Sequestro di beni per oltre 3 milioni di euro a un truffatore campano, carabinieri in azione anche a Minturno

Cronaca Minturno

MINTURNO – I Carabinieri della Compagnia di Giugliano in Campania hanno effettuato un’indagine a largo raggio sulla situazione patrimoniale del 64enne Vincenzo Aliano e del suo nucleo familiare: sequestrati beni per 3 milioni di euro anche in provincia di Latina
L’uomo è un noto truffatore di Villaricca ed è attualmente agli arresti domiciliari per vicende pregresse.

I militari dell’Arma – in esecuzione di un provvedimento emesso dal Tribunale di Napoli, Sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione – hanno sequestrato 4 magazzini, 7 appartamenti, 9 autorimesse, 2 villini, 2 lastrici solari e un terreno di circa 500 metri quadrati. I beni, per un valore complessivo di 3 milioni di euro, sono ubicati rispettivamente nei comuni di Giugliano in Campania, Qualiano, Villaricca, Castel Volturno, Sessa Aurunca, Trentola Ducenta e a Minturno.

I Carabinieri di Giugliano – supportati nella fase esecutiva dai colleghi delle compagnie di Caserta e Latina – hanno documentato una macroscopica sproporzione tra i redditi dichiarati e quelli realmente posseduti dal 64enne e dal suo nucleo familiare.

Aliano fu arrestato nel febbraio del 2019, coinvolto in un’organizzazione dedita alle truffe. Gli inquirenti ricostruirono un articolato sistema illecito ordito ai danni di varie compagnie di assicurazione e delle Poste Italiane S.p.A., consistente nella sottrazione, nella clonazione/falsificazione e nel successivo incasso di assegni bancari e circolari inviati per posta ai soggetti beneficiari di risarcimenti e premi assicurativi.

Secondo quanto accertato nel corso delle indagini, gli assegni venivano “intercettati” e sottratti durante la spedizione presso il Centro Meccanizzazione Postale di Roserio (Milano), competente per lo smistamento della corrispondenza spedita su tutto il territorio nazionale. A tal fine, risultò fondamentale l’apporto di 3 dipendenti delle Poste Italiane S.p.A. i quali si prestavano sistematicamente a selezionare e sottrarre gli assegni di cui avevano la disponibilità per poi consegnarli al dominus dell’organizzazione.

Vincenzo Aliano – con diversi precedenti penali per associazione per delinquere, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione, sostituzione di persona, accesso abusivo a sistema informatico/telematico, violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza, truffa e ricettazione – provvedeva alla clonazione/falsificazione dei titoli con la modifica del nome dell’intestatario, apponendovi il nome di altri soggetti – cosiddetti “cambiatori” – anch’essi indagati e denunciati a piede libero i quali, dopo esserne venuti in possesso, procedevano a versarli su propri conti correnti accesi pochi giorni prima. Una volta maturata la “valuta”, gli stessi prelevavano le corrispondenti somme in denaro contante attraverso operazioni di incasso allo sportello – parte delle quali avvenute presso agenzie bancarie del nord Italia – o mediante l’uso di carte bancomat.

Grazie al contributo fattivo di un gran numero di questi “cambiatori” – quelli individuati e denunciati ammontavano a 29 – l’organizzazione è riuscita, solo tra il 2016 e il 2017, a monetizzare oltre 250 assegni rubati incassando indebitamente somme per circa 370.000 euro.