Cassino / Delitto Serena Mollicone, in aula le intercettazioni di Quatrale e Tuzi

Cassinate Cassino Cronaca

CASSINO  – “Ma quella ragazza era o no Serena?”. Questo interrogativo è stato più volte posto dal Maresciallo Vincenzo Quatrale a Santino Tuzzi l’8 aprile 2008 nella lunga conversazione che, commissionata dalla Procura di Cassino, ci fu tra i due a Sora. Quella chiaccherata tra i due Carabinieri in servizio presso la caserma di Aece fu registrata da Quatrale attraverso una cimice piazzata nella sua auto, una Lancia Lybra. La lunga intercettazione, durata oltre un’ora e mezzo, ha monopolizzato la nuova udienza del processo in corso di svolgimento davanti la Corte d’Assise del Tribunale di Cassino.

Incalzato da Quatrale, Tuzi, morto suicida tre giorni dopo l’incontro, confermò di aver visto “na ragazza” entrare nella caserma ma senza mai specificare se si trattasse o meno di Serena. Santino Tuzi in quei giorni era psicologicamente sotto pressione, era molto preoccupato. Il giorno dopo, il 9 aprile, era atteso in Procura a Cassino dal Sostituto Procuratore Maria Perna: dopo un tentativo di ritrattazione confermò di aver dichiarato 15 giorni prima, il 28 marzo 2008, e dunque, di aver visto Serena entrare nella caserma di Arce laddove – secondo la Procura – sarebbe stata misteriosamente uccisa.

Santino Tuzi dal tono della sua voce registrata nell’intercettazione ambientale era molto preoccupato, nel senso che, lasciato solo dai suoi colleghi di lavoro, temeva di essere addiritturta arrestato perchè – pensava – di essere coinvolto nell’omicidio di Serena. Al maresciallo Quatrale il congedo di Tuzi fu condito di tanta malinconia: “Non so se ci vedremo”. E così è stato. Il brigadiere non resse la pressione psicologica e l’11 aprile di tredici anni fa si tolse la vita con la pistola d’ordinanza che abitualmente non portava mai con se fuori l’orario di servizio.

Santino temeva di non farcela a superare quel momento complicato, acuito anche da una querela intercorsa con il maresciallo Gaetano Evangelista, il Comandante della Stazione di Arce che prese il posto di Franco Mottola. “Quella mattina vidi entrare una ragazza in caserma, ma non ne ho mai parlato con nessuno” rivelò Tuzi a Quatrale non spiegò perchè avesse impiegato sette anni per fare quelle dichiarazioni ì, La mattina del 1 giugno del 2001, il giorno della scomparsa di Serena, secondo l’accusa, in caserma Tuzi si trovava insieme a Quatrale. Ed entrambi, secondo la ricostruzione della Procura, sentirebbero i rumori di una colluttazione, che avrà un esito mortale per Serena, provenire dall’alloggio dei Mottola. I due carabinieri, secondo il pm, invece di impedire o quantomeno denunciare quanto era accaduto, avrebbero redatto un falso ordine di servizio per far figurare che, al momento dell’omicidio, dalle 11 alle 13.30, erano usciti per una missione.

Ecco una parte del colloquio intercettato Quatrale e Tuzi:QUATRALE: “Ma una ragazza o Serena?”, TUZI: “è ‘na ragazza”. QUATRALE: “No. Gli hai detto che è entrata Serena in Caserma?, TUZI:” Poi loro m’hanno detto: “che… come… com’era bionda, era mora?” Prima c’ho detto che non mi ricordavo, poi ho detto io: “boh!””, QUATRALE: “Ma tu con Mottola ne avevi parlato de ‘sta ragazza che era venuta la mattina?”, TUZI: “Ma no! Non ce n’ho parlato. Non c’ho parlato con Mottola, e non l’ho detto a nessuno che questa è venuta una… una ragazza dentro”. Santino Tuzi in effetti stava coinvolgendo anche ul collega. Quatrale infatti dice: “Santi’, tu puoi dire questo qua però, eh, rifletti pure che comunque chi stava co’ te… eh… metti in mezzo ai pasticci nel momento in cui dici: “non ricordo. Non ricordo.” O no?”. Tuzu risponde in questo modo: “Eh! Ma se non ricordo! Ma se non mi ricordo effettivamente, non è che io voglio di’, mi voglio nasconde’ diver… come… come m’hanno detto loro “ti vuoi nascondere dietro a un non ricordo” perché a detta loro, dalla mattina che stavano… hanno… stavano sempre a senti’ “non ricordo, e non ricordo.” Ma io non mi sto a ricorda’ veramente! Umh? Io non mi sto ricordando effettivamente, non mi sto ricorda’ niente! Eh! Può darsi… può darsi che io se… come… siamo stati in Caserma là, può anche darsi che non è venuto nessuno perché, come cazzo è che non mi sto a ricorda’ da quel momento che siamo stati dentro non mi sto… non mi sta a veni’ in mente, dici: “oh! È venuto un cristiano! È venuto questo, effettivamente c’è stato uno che ha suonato lì e non è entrato…”

L’udienza è poi proseguita con l’atteso controesame delle difese, soprattutto di Franco, Marco e Annamaria Mottola, nei confronti del luogotenente Massimo Polletta, l’ufficiale del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Frosinone che contribuì nel 2016 e negli anni successivi alla riapertura delle indagini.

A suo dire Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano si trovavano in Caserma quando fu uccisa Serena quando fu uccisa Serena e gli ordini di servizio sarebbero stati addirittura falsificati. Le difese, soprattutto gli avvocati Mauro Marsella e Piergiorgio Di Giuseppe, hanno dimostrato il contrario . Hanno ribadito invece la veridicità degli stessi ordini di servizio in base ai quali soprattutto il Maresciallo Quatrale si trovava fuori con Suprano e Tuzi per effettuare controlli sul territorio o recapitare atti giudiziari. Il Comandante Franco Mottola la mattina del 1 giugno 2001 insieme ai colleghi della stazione di San Giovanni Incarico si era recato a Frosinone per partecipare alle prove in vista dell’imminente festa dell’Arma

E’ comparso in aula infine anche il luogotenente Riccardo Colella, del Nucleo Investigativo del Comando provinciale. Ha illustrato alla Corte d’Assise il traffico telefonico dei cinque imputati nel giorno del delitto di Serena, si è soffermato sulla caldaia dell’alloggio sfitto della caserma di Arce alla luce del rinvenimento di tracce del suo colore nei capelli e nel nastro adesivo con cui fu immobilizzato il cadavere della studentessa di Arce. Il Luogotenente Colella ha anche riproposto la simulazione fotografica dei Carabinieri dei Ros che presero un manichino, con la stessa altezza di Serena, mentre entrava nella caserma dei Arce. I Carabinieri in servizio quel giorno non potevano non vedere, nonostante un’inferriata, Serena che transitava nel passaggio pedonale esterno alla Stazione dei Carabinieri

Quella di venerdì è stata l’ultima udienza per il 2021 per quanto riguarda il processo di Serena Mollicone. Si tornerà ora in aula il 7 gennaio con la deposizione di diversi testi della Procura in ordine ai presunti falsi ordini di servizio mentre quella del 14 si preannuncia essere l’udienza clou del dibattimento. I Sostituti procuratori Maria Beatrice Siravo e Carmen Fusco interrogheranno due attesi consulenti di parte, l’anamopatologa Cristina Cattaneo e l’ingegner Remo Sala. Hanno evidenziato con la riapertura delle indagini come Serena, al termine di una lite, sia stata scaraventata contro la porta di un bagno dell’alloggio inoccupato della Caserma e, dopo aver perso conoscenza, sia stata imbavagliata con una busta di plastica..