Contagi a Santi Cosma e Damiano, i termalisti di Suio si difendono: “Fatto meramente occasionale”

Attualità Castelforte

CASTELFORTE – Le terme di Suio a Castelforte dalla conclusione del lockdown stanno facendo il massimo per garantire la massima attenzione per la sicurezza dei propri clienti attivando tutti i protocolli e le norme di prevenzione regolamentate dall’Istituto superiore di Sanità. La conferma è stata più volte ribadita dalla stessa Asl di Latina. E’ stato, poi, un “fatto meramente occasionale” che molti degli 11 contagi di venerdì scorso di Santi Cosma e Damiano censiti dalla stessa Asl abbiano partecipato ad una festa organizzata all’aria aperta a bordo di una piscina di un complesso termale di Suio utilizzata per “fini tutt’altro che curativi” da parte di un gruppo di persone “venute da fuori e poi dirette altrove”.

Già alla prese con una crisi economica senza precedenti, acuita dall’emergenza Covid, gli operatori del settore, l’”Ats”, l’associazione dei Termalisti di Suio, e la “Fost”, la federazione operatori di Suio Terme, hanno alzato la voce precisando, innanzitutto, come la piscina che la vigilia di Ferragosto ha ospitato la festa con la partecipazione degli 11 positivi di San Cosma si trovi “in una zona totalmente distinta e comunque distante sia dall’hotel che dalle terme della struttura” .

L’attiva presidente della “Fost”, Dalida Santamaria, ha chiesto ed ottenuto l’intervento del sindaco di Castelforte, Giancarlo Cardillo,per “evitare possibili danni economici alle già fragili economie delle attività esistenti nell’area termale di Suio”. Purtroppo alla diffusione della notizia alcuni clienti sarebbero ripartiti in tutta fretta,altri hanno subito disdetto precedenti prenotazioni. A sostegno dei termalisti di Suio era giunta in soccorso anche la Confcommercio Lazio di Minturno Scauri che aveva espresso la propria solidarietà “a tutela delle imprese rappresentante che stanno rispettando con attenzione le regole anti Covid. Purtroppo è un sistema che sta faticosamente tentando di superare il periodo critico creato dal lockdown”.

Legittime prese di posizione ma demonizzare la stampa, capace secondo taluni rappresentanti economici di favorire la caccia all’untore,può apparire fuorviante e pericoloso. Quasi un alibi. Se le notizie ci sono – è una vecchia regola di questo mestiere – vanno date. Perché? Sott’olio deve finirci altro. O almeno…