Formia / Bilancio, arriva la diffida del Prefetto per la mancata convocazione del consiglio comunale

Formia Politica

FORMIA – La diffida è arrivata. Se entro il prossimo 29 luglio il consiglio comunale di Formia non approverà il rendiconto della gestione per l’esercizio finanziario 2019 sarà nominato un commissario straordinario e si avvierà la procedura dello scioglimento dello stesso massimo consesso civico. Firmato il Prefetto di Latina Maria Rosa Trio. Questa diffida forse potrebbe essere stata uno degli ultimi atti firmati dall’alta funzionaria palermitana del Ministero degli Interni prima di andare ad assumere la guida della Prefettura di Lecce.

Al comune di Formia tutti attendevano l’arrivo di questa diffida che naturalmente ha una valenza formale perché la maggioranza pensa di approvare il rendiconto per l’esercizio finanziario nel consiglio comunale già convocato per il 15 luglio. Questo adempimento – secondo la legge – doveva essere formalizzato entro il 30 giugno ma la maggioranza pensava di evitare il richiamo del Prefetto di Latina avendo convocato il consiglio di metà luglio entro il termine ultimo del 30. Ma non è bastato. Ed il segretario generale Alessandro Izzi ha preso carta e penna e ha scritto al presidente dell’assemblea Pasquale Di Gabriele e ai 24 consiglieri comunali in carica a Formia ricordando che hanno 20 genti giorni di tempo, che scadranno pertanto il 29 luglio, per approvare il rendiconto dell’esercizio finanziario. In caso contrario tutti a casa.

Intanto si è insediata al Comune di Formia una nuova commissione consiliare che, fortemente voluta dal gruppo consigliare della Lega prima ancora dell’emergenza del Covid 19, vuole contribuire ad instaurare un filo diretto con il management dell’Asl per concertare una serie di iniziative finalizzate a migliorare la funzionalità e l’operatività dell’ospedale “Dono Svizzero” . Si tratta della commissione “Sanità” alla cui presidenza è stato eletto all’unanimità un operatore del settore, un infermiere professionale che intende investire il suo bagaglio esperienziale ed umano maturato all’ospedale “Maggiore” di Bologna dove lavora da anni. Antonio Capraro,capogruppo della lista “Formia Vinci”, ci teneva tanto a guidare anche questa commissione che possiede lo stesso rango delle altre varate dal consiglio ad inizio mandato. E in quest’ottica ha ottenuto anche il voto favorevole di tutti rappresentanti delle minoranze in una seduta inaugurale che ha avuto un ospite d’eccezione: il neo direttore sanitario dell’ospedale di Formia (ma anche di quelli di Gaeta, Fondi e Terracina) Pino Ciarlo. Sono state affrontate le più importanti tematiche sul tappeto, dal ruolo importantissimo svolto dal “Dono Svizzero” nel contrastare da inizio marzo l’emergenza Covid 19 all’ipotesi progettuale della realizzazione del “Policlinico del Golfo” che vede ancora Formia protagonista nel piano di rilancio della sanità pubblica dopo la conclusione (almeno) dell’allarme sanitario provocato dal Coronavirus.

Unico momento di forte imbarazzo e di gelo in occasione dell’insediamento della commissione sanità c’è stato quando il presidente del consiglio comunale, Pasquale Di Gabriele, che aveva firmato la convocazione inaugurale,ha presentato a Ciarlo i rappresentanti delle opposizioni e della maggioranza. E nell’elenco di quest’ultima aveva inserito anche il nome del consigliere Giovanni Costa che, risentito dopo essere polemicamente fuoriuscito dalla coalizione di governo, ha rimproverato “in diretta” Di Gabriele: “Presidè, penso che ti stia sbagliando…”. Capraro ci teneva tanto a presiedere questa nuova commissione. Da due anni guida anche quella all’ambiente che, benché avesse la sotto delega alla sanità, aveva auspicato un doveroso sdoppiamento amministrativo.

Intanto la commissione ambiente nella sua ultima si è occupata della querelle della mancata delocalizzazione degli impianti di acquacoltura e di itticoltura a largo di Punta Stendardo e, in quest’ottica,ha dato mandato alla Giunta di diffidare la Regione circa il rinnovo delle concessioni, alcune ampiamente scadute, e di formalizzare una richiesta di accesso agli atti per la verifica di potenziali concessionari morosi e di investire direttamente la Capitaneria di porto per verificare eventuali forme di abusivismo legate a queste speciale attività economiche ed imprenditoriali. A replicare a Capraro è il capogruppo del Partito Democratico ClaudioMarciano che accusa la maggioranza di “aver perso praticamente un anno” dopo che il consiglio comunale, “su nostra proposta”, aveva approvato una linea di indirizzo sugli allevamenti di cozze ed orate davanti il litorale e la spiaggia formiana di Vindicio. “Purtroppo, nessuna delle indicazioni deliberate dal consiglio è stato attuata dalla Giunta. La delibera prevedeva che la Sindaca relazionasse già nel luglio 2019 sull’attuazione del deliberato. Siamo a Luglio 2020 e dobbiamo prendere atto che nulla di quanto chiesto dal Consiglio è stato eseguito”. La data di conclusione delle concessioni si avvicina, mancano ormai pochi mesi e la a Regione ha commissionato uno studio per verificare dove e perché collocare le gabbie, “senza escludere che le terrà lì dove sono adesso”.

“Ad oggi non abbiamo uno straccio di studio che possa controdedurre quello della Regione – ha accusato Marciano – Soprattutto, che mostri l’incompatibilità tra l’acquacoltura e lo sviluppo ecologico ed economico della riviera di ponente. Oltre, infatti, all’inquinamento, le ragioni per cui chiediamo lo spostamento off shore degli allevamenti è il loro impatto paesaggistico e l’occupazione di uno specchio di mare utile alle attività veliche, e al modello di sviluppo su cui Formia vuole puntare per il futuro”. Marciano invita il sindaco Villa a fare praticamente due cose: la verifica delle concessioni e denuncia di quelle scadute ma operanti e diffidare la Regione a procedere con la proroga di quella attuali perché incompatibili con L’area sensibile del Golfo”. Per Marciano, infine, “C’è una terza cosa da fare, la più importante: commissionare una ricerca all’università che valuti sia impatto ambientale che socio-economico delle concessioni. A cosa serve? –s’interroga concludendo Marciano – A portare numeri porti alla discussione con la Regione per dimostrare quanto quegli allevamenti siano un servitù ingiusta che Formia non vuole più pagare non per vezzo, ma per diritto alla città”.

Quella ricerca avrà un costo ma per il capogruppo Dem “non è un problema investire risorse in ricerca applicata allo sviluppo locale. Un anno fa la maggioranza rifiutò di approvare anche questa misura, perché la sua mentalità provinciale è piccolo borghese non le consentiva di comprendere il valore strategico della conoscenza. Vediamo se nel frattempo ha cambiato idea”.