Gaeta / Cantiere edile “Parco Nato” in località Calegna, l’esposto ai Carabinieri Forestali

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GAETA – Sono tante ed intriganti le domande che le forze politiche e civiche che hanno fatto parte costituiscono la coalizione “Insieme con Silvio D’Amante” hanno rivolto in un mirato esposto ai Carabinieri Forestali presso la tenenza di Gaeta in ordine alla “sospensione” del cantiere edile “Parco Nato” autorizzato dal comune per la realizzazione di 96 appartamenti al posto di quella che era, in località Calegna, la storica scuola americana. Durante gli interventi edificatori la ditta incaricata inavvertitamente avrebbe soppresso un importante corso di raccolta e convogliamento di acque provenienti dalle sovrastanti colline. Su sollecitazione del consigliere comunale d’opposizione ed ex sindaco di Gaeta Silvio D’Amante vi fu (il 18 dicembre) un sopralluogo nel cantiere dell’assessore ai Lavori Pubblici del comune Simone Petruccelli e dei tecnici del comune per accertare, alla luce delle preoccupazioni manifestate dai cittadini di Calegna “la fondatezza delle lamentele”.

A conferma che qualcosa non filasse per il verso giusto lo certificò la competente Dirigente pro tempore della ripartizione tecnica del comune, la segretaria Generale del Comune di Gaeta Patrizia Cinquanta, che dispose la sospensione dei lavori e successivamente il ripristino dello stato dei luoghi.

Ora è stato chiesto l’intervento dei Carabinieri Forestali ma anche del Prefetto di Latina, del sindaco di Gaeta, della stessa dirigente Cinquanta e del responsabile del settore Ecologia e Tutela del territorio dell’Amministrazione Provinciale da parte dei dirigenti delle liste che sostennero il 12 giugno scorso la ricandidatura a sindaco di Silvio D’Amante. E, cioè, di Franco De Angelis (in rappresentanza di Demos), di Simone Avico (Movimento Cinque Stelle), di Antonio Raimondi (Movimento Progressista), di “Insieme per Gaeta”( Maria Mancini) e del movimento “Orizzonti” (Claudia Magliuzzi). Ciò che desta perplessità ai firmatari dell’esposto è stata l’assenza, “nonostante la gravità del fatto denunciato ed accertato, al sopralluogo di alcun rappresentante della Polizia Locale o altro personale di polizia giudiziaria che potesse e dovesse riferire alla Autorità Giudiziaria”. ù

Per i dirigenti della coalizione “Insieme con Silvio D’Amante” il rapporto instauratosi tra la proprietà del “Parco Nato”, I’impresa esecutrice dei lavori ed il Comune di Gaeta, nella circostanza, sembra aver assunto i connotati di un rapporto privatistico tanto che, difformemente dalla prassi e dalle norme in tema di violazioni urbanistiche e/o edilizie, il provedimento di sospensione e quello successivo di ripristino sono indirizzati alla sola impresa di costruzione e non anche alla Autorità Giudiziaria”. De Angelis, Avico, Raimondi, Mancini e Magliuzzi rincarano la dose quando sostengono come nel sopralluogo del 18 dicembre scorso “non risulta essere accertata e verbalizzata la distanza della erigenda costruzione dal corso d’acqua nella sua sede originaria. Invece una semplice sovrapposizione di mappe catastali appaino evidenti alcune incongruenze come, ad esempio, I’annessione della particella del demanio comunale relativa al corso d’acqua di cui si discute, alla proprietà privata, scomparsa di alcune particelle che richiedono un accertamento presso il Catasto”.

Un’analoga iniziativa l’ha promossa il referente locale del Movimento Cinque Stelle Simone Avico, lo stesso che aveva firmato un esposto chiedendo ed ottenendo l’intervento dei Carabinieri Forestali per quanto riguarda la trasformazione, nel tratto iniziale del quartiere medioevale di Gaeta S.Erasmo, dell’ex Cittadella del tennis in un parcheggio su un’area gravata da non pochi vincoli. Avico ora ha scritto singolarmente al vice sindaco ed assessore all’urbanistica del comune di Gaeta, Teodolinda Morini, chiedendole “per quanto di sua competenza ad adottare tutti i provvedimenti necessari del caso.. Una lettera specifica è stata inviata anche all’assessore alla Polizia Locale Mario Paone per chiedergli le ragioni – semmai ci fossero – dell’assenza dei suoi agenti al sopralluogo del 18 dicembre dell’assessore Petruccelli con i funzionari della ripartizione tecnica del comune di Gaeta e i tecnici dell’impresa esecutrice dei lavori e quella della società proprietaria del cantiere

Sul piano politico non sono state gradite le censure, esclusivamente di natura politica, sul comportamento assunto dai rappresentanti delle minoranze di centro sinistra nel consiglio comunale di martedì, chiamato ad approvare il Documento unico di programmazione in vista del bilancio di previsione 2023 e due modifiche allo Statuto per quanto riguarda la possibilità che le commissioni vengano sostituite dalla conferenza dei capigruppo. Ai con siglieri comunali d’opposizione Emiliano Scinicariello e Silvio D’Amante era stato fatta rilevare la circostanza di aver perso una ghiotta possibilità di denunciare l’assenza di cinque consiglieri comunali di maggioranza in concomitanza dell’approvazione di due adempimenti pooliticamente significativi. Nessuno ha mai scritto che il consiglio comunale sarebbe saltato per la mancanza del numero legale ma l’occasione perduta sul piano è stata significativa da parte delle minoranze presenti per giustificare la loro …esistenza.

A chiarirlo – e ci mancherebbe – in un post è stato lo stesso ex sindaco D’Amante: “Il consiglio comunale, iniziato con un’ora di ritardo, ha registrato la presenza di 8 consiglieri di maggioranza più il sindaco (quindi 9) e due (il sottoscritto e Scinicariello) per l’opposizione. I numeri dicono che la maggioranza da sola (e ci mancherebbe, ndr) poteva mantenere il numero legale. Non c’è stato nessun regalo natalizio con la presenza (sotto il piano qualitativo i dubbi rimangono) dell’opposizione in aula. Altra cosa è l’assenza strana di consiglieri comunali – il cronista ha scritto e riportato la verità dunque – della maggioranza. Tutti sulla neve?”.

Se questo interrogativo interessa poco o niente l’opinione pubblica gaetana, ha fatto fatica a celare il disappunto l’ex candidato a sindaco del Pd Sabina Mitrano quando le è stato fatto rilevare non tanto l’assenza fisica nel consiglio comunale di martedì – quella è insindacabile – quanto la circostanza di utilizzare l’aula come una porta girevole di un albergo relativamente alla sua presenza costante e duratura in una seduta consiliare. Se poi la deontologia professionale di chi esercita questa professione deve essere rapportata al rispetto dell’elettorato che ti ha votato soltanto sei mesi fa, di sicuro prevale la seconda opzione sulla prima. Senza ‘se’ e senza ‘ma’.