LATINA – “L’operato del gestore del servizio idrico dell’ATO 4 è sotto gli occhi di tutti da anni e questo non certo per aver offerto un servizio all’altezza del costo delle bollette richieste ma per scelte discutibili che oggi regalano ai cittadini una delle reti peggiori d’Italia per dispersione idrica mentre agli azionisti privati utili netti ogni anno di svariati milioni di euro”. Così Gaia Pernarella, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che in una corposa interrogazione con richiesta di risposta scritta analizza in particolare la situazione dei comuni del sud pontino, quelli che si approvvigionano attraverso le sorgenti di Mazzoccolo e Capodacqua.
“Le recenti dichiarazioni dell’amministratore unico di Acqualatina SPA – osserva Pernarella -, ci hanno letteralmente fatto balzare sulla sedia: ancora una volta, come già con il precedente amministratore durante la crisi idrica del 2017, si è tornato a cuor leggero a parlare dell’installazione, in un territorio già gravato da numerosi stress ambientali, di dissalatori mobili per ovviare a una carenza idrica che non avrebbe ragion d’essere in una parte della Regione tradizionalmente ricca d’acqua. E guarda caso, come peraltro noto, a guadagnarci da questa scellerata soluzione sarebbe proprio l’azionista Veolia, principale azienda internazionale in questo campo nonché partner privato al 49% di Acqualatina attraverso la società Idrolatina. Un’operazione vergognosa qualora andasse in porto – ribadisce Pernarella -, come si sta peraltro rivelando quella per lo scavo di nuovi pozzi in località 25 Ponti dove, a costi altissimi, non si sta raggiungendo l’obiettivo prefissato e si sta anzi rischiando di danneggiare irreparabilmente la falda con l’ingresso di acqua salmastra. Per questo e altro, tra cui la vergognosa situazione dei dissalatori sulle isole pontine, chiediamo alla Giunta regionale di capire che provvedimenti stia adottando: quale sia l’attuale situazione delle sorgenti del sud pontino, il numero e i volumi d’acqua destinati all’approvvigionamento”.
“Come poi – aggiunge -, sono stati impiegati i fondi per l’emergenza idrica erogati dal Governo nell’agosto del 2017, circa 19 milioni di euro e, soprattutto, che attività di controllo stia mettendo in campo la Regione sul gestore del servizio idrico per far sì che quest’ultimo si prodighi per la risoluzione definitiva dei problemi. In ultimo ma non per ultimo – conclude la Consigliera 5 Stelle – le ragione per cui a sei anni dall’approvazione della Legge regionale 5 la Giunta non abbia ancora provveduto agli adempimenti di sua competenza: Piano di sicurezza delle acque destinate al consumo umano, banca dati sulla gestione delle risorse idriche, regolamento riportante i criteri e le modalità di assegnazione delle risorse, la definizione dei bacini idrici per la riorganizzazione della gestione del Servizio Idrico Integrato”.