Formia / Buoni spesa, i dubbi del Pd sulle procedure di assegnazione

Formia Politica

FORMIA – Non convincono al nuovo corso politico del Pd di Formia le procedure sinora utilizzate dall’amministrazione comunale per dare concretezza ad una serie di misure e interventi a favore delle famiglie colpite dalle conseguenze economiche del Coranavirus. Uno su tutti lo strumento dei Buoni Spesa. E così che neo coordinatore comunale Pd Luca Magliozzi e il presidente dell’assemblea degli iscritti, Gennaro Ciaramella, hanno preso carta e penna e hanno chiesto – stranamente non compare la firma del capogruppo consiliare Claudio Marciano – al sindaco Paola Villa e ai dirigenti dei settori sviluppo economico e servizi sociali, Tiziana Livornese e Rosanna Picano, i dovuti chiarimenti e informazioni.

A seguito del trasferimento al comune da parte della Regione e del governo di fondi vincolati per la distribuzione di buoni alimentari destinati agli individui e ai nuclei familiari che – come detto – versano in condizioni di disagio economico a seguito dell’emergenza del Covid 19. Il Comune di Formia il 30 marzo scorso ha emanato un avviso pubblico per costituire un elenco di attività interessate ad accettare i Buoni Spesa attraverso una comunicazione da effettuare entro il 2 aprile. Nell’avviso si faceva espressamente riferimento a buoni “emessi dal Comune”, stabilendo che gli esercizi commerciali avrebbero dovuto procedere alla richiesta di pagamento mediante fatturazione elettronica al Comune di Formia, con pagamento a 30 giorni. Il comune si impegnava a pubblicare l’elenco di tutte le attività della città che decidevano di accettare i buoni spesa secondo queste modalità.

“Dopo quasi un mese non è stato pubblicato alcun elenco di esercenti aderenti all’iniziativa, come non vi è traccia di buoni emessi dal Comune – fanno rivelare Luca Magliozzi e Gennaro Ciaramella – Mentre ci risulta che siano stati consegnati buoni spesa sotto forma di “Ticket Restaurant” della società “Edenred” e di “Gift Card” spendibili solo in determinati discount. E’ stata data comunicazione o prodotto qualche atto amministrativo in merito? Che fine ha fatto l’avviso pubblico?”

Per il Pd il rischio di “rendere inefficaci i cospicui aiuti che Governo e Regione hanno messo in campo si fa sempre più concreto” dopo aver denunciato nelle fasi iniziali della pandemia “l’inadeguatezza dei parametri” per l’assegnazione dei Buoni Spesa. Magliozzi e Ciaramella li avevano definiti “troppo stringenti e non adeguati ad affrontare i fabbisogni dalle fasce sociali più colpite dall’emergenza” e chiesero ed ottennero la “completa revisione”, in senso meno restrittivo, i criteri necessari per poter accedere ai fondi messi in campo dal governo per far fronte alle necessità primarie legate all’emergenza Covid 19.

La nuova lettera dei Democratici, “nel merito”, mette in discussione quelle che vengono definite “l’efficacia e la trasparenza” delle modalità di erogazione dei buoni spesa alle famiglie economicamente in affanno: “Sarebbe molto grave se si fosse optato per modalità diverse da quelle previste dall’avviso del 30 marzo. In primo luogo è esiguo il numero delle attività che aderiscono al circuito ‘Ticket Restaurant’, lo sono solo pochi ipermercati e verrebbero completamente tagliate fuori le aziende più piccole e le attività di quartiere. Molti commercianti, inoltre, hanno provveduto ad accettare i pochi Ticket Restaurant sinora distribuiti pur non essendo convenzionati con la società emittente, facendo ingenuamente riferimento all’avviso pubblico. Qui l’invito a fare una campagna di informazione ai propri soci, lo rivolgiamo alle associazioni di categoria, che speriamo siano state almeno consultate preventivamente sulle modalità di erogazione dei buoni spesa”.

E la lettera del Pd chiede di conoscere se “sia stato pubblicato l’elenco delle attività aderenti e se sia stata fornita un’adeguata pubblicità a questo elenco; le modalità con le quali questi buoni siano stati emessi; se, contrariamente a questo specificato nel bando del 30marzo, il comune si sia avvalso di una piattaforma esterna per l’emissione di questi buoni spesa; il numero di domande pervenute al comune da parte delle famiglie dopo la modifica dei parametri richiesti ed il numero dei quelle istruite e, infine,il valore dei buoni spesa materialmente consegnati agli aventi diritto”. “Noi siamo in attesa di avere chiarimenti su questi dubbi – concludono Magliozzi e Ciaramella – Ci sentiamo comunque di consigliare di mettere da parte una gestione accentrata e solitaria dell’emergenza, optando per un maggiore dialogo sia all’interno della stessa maggioranza, sia con le opposizioni e, soprattutto, con l’intera città”.