Gaeta / Impianto di cremazione, parte il ricorso al Tar

Cronaca Gaeta

GAETA – Continua a non piacere il progetto di finanza promosso dall’amministrazione comunale di Gaeta in località Monte Sant’Angelo, ai confini del comune di Itri, per realizzare il cosiddetto “Giardino della cremazione “, la cui gestione, attraverso un bando di gara in scadenza il prossimo luglio, verrebbe affidato ai privati per i prossimi trent’anni. Dopo le schermaglie politiche ed l’interessamento nei giorni scorsi della commissione trasparenza, in occasione della quale il sindaco Cosmo Mitrano ha preannunciato una concertazione con i cittadini dopo la conclusione del bando in corso, sono stati formalizzati i primi ricorsi al Tar di numerosi privati e comitati civici che intendono bloccare l’iter per la realizzazione dell’intera e contestata struttura.

Sono stati impugnati una “pioggia” di atti amministrativi, tra cui la delibera di consiglio comunale numero 75 del 17 dicembre 2019 che in variante al Prg approvava il progetto preliminare, la determina del dirigente del Dipartimento Riqualificazione Urbana che il 18 settembre 2020 prendeva atto della conclusione cui era giunta (dal 5 marzo all’11 agosto 2020) la conferenza di servizio, i diversi pareri favorevoli espressi dalla Soprintendenza archeologica e dall’Autorità di bacino dell’Appennino Centrale e, poi la delibera consiliare numero 64 del 25 novembre scorso che ratificava, a sua volta, l’esito della conferenza di servizi convocata sull’argomento. Il ricorso al Tar, sottoscritto dall’avvocato Luca Scipione, fa leva su una miriade di considerazioni normative ed amministrative e soprattutto sulla scelta infelice del sito dove insistono numerosi reperti archeologici di epoca romana ed una fiorente attività agricola e olivicola. E’ stata promossa una petizione popolare ma nel mirino è finita più complessivamente l’attività tecnico amministrativa del comune di Gaeta. Viene innanzitutto ipotizzata la violazione della delibera di Giunta regionale del lontano 1973 che, approvando il primo e tuttora vigente piano regolatore della città, ipotizzava la costruzione del nuovo cimitero di Gaeta proprio in località Monte Sant’Angelo sottoponendo a vincoli espropriativi per i successivi cinque anni i terreni occorrenti. Il nuovo cimitero non è mai stato realizzato entro il 1978 e pertanto quel vincolo – sostengono i ricorrenti al Tar – oltre ad essere decaduto non è stato contestualmente mai più rinnovato. Il progetto di finanza violerebbe, inoltre, il regolamento di polizia mortuaria del comune di Gaeta contenuto nel Dpr 285 del 10 settembre 1990. All’articolo 78 si legge che “gli impianti crematori devono essere costruiti entro i recinti dei cimiteri e sono soggetti, per quanto il loro uso, alla vigilanza del sindaco”. E’ quello di Gaeta si trova da tutt’altra parte, in via Garibaldi, nel quartiere di Serapo.

Nei suoi ricorsi al Tar l’avvocato Scipione ha chiamato in causa quanto prevede la sentenza numero 5930 della quarta sezione del consiglio di Stato secondo la quale “nell’attuale sistema normativo in tema di polizia mortuaria non è consentita la realizzazione di forni crematori al di fuori dei cimiteri e che i cimiteri possono possedere eventuali costruzioni accessorie quali camere mortuarie, sale d’autopsia e forni crematori”. Insomma i forni crematori devono essere costruiti entro i recinti dei cimiteri e, quindi, è assolutamente vietata la realizzazione di un forno crematorio all’ esterno dei cimiteri. In località S. Angelo a Gaeta non esiste alcun cimitero, quindi il Comune di Gaeta non poteva prevedere certamente la realizzazione di un forno crematorio…

L’avvocato Scipione nei suoi ricorsi al Tar contesta l’andamento e le decisioni cui è giunta la conferenza di servizio convocata e presieduta dal dirigente del comune di Gaeta Stefania Della Notte. La Prefettura di Latina, per esempio, sarebbe dovuto essere la prima amministrazione ad esprimere il parere per la realizzazione di questa contestata struttura. L’ articolo 343 del Regio Decreto numero 1265 del 27 luglio 1934 prevede che “la cremazione dei cadaveri è fatta in crematori autorizzati dal prefetto, sentito il medico provinciale. I comuni debbono concedere gratuitamente l’ area necessaria nei cimiteri per la costruzione dei crematori”. Nel 1934 esisteva il medico provinciale, ora c’è l’Asl. Nella conferenza dei servizi non c’è traccia di questi due pareri complementari l’uno con l’altro. La Prefettura di Latina il 13 febbraio 2020 fu chiarissima: dichiarò la propria incompetenza nella materia sanitaria “essendo quest’ultima – si legge nei vari ricorsi al Tar – dell’Asl”. E poi l’Autorità sanitaria in sede di conferenza di servizi concesse un parere di massima. Fu chiara con il comune di Gaeta: “Il mio parere di legge sarà concesso quando avrà una vostra precisa relazione tecnica”. A dire dei comitati civici e dei privati questo atto non è mai partito da piazza XIX Maggio. Nei ricorsi al Tar è contestato, inoltre, il parere rilasciato dall’Autorità di Bacino dell’Appennino Centrale che ha sostituito l’Autorità di Bacino della Regione Lazio che sul territorio regionale indirizzava, coordinava e controllava le attività conoscitive di pianificazione, di programmazione e di attuazione degli interventi attraverso la redazione del progetto del Piano dei bacini regionali e dei progetti dei piani stralcio, la definizione e l’ aggiornamento del bilancio idrico e l’ adozione delle misure per la pianificazione dell’ economia idrica, la vigilanza ed il controllo sull’ attuazione dei piani, l’ effettuazione di studi, indagini e attività conoscitive e il coordinamento della programmazione degli interventi inerenti la difesa del suolo.

L’ Autorità di Bacino dell’ Appenino Centrale ora deve provvedere a elaborare il Piano di bacino distrettuale e i relativi stralci e a esprimere parere sulla coerenza con gli obiettivi del Piano di bacino dei piani e programmi dell’ Unione europea, nazionali, regionali e locali relativi alla difesa del suolo, alla lotta alla desertificazione, alla tutela delle acque e alla gestione delle risorse idriche.

Secondo l’avvocato Luca Scipione “è di palmare evidenza, quindi, che l’ Autorità di Bacino dell’ Appenino Centrale, analogamente alla precedente Autorità di Bacino della Regione Lazio, non ha nessuna competenza ad esprimere pareri concernenti la realizzazione di un’ opera, pubblica o privata che sia, all’ interno di un’ area classificata nel vigente Stralcio del Pai”. E ancora in materia di difesa del suolo in ordine a “nuovi edifici di qualsiasi tipo e destinazione” appartiene alle Province. Sono loro che hanno la competenza ad esprimersi sulla realizzazione di nuovo edificio all’ interno di una determinata area classificata nel Pai come a rischio frane, a rischio inondazione e a rischio idrogeologico. Il comune di Gaeta “oltre ogni ragionevole dubbio” ha chiesto il parere di legge ad un ente sbagliato, l’ Autorità di Bacino dell’ Appenino Centrale, quando la competenza, alla luce di quanto previsto dall’ articolo 9 della legge regionale numero 58/1998, è… della Provincia di Latina.

E non è finita. La Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Frosinone, Latina e Rieti nel suo parere del 24 ottobre 2019, dopo aver dato il proprio parere favorevole ai sensi dell’articolo 25 del decreto legislativo 50/2016, afferma erroneamente che la zona interessata non risulta essere interessata da vincoli paesaggistici. “Questa affermazione è erronea- si legge nel ricorso al Tar chiamato ad esprimere la sospensiva nei confronti di tutti gli atti impugnati – in quanto non ha assolutamente tenuto conto che l’intera zona è attraversata dal Fossato S. Angelo. E’ incluso nell’elenco delle acque pubbliche contenuto in un regio decreto di 112 anni fa, il numero 9 dicembre 1909”. Un altro vizio, formale e sostanziale condita da un’altra e più grave dimenticanza: il progetto preliminare per la realizzazione di un impianto di cremazione avrebbe meritato una specifica autorizzazione o atto di assenso di natura paesaggistica. Il motivo? Facilissimo, l’ opera ricade all’ interno della fascia di 150 metri dal Fossato Sant’ Angelo. Ma tanto…