FORMIA – La scoperta potrebbe riscrivere la storia e ridefinire la religiosità di parte del territorio del sud pontino. Nell’ambito della campagna di scavi che sta interessando da anni la panoramicissima villa di Mamurra sul promontorio di Gianola a Formia sono spuntati i resti di una chiesa cristiana di epoca altomedioevale. L’ha certificato per conto della Soprintendenza ai beni archeologici del Lazio la dottoressa Giovanna Rita Bellini che ha evidenziato come sui resti della monumentale villa appartenuta al ricco cavaliere romano Mamurra – secondo la tradizione sarebbe nato Formia – sia stata edificata una chiesa cristiana laddove avrebbe, oltre ad una cisterna, a due portici e a due piscine che ospitavano gli allevamenti ittici dell’illustre padrone di casa, un tempio pagano in onore di Giano.
La scoperta riveste una notevole importanza scientifica e culturale perché della presenza di questo luogo di culto non è stata fatta menzione in alcun ufficiale documento storico e toponomastico. Questa chiesa poi una caratteristica architettonica “diversa”, quasi autonoma rispetto al luogo su cui è stata eretta. “In totale contrasto” – tiene a precisare nell’intervista video allegata Giovanna Rita Bellini, archeologa e storica responsabile del complesso archeologico di Minturnae e artefice di un’altra campagna di scavi che da mesi sta interessando l’area lungo la riva destra del fiume Garigliano. La chiesa rinvenuta dovrebbe avere avuto tre navate ma ora lo dovranno accertare gli archeologici impegnati nel cantiere della Soprintendenza, Giovanni Murro e Nadia Tilo. La dottoressa Bellini ha rivelato come la scoperta di Gianola non potrebbe essere un’assoluta novità. In un altro promontorio del territorio, quello di Monte d’Argento a Marina di Minturno, sui resti di un ‘castrum’romano non operava una torre costiera di avvistamento ma anche un altro edificio di culto ma “quello è conosciuto dalle fonti”- ha aggiunto la dottoressa Bellini.
Alla campagna di scavi di Gianola sta partecipando anche l’ente Parco Riviera di Ulisse, molto impegnato – e lo ribadisce il funzionario Di Biase – nella rivalutazione e tutela dell’inestimabile patrimonio archeologico del territorio su cui ha la giurisdizione
INTERVISTE Giovanna Rita Bellini, archeologa e Andrea Di Biase, funzionario Ente Parco Riviera di Ulisse