Formia / Un anno fa, il primo caso di positività al Covid-19 all’ospedale “Dono Svizzero”

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FORMIA – E’ trascorso un anno dall’arrivo del primo caso di paziente positivo al Covid-19 all’ospedale “Dono Svizzero” di Formia. Dopo giorni di fakenews, in un clima di ansie e paure, quella che stava per essere sancita formalmente come una “Pandemia” aveva bussato prevedibilmente anche alle città del Golfo di Gaeta. Era tardo pomeriggio quando la notizia venne resa ufficiale e a ricordare quegli attimi è proprio l’ex-sindaco della città Paola Villa che fino a dicembre del 2020 ha gestito quella che da quel marzo sarebbe diventata la più grande “emergenza sanitaria”, ma anche “economica”, degli ultimi anni.

Un anno fa. Alle 18.30, arriva la telefonata del primo caso Covid al ‘Dono Svizzero’, non è di qua la paziente, è di Cremona – ricorda l’ex- Primo Cittadino di Formia –  e fu un susseguirsi di messaggi. Piove a dirotto, i giornalisti sono in attesa, mentre si ragiona  al telefono con il Prefetto e tutti i Sindaci del comprensorio. Ordinanza di chiusura delle scuole, comunicati, note, telefonate…”. Questo evidentemente fu solo l’inizio. Da quei giorni prese il via una necessità continua e costante di tenersi aggiornati, di capire, di valutare situazioni e prendere decisioni. Fu così per la politica centrale, locale, ma anche per tutta la società civile.

“Iniziarono nottate trascorse a leggere Decreti, ad organizzare supporti  –  come il Centro Operativo Comunale (COC) nella Sala Falcone-Borsellino da allestire – a  pensare come non lasciare nessuno indietro grazie anche all’aiuto e alla presenza costante  della Protezione Civile e la Polizia Municipale, così come di  tanti i volontari che hanno donato cura e attenzione alla città.  La Segreteria era sempre pronta – a tutte le ore –  a protocollare Ordinanze, a dare indicazioni rispondendo alle Faq.  Si chiuse tutto – scrive commossa, dopo trecentosessantacinque giorni Paola Villa –  si aprì il cuore; a volte smarrimmo la fiducia per stanchezza, ma fu sempre solo per un attimo. Si mangiava con gli occhi al computer, la macchina del caffè lavorava a pieno regime:  le telefonate ai positivi, le risposte ai cittadini, l’Ospedale la preoccupazione più grande, le zeppole di San Giuseppe arrivate per ristorare e mandate per alleviare anche se per pochi minuti una vita e un lavoro di turni massacranti al Pronto Soccorso; un dolce offerto da un ristoratore il 25 aprile passato in Comune, come la Pasqua e la pasquetta per consegnare le ultime uova ai bambini, tutti i bambini di Formia che erano in attesa”.

E’ chiaramente un turbinio di emozioni quello che avvolge le considerazioni dell’ex-sindaco di Formia che chiude il suo messaggio con un adagio:  “Coraggio non vuol dire avere la forza di andare avanti, ma di andare avanti anche quando non si ha nessuna forza”.

Il giorno prima, quel caso che il tre marzo ufficializzò l’ingresso del Covid-19 al nosocomio formiano, aveva cambiato la storia della vicina Minturno, dove si trovava inizialmente. “ Il 2 marzo del 2020,tardo pomeriggio  – ricorda anche il sindaco di Minturno, Gerardo Stefanelli  –  arrivò  la telefonata con cui si annunciava la positività della signora Anna. Il primo caso di Covid a Minturno”.

“In questi 12 mesi – riepiloga il Sindaco di Minturno, ripercorrendo con il pensiero tutti i giorni trascorsi – 865 concittadini ( su 20.000) hanno contratto il virus, diversi sono finiti in ospedale, 10 di loro non sono più ritornati ad abbracciare i loro cari: a tutte le famiglie che hanno sofferto in questi mesi va il nostro abbraccio affettuoso e il nostro sostegno. Ci aspettano ancora settimane e mesi difficili, cerchiamo di viverli con responsabilità nell’attesa che il piano vaccinale possa coprire al più presto il maggior numero di cittadini. Lo so, Siamo tutti stanchi di questa vita a metà, ma dobbiamo avere ancora un po’ di pazienza con la speranza di poter vivere la ‘nostra’ estate. Forza e coraggio”.

Così questo triste anniversario diventa l’occasione di rivolgere un pensiero a tutte le vittime di questo virus – in primis, in questo caso,  proprio alla signora Anna – e  ricordarci che non dobbiamo assolutamente ancora abbassare la guardia, che è tutto più faticoso, ma con l’impegno e il senso di responsabilità di ognuno ne verremo fuori.