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Minturno / Carmine Violo risponde alle accuse del consigliere Stefanelli

Minturno Politica

MINTURNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota del geometra Carmine Violo, responsabile del servizio lavori pubblici, che risponde alle accuse mosse dal consigliere comunale del Partito Democratico Gerardo Stefanelli.

Carmine Violo
Carmine Violo

Chi più sa, più tace… ed è questo un principio che ha sempre guidato chi scrive nello svolgimento del proprio ruolo all’interno della Pubblica Amministrazione, caratterizzato da responsabilità elevate e scelte difficili, affrontate sempre nella convinzione di dover perseguire il pubblico interesse rimanendo nel preciso solco tracciato dalla farraginosa normativa esistente in materia di lavori pubblici. Scelte sottoposte alla berlina di attacchi immotivati e privi di ogni fondamento, ai quali spesso non si è ritenuto di dover rispondere per evitare di inciampare in quel groviglio di “chiacchiericcio e disinformazione” dal quale nulla di buono può essere tratto, rimanendo al contempo sempre a disposizione di chi, seriamente interessato, volesse essere edotto e ragguagliato sulle diverse questioni.

Ed è proprio in quest’ottica di estrema volontà collaborativa che mi ritrovo a dover comunicare con il Consigliere Gerardo Stefanelli tramite il mezzo che più preferisce, non avendo avuto il piacere di incontrarlo de visu presso gli uffici che tanto male lavorano “con violazione delle regole e dei principi che ispirano la normativa in materia di appalti pubblici”, rispondendo in maniera puntuale e sintetica alle diverse affermazioni fatte.

MANCATA OSSERVANZA DEI CRITERI DI ROTAZIONE
Già una più attenta lettura di quanto riportato sul sito comunale smentisce quanto affermato dal consigliere. Sono regolarmente pubblicati gli elenchi di imprese e di tecnici esterni (periodicamente aggiornati) che possono essere invitati alla procedura di appalto ai sensi degli artt. 122 e 123 del dlgs 163/2006 e relativo regolamento (dpr 207/2010). In realtà chi scrive ha adottato dei criteri anche più restrittivi rispetto alla norma, facendo effettuare ad esempio la gara tra imprese (al fine di produrre maggiori economie per le casse comunali) anche per lavori di importo inferiore ai 40.000,00 € importo che consentirebbe anche l’affidamento diretto secondo i criteri stabiliti dall’art. 125 comma 8. Il tutto nel pieno e concreto rispetto del principio di rotazione.

IMPIANTO DI PUBBLICA ILLUMINAZIONE
Attualmente l’errata misura dei pali “nani” è stata portata a quella di progetto tramite una prolunga fornita e messa in opera dalla stessa azienda Neri, che ha giustamente e correttamente riconosciuto l’errore ed ha proposto una soluzione (corredata di idonea CERTIFICAZIONE) che non ha comportato una riduzione né delle caratteristiche tecniche che estetiche del prodotto fornito rispetto a quello previsto in progetto. È del tutto chiaro ed evidente che sarebbe stato preferibile che la fornitura dei pali avvenisse in conformità all’ordine, ma bisogna anche riflettere in ordine a tutti gli aspetti relativi al problema una volta presentatosi. Si è preferito pertanto evitare la strada di un possibile contenzioso legale il cui esito nel merito della soluzione presentata dalla Neri rispetto ad una ns. richiesta irremovibile di sostituzione integrale del palo con in aggiunta eventuali danni non è così scontato. Inoltre il procedimento legale avrebbe avuto una durata tipica dei procedimenti legali e quindi oltre ai disagi per l’assenza o non idonea pubblica illuminazione, avrebbe potuto mettere a rischio lo stesso finanziamento regionale ottenuto che grazie ai lavori eseguiti ci ha consentito di ottenerne pochi giorni fa un altro che ne consentirà il completamento. La soluzione adottata ha consentito di mettere immediatamente in funzione la pubblica illuminazione man mano che i pali venivano sostituiti con disagio pressoché nullo per la cittadinanza, conseguendo inoltre in tempi brevi un notevole abbattimento (45% ca) dei consumi energetici e della conseguente “bolletta” grazie alle caratteristiche del corpo illuminante adottato.

PIATTAFORME
Si contesta il fatto che sia stato effettuato un primo pagamento alla ditta appaltante senza avere visto sul posto un reale avanzamento degli stessi: tale affermazione mostra la scarsa conoscenza del progetto e del codice degli appalti. Il progetto delle piattaforme prevede la realizzazione delle stesse mediante l’assemblaggio di elementi metallici in gran parte prefabbricati, predisposti in officina e montati poi sul posto assieme a pali e pilastri di fondazione mediante semplici unioni bullonate. La gran parte del lavoro e dei costi dell’opera che deve realizzarsi viene pertanto sostenuta non sul cantiere ma in officina. Ricorre pertanto quanto previsto dall’art. 180 comma 4 del regolamento attuativo del codice degli appalti (dpr 207/2010) che in particolare, nel caso di lavorazioni per le quali il costo dei materiali sia preponderante rispetto alla mano d’opera da utilizzarsi per la posa in cantiere, prevede il pagamento parziale del  così detto  “materiale a piè d’opera”.  Norma che, peraltro, fa salva la facoltà del direttore dei lavori di non accettare il materiale al momento della definitiva consegna in cantiere ove ne ricorrano le motivazioni, rimanendo quindi la lavorazione a rischio e pericolo dell’esecutore.

Si informa poi che il ritardo dei lavori è principalmente conseguente ad una sospensione avvenuta in quanto, consultandoci con la competente area del genio civile, si è ritenuto opportuno re-inviare telematicamente il progetto strutturale redatto secondo le modalità informatiche previste dai nuovi regolamenti della Regione Lazio ed intervenuti successivamente alla sua prima presentazione (2010). Il tutto per evitare problematiche di ordine burocratico successivamente, in particolare in sede di effettuazione trasmissione ed approvazione collaudo. Il nuovo sistema informatico SITAS presenta a volte anomalie che falsano l’invio della documentazione allegata e purtroppo non sempre è possibile procedere alle integrazioni in modo semplice e rapido, richiedendo (non sempre con  successo) l’intervento dell’assistenza informatica della regione. Pertanto l’iter ha richiesto diversi mesi esclusivamente per motivi tecnico procedurali, e solo a Marzo ultimo scorso si è avuto il formale rilascio dell’autorizzazione sismica potendosi così procedere alla ripresa dei lavori. Di tutto lo stato di attuazione dei lavori la Regione Lazio è stata regolarmente e costantemente informata anche di recente”.

“Ovviamente – conclude Violo – tutte queste sono considerazioni che non interessano il consigliere Stefanelli, il quale può condividere o meno le scelte fatte ma ha almeno il dovere di informarsi, cosa che non mi risulta abbia fatto, preferendo tuonare le proprie considerazioni su facebook, twitter o sugli organi di stampa! Di “nano” c’è solo la visione, per non dire altro, di chi fa affermazioni senza venirne neanche preliminarmente ad informarsi direttamente con chi, nell’ufficio messo in discussione, è sempre a disposizione di chi intenda collaborare attivamente alla soluzione dei problemi e non a cercare momenti di gloria propagandistici con la politica del comunicato di facciata che purtroppo sta prendendo piede in Italia a tutti i livelli”.