Gaeta / Stop al progetto del “Giardiano della cremazione”, sindaco Mitrano: “non è stato condiviso dal territorio”

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GAETA – L’annuncio, inequivocabile, è del sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano: il comune bloccherà l’iter per la realizzazione e la gestione ventennale di un impianto di cremazione, in località Monte Sant’Angelo, ai confini del comune di Itri. Temporeamente o definitivamente? La risposta di Mitrano: “Penso più la seconda”.

E’ la prima conseguenza della gara andata clamorosamente deserta per la scelta del soggetto privato che avrebbe dovuto realizzare e gestire l’impianto secondo quanto prevede lo strumento del progetto di finanza. E cioè secondo quanto prevede l’articolo 183 del decreto legislativo 50/2016. La gara per l’individuazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa è andata deserta per la mancanza di offerte nei confronti della quale – secondo il sindaco di Gaeta – ha influito il “terrorismo psicologico creato ad arte su un progetto che avrebbe potuto dare importanti risposte ai cittadini”.

Di fatto cala il sipario sull’iter tecnico amministrativo inaugurato con la determina dirigenziale numero 77 del 16 febbraio 2021 dal dirigente del Dipartimento Riqualificazione urbana del comune di Gaeta, Stefania Della Notte. la stessa responsabile ha sentenziato che dell’impianto di cremazione, ai confini dei comuni di Gaeta e Itri, non si parlerà più.  Eppure questo progetto secondo una ricostruzione mai smentita sarebbe una delle cause che lo scorso maggio ha provocato la conclusione anticipata della consiliatura al comune di Itri. Il sindaco avvocato Antonio Fargiorgio aveva voluto vederci chiaro. Aveva dato mandato di impugnare l’esito della conferenza di servizi del comune di Gaeta per quanto riguarda la realizzazione di questo impianto di cremazione. La Giunta, dopo l’okay del consiglio comunale e su richiesta dell’allora primo cittadino, aveva nominato l’avvocato Antonio Cardinale.

Arriva così l’annuncio, amaro, del sindaco Mitrano a bloccare la procedura: “Ci abbiamo provato ma il progetto non è stato condiviso dal territorio”.  Ma su questa problematica aleggiano diverse carte bollate. Sarà il Tar del Lazio, nonostante tutto, a pronunciarsi sulla legittimità dell’iter procedurale con cui si è svolta e conclusa presso il comune di Gaeta la conferenza di servizi sul progetto. Il 3 novembre prossimo il primo grado della magistratura amministrativa dovrà pronunciarsi nel merito della determina dirigenziale del settore ambiente del comune di Gaeta, la numero 764 del 18 settembre scorso, che sintetizzava la positiva conclusione della procedura tecnico amministrativa avviata dall’amministrazione Mitrano per la realizzazione e gestione trentennale dei privati, attraverso il ricorso ad un progetto di Finanza, della contestata opera.

A chiedere il pronunciamento del Tar erano stati diversi comitati civici e cittadini residenti nella zona che,assistiti dall’avvocato Luca Scipione, hanno stigmatizzato come l’infrastruttura sia dannosa sotto il profilo paesaggistico ed ambientale oltre che essere anti economica. Ma soprattutto hanno chiesto di annullare l’esito della conferenza dei servizi perché carente per quanto riguarda il rilascio dei pareri di legge. A tal riguardo il servizio “Difesa suolo” e “Tutela ambientale” dell’amministrazione provinciale di Latina in una diffida aveva rimarcato proprio come manchi il suo parere di legge negli atti della procedura relativamente all’emissione di fumi in atmosfera e allo scarico di acque reflue e ce ne sia, invece, uno poco attinente all’intera vicenda.

A dubitare sulla bontà dello strumento perseguito, il progetto di finanza,  è stato l’attivo segretario di Gaeta del Partito Comunista, Bennedetto Crocco. Ha parlato dell’ “ennesimo tentativo di speculazione privata che l’Amministrazione vuole per oscuri motivi A dimostrazione ancora una volta che il coinvolgimento dei privati viene attuato come modello solo dove i profitti sono garantiti e gli oneri tutti a carico della collettività”.