla cultura al turismo e alle politiche sociali. Insieme con la partecipazione dei cittadini faremo crescere Gaeta senza lasciare nessuno indietro, con un progetto strategico che guardi al futuro della città per i prossimi dieci anni. In campo mettiamo esperienza e giovani pronti a spendersi per il bene comune, per un futuro dove progresso e inclusione tornino a essere una cosa sola.”

Contemporaneamente Sabina Mitrano in un messaggio video criticava il contenuto il progetto dell’attuale amministrazione comunale per la riqualificazione del Molo Santa Maria nel quartiere di Gaeta S.Erasmo. A polemizzare con la professoressa di lettere non è stato nessun rappresentante dell’attuale amministrazione comunale bensì l’ex sindaco D’Amante.  Semplicemente per sottolineare come la sua avversaria nel fronte progressista sia giunta con un ritardo di… nove mesi.