Sperlonga / Hotel Grotta di Tiberio, critiche verso la “commissione di saggi” per il riesame dei titoli edilizi

Politica Sperlonga

SPERLONGA – Se alcune pertinenze abusive dell’Hotel Grotta di Tiberio di Sperlonga vanno demolite perchè lo prevedono alcune sentenze diventate nel frattempo esecutive è assai anomalo che il comune istituisca una commissione di saggi ‘ad hoc’ per riesame i titoli edilizi – il permesso a costruire del 2004, quello in variante del 2005 e la concessione in sanatoria del 1992 – già passati sotto la lente d’ingrandimento del Tribunale di Latina. La determina numero 25 del responsabile della ripartizione del comune di Sperlonga Pietro D’Orazio, avente una copertura di spesa di 4000 euro, è parte integrante di una diffida che il gruppo di opposizione di “Sperlonga Cambia” ha inviato naturalmente al sindaco Armando Cusani – della struttura ricettiva è stato in passato co titolare insieme al suocero – e, per conoscenza, alla Regione Lazio, alla Procura attraverso la locale Stazione dei Carabinieri e alla Prefettura di Latina. A firmare la nota per conto del gruppo consiliare “Sperlonga Cambia”, il consigliere Marco Toscano.

Il Comune aveva deciso di istituire questa commissione – vi fanno parte in qualità di presidente l’ex responsabile della ripartizione urbanistica dei comuni di Formia, Gaeta, Civitavecchia e Ponza Roberto Guratti, il “professionista esterno con notevole esperienza ultratrentennale per ruoli di responsabilità nel settore di edilizia privata ed il geometra del comune di Sperlonga Raffaele Conte in qualità di verbalizzante – per tentare di fare chiarezza sulla questione anche alla luce della “complessità dell’istruttoria delle pratiche” e soprattutto sulla scorta “della innumerevole documentazione giudiziaria e peritale agli atti dell’ufficio”.

La Corte di Cassazione nel 2015 aveva definito “illegittimi” i permessi di costruire del 2004 e del 2005 mentre nel 2017 è stata emessa dalla ripartizione urbanistica del comune l’ordinanza numero 61 di demolizione delle opere abusive, poi annullata a seguito di un ricorso al Tar e di un parere pro veritate di un legale incaricato dallo stesso comune.

Sperlonga Cambia” ha richiesto ora di “conoscere se la procedura amministrativa di richiedere pareri pro veritate o nominare commissioni istruttorie per la rivalutazione dei titoli edilizi, malgrado l’adozione di ordinanze di demolizione o di pronunce della magistratura, sia una procedura utilizzata nei confronti di tutti cittadini di Sperlonga.

Il capogruppo d’opposizione Marco Toscano si è rivolto al Prefetto di Latina Falco e alla Regione, sollecitando di “voler valutare l’adozione di tutti i più opportuni provvedimenti e di vigilare sull’imparzialità e sul buon andamento dell’azione amministrativa presso il Comune di Sperlonga laddove dovessero rilevare profili di illegittimità”.

Prima della lettera di Toscano alla Prefettura e alla Procura era intervenuto con una durissima presa di posizione l’ex capogruppo di minoranza Nicola Reale. Alla testa del movimento civico “Partecipazione Attiva” lo storico avversario di Cusani al Comune di Sperlonga nel corso dei suoi primi due mandati amministrativi ha definito “l’ultima follia” ma anche la “geniale trovata comica” la decisione del dirigente della ripartizione urbanistica D’Orazio di verificare, attraverso la determina numero 25, la legittimità di precisi e delicati atti amministrativi del comune in ordine agli interventi edilizi realizzati presso l’hotel “Grotta di Tiberio”. Quella di D’Orazio – ha esordito Nicola Reale – è “l’ultima di una lunga serie di follie amministrative messe in campo dalla sequela di dirigenti che da anni tentano con ogni mezzo di non eseguire le sentenze della magistratura passate in giudicato relative all’abbattimento delle parti abusive dell’Hotel Grotta di Tiberio. Ora bisogna verificare la legittimità di atti che sono stati dichiarati illegittimi da una pluralità di sentenze e che, quindi, il Comune avrebbe, per legge, dovuto annullare, procedendo agli abbattimenti stabiliti dalle sentenze stesse”.

In un post sul profilo facebook il coordinatore di “Partecipazione attiva” ha rivelato che “proprio qualche settimana fa è giunta all’ingegner D’Orazio un ennesimo esposto che dava l’ultimatum di 30 giorni per procedere al ritiro dei citati titoli autorizzativi. La risposta del dirigente è nella determina numero 25. E’ un tentativo di creare una nuova “pietra d’inciampo”, nomina una commissione per la “rivalutazione” di quei titoli edilizi. Si tratta di una invenzione tanto fantasiosa quanto assurda e inutile – osserva Reale – Basti solo pensare che nella legislazione italiana non esiste e non è mai esistito l’istituto della “rivalutazione dei titoli edilizi”. La determina di D’Orazio ha nominato “per la istruttoria delle pratiche” un architetto, un ingegnere e un geometra: “Per ora non è dato sapere se i tre professionisti abbiano accettato l’incarico. Ma a questo punto emerge un’altra “stranezza”: uno dei tre tecnici è un dipendente comunale coinvolto nelle intercettazioni del processo Tiberio 2 e inserito dagli inquirenti nella lista degli indagati. Sono cose di normale amministrazione in una amministrazione che normale non è mai stata.

Nella polemica è intervenuta anche l’ex sindaco di Formia Paola Villa che, ormai in campagna elettorale, ha chiesto o, meglio, ha sollecitato l’intervento del Prefetto di Latina Falco sul rispetto di talune ordinanze di demolizione emesse dal comune di Sperlonga. Per Reale è stato il miglior assist per innescare un autentico incendio: “Le nuove norme in materia di repressione degli abusi edilizi, consentono ai prefetti di intervenire adottando i poteri sostitutivi in materia di repressione di abusi edilizi”.

Il nuovo testo dell’articolo 41 entrato in vigore con la legge di conversione dell’11 settembre 2020 del decreto-legge n. 76/2020 dispone infatti che:1. in caso di mancato avvio delle procedure di demolizione entro il termine di centottanta giorni dall’accertamento dell’abuso, la competenza è trasferita all’ufficio del prefetto che provvede alla demolizione avvalendosi degli uffici del comune nel cui territorio ricade l’abuso edilizio da demolire. Per la materiale esecuzione dell’intervento, il prefetto può avvalersi del concorso del Genio militare, previa intesa con le competenti autorità militari. 2. Entro il termine dei suddetti 180 giorni, i responsabili del comune hanno l’obbligo di trasferire all’ufficio del prefetto tutte le informazioni relative agli abusi edilizi per provvedere alla loro demolizione.

La conclusione di Nicola Reale è dialetticamente e politicamente pirotecnica: “Dobbiamo pensare che il Prefetto di Latina non conosca la legge? O che incorra nel reato di omissioni in atti di ufficio? Per questo reato ero intenzionato a denunciare l’attuale prefetto di Latina ma- rivela il coordinatore di “Partecipazione Attiva” – Non ho trovato un avvocato che patrocinasse la mia iniziativa. La magistratura troppo spesso è strabica o distratta, la politica è assente, i cittadini sono disinteressati o impotenti: è il terreno ideale dove prolifera il malaffare e si radicano mentalità e comportamenti mafiosi, divenendo intrinseci al tessuto politico, economico e sociale del territorio”. Passo e chiudo.