Itri / Randagismo, è polemica sulla gara d’appalto per il ricovero dei cani

Itri Politica

ITRI – Non piace per niente alle forze di opposizione presenti nel consiglio comunale di Itri il contenuto del nuovo bando di gara approvato dalla Giunta Municipale per l’affidamento della gestione dei servizi di ricovero e mantenimento dei cani vaganti e randagi del Comune aurunco ma anche di quella di tutti gli adempimenti previsti per cani e gatti dalla Delibera di Giunta Regionale del Lazio n. 43/2010 di competenza del Comune.

Il sindaco Antonio Fargiorgio aveva salutato con favore l’avvio della licitazione privata che – a suo dire – persegue tre direttive: innovazione, semplificazione e contenimento dei costi. Si tratta di una gara comunitaria promossa per un importo di 435mila euro al termine della quale – il termine ultimo per la presentazione delle offerte scade il prossimo 27 febbraio – la società vincitrice dovrà gestire i due delicati e sensibili servizi per i prossimi tre anni. Sotto la lente d’ingrandimento dei consiglieri di minoranza Vittoria Maggiarra, Paola Soscia (quest’ultimi due provenienti dalla maggioranza Fargiorgio che hanno abbandonato in due distinte fasi censurando platealmente l’intero operato della Giunta Fargiorgio), Giuseppe Cece e Osvaldo Agresti è finita determina dirigenziale del comandante della Polizia Locale Pasquale Pugliese, la numero 1 del 24 gennaio scorso, che prevede tante cose: il ricovero e mantenimento dei cani vaganti e randagi del Comune di Itri; la messa a disposizione di idonea struttura sanitaria veterinaria per gli adempimenti medico-sanitari previsti dalla legge; il servizio di primo soccorso, di pronto soccorso h 24, di emergenze ed urgenze, di esami ed interventi medici e chirurgici atti alla stabilizzazione dell’animale; quello di trasporto dell’animale dalla clinica veterinaria al canile rifugio e, inoltre, il servizio di gestione delle adozioni fuori regione con eventuali indagini diagnostiche ai fini dell’adozione.

Il primo interrogativo che rivolgono i consiglieri Maggiarra, Soscia, Cece e Agresti sarebbe già sufficiente – a loro dire – per bloccare l’efficacia del bando comunitario: “Come si giustifica la somma di 435.223,00 euro, posta a base d’asta dall’attuale bando di gara e riguardante ben 5 servizi di natura complessa e tra loro eterogenei, se il solo servizio di rifugio-canile per la durata di tre anni, attualmente in corso di esecuzione e in prossima scadenza, è stato aggiudicato tre anni fa, con gara europea, per la complessiva somma di 532.077,62 euro, e a cui, peraltro, rispondeva e partecipava un solo operatore economico ????” Insomma viene definita “anomala ed inverosimile” questa somma posta a base d’asta “che non trova giustificazione alcuna considerando quelli che sono i parametri di mercato”. Ma a rendere “illegittima” la determina del comandante Pugliese sarebbero la “mancata suddivisione dell’appalto in lotti e la genericità della motivazione data a tal proposito dall’Amministrazione comunale; motivazione peraltro anche contraddittoria in rapporto alla natura stessa ed alla tipologia dei servizi da affidare”.

Qui entra in scena l’avvocato Maggiarra, la “Giovanna D’Arco ribelle” dell’amministrazione comunale di Itri che degli Affari legali e patrimonio è stata nella fase iniziale del consiliatura nel 2017 la delegata del sindaco Fargiorgio. “E’ un onere generale delle pubbliche amministrazioni, al fine di favorire l’accesso delle piccole e medie imprese e tutelare la concorrenza, suddividere in lotti funzionali gli appalti di grosse dimensioni in presenza di servizi distinti ed eterogenei, e, in caso di mancata suddivisione in lotti funzionali la motivazione, da indicare nella determina a contrarre, non può essere generica come quella data dal Comandante della Polizia Locale di Itri – ad avviso del quale la mancata suddivisione in lotti è dovuta alla “complessità e particolarità dei servizi da assicurare…” – , ma deve essere estremamente rigorosa ed appropriata a tutela dell’interesse pubblico”. Insomma, il provvedimento del dirigente Pugliese sarebbe “illegittimo perché carente di un’estrinsecazione rigorosa, appropriata ed esaustiva delle ragioni di accorpamento in unico lotto dell’oggetto della gara avviata dall’Amministrazione, è contraddittorio perché, ravvisando la complessità e la particolarità dei servizi da affidare, a maggior ragione avrebbe dovuto prevedere il frazionamento in lotti; esso si pone, perciò, al di là dei limiti di ragionevolezza e di proporzionalità e viola la ratio normativa del Codice in materia di Appalti pubblici”.

L’intera procedura di gara – a dire dei consiglieri Maggiarra, Soscia, Cece e Agresti – “va necessariamente annullata” . E il motivo sarebbe un altro. Il Comandante Pugliese richiama nella determinazione un preventivo atto di indirizzo fornito dalla Giunta comunale che con la deliberazione numero 165 del 30 dicembre scorso gli avrebbe affidato il compito di trovare la formula più efficiente e più efficace per l’affidamento dei servizi in materia di randagismo secondo il concetto del “New Public Management”. L’avvocato Maggiarra veste a questo punto i panni del pubblico ministero e ricorda alla sua ex maggioranza che l’istituto del “New Public Management (NPM)” ha origini anglosassoni e che Paesi come l’Italia, ma anche la Francia e la Germania, “hanno sempre guardato con sospetto alle sue presunte virtù, tant’è che l’armamento teorico e pratico del ‘New Public Management’ è stato declinato con gli strumenti giuridico-formali propri della nostra tradizione amministrativa”. Tradotto: non basta trapiantare nel settore pubblico le ricette impiegate nel settore privato per risolvere d’incanto ogni problema ! “Focalizzare obiettivi e priorità, mettere in competizione i fornitori, misurare i risultati e garantire la qualità dei servizi, premiare il merito rimangono strumenti fondamentali della buona organizzazione e azione amministrativa – concludono i consiglieri Maggiarra, Soscia, Cece e Agresti – Restano imprescindibili, a nostro avviso, l’etica e la qualità del servizio, la concorrenzialità e il senso della missione pubblica. La procedura avviata dall’Amministrazione Fargiorgio esclude chiaramente i piccoli e medi operatori economici, che giammai potrebbero assicurare in un blocco unico i servizi richiesti dal Comune di Itri, viola il principio comunitario della concorrenza, e rischia di lasciare scoperti i servizi in materia di randagismo e soccorso animale proprio per l’anomala/inverosimile somma posta a base d’asta”.

Non si è fatta attende la replica del comandante della Polizia locale del comune di Itri Pasquale Pugliese: “Siamo i primi a porre in essere una gara europea che ci consente da un parte di contenere e prevedere i costi negli schemi di bilancio, dall’altra di assicurare il benessere animale e tutti i servizi di ricovero e mantenimento dei cani randagi e di pronto soccorso animale per cani e gatti, avendo un unico interlocutore. Il mandato conferitomi dalla Giunta Comunale, secondo il concetto del new public management era teso all’efficacia ed all’efficienza dei servizio. Abbiamo trovato la migliore formula per garantire nel miglior modo possibile la gestione di tutti i servizi anteponendo l’esclusivo interesse pubblico”. Soddisfatto anche il sindaco di Itri Fargiorgio secondo il quale il bando contestato dalle minoranza applica la normativa, aggiornata, sul randagismo: “La legge regionale numero 34/1997 e la delibera di Giunta Regionela 43/2010 attribuiscono ai comuni l’obbligo di farsi carico di tutti i costi inerenti non solo il mantenimento e la cura dei cani randagi, ma anche i costi relativi al pronto soccorso animale per cani e gatti, e quelli del trasporto. Questi costi – ha concluso il primo cittadino aurunco – incidono direttamente sulle tasche dei cittadini. Con questa gara sarà il soggetto aggiudicatario del servizio a impegnarsi affinché si contengano i costi, assicurando per legge il benessere animale”.

Saverio Forte