Rifiuti, chiusa la discarica Mad e il Csa sospende il conferimento dell’indifferenziato: è emergenza nel sud pontino

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SUD PONTINO – Non si sono fatti attendere neanche sul territorio del Golfo i disagi per la decisione della “Mad srl” di chiudere, sino a data da destinarsi, la discarica di Roccasecca e quella di Civitavecchia. Le ragioni le ha motivate il patron Valter Lozza in una lettera al ministro dell’Ambiente Sergio Costa, al Prefetto di Roma, al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, alla commissione sulle ecomafie e al presidente del Consiglio Conte alla luce dell’inchiesta “Maschera” dell’antimafia di due anni fa che riguardava i cosiddetti rifiuti con codice a specchio. Nelle ultime ore infatti i carabinieri del Noe avrebbero acquisito altri documenti su questo tipo di rifiuto smaltito negli ultimi tre anni, un altro passaggio dell’inchiesta.

In pratica la Mad ha chiuso i suoi impianti per capire cosa accadrà il 13 febbraio davanti il Tribunale del Riesame, quando ci sarà una udienza che potrà dare una indicazione su come smaltire questo genere di rifiuti. A “cascata” – come detto – i disagi non si sono fatti attendere sul territorio del Golfo che, attraverso il Centro servizi ambientali di Castelforte, conferisce parte della propria immondizia – la frazione secca dei rifiuti indifferenziati – presso la discarica di Roccasecca.

E così che l’amministratore del Csa, Enrico Giuliano, ha scritto una lettera ai sindaci dei comuni del Golfo di Gaeta e alle ditte che gestiscono la raccolta dei rifiuti solidi urbani, nonché alla Prefettura e Provincia di Latina e alla direzione regionale Area Ciclo dei Rifiuti per comunicare la sospensione del conferimento della frazione secca dei rifiuti indifferenziati. Il problema sta riguardando l’intera Regione Lazio e sul territorio del sud pontino la raccolta ha subito un rallentamento in quanto i camion delle varie ditte che gestiscono il ciclo dei rifiuti per conto dei Comuni non sanno dove portare la spazzatura in considerazione del fatto che gli impianti di Trattamento meccanico biologico (Tmb), come il Csa di Castelforte, hanno dovuto bloccare la ricezione.

La controversia è di natura amministrativa e tecnica: non c’è un’univoca interpretazione tra legge europea e nazionale che risale al 2015 e per superare questo ostacolo servirebbe una circolare da parte di Arpa e Ispra. Di qui la richiesta della Mad Srl al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, di fare chiarezza sulla questione.

I veri disservizi non si sono fortunatamente registrati ma i comuni hanno scritto al presidente della Provincia di Latina, Carlo Medici, affinché interessi Zingaretti per trovare una soluzione rapida. Lo stoccaggio della frazione secca dell’indifferenziato non è un problema di poco conto: se da un lato i Comuni più grandi come Formia, Gaeta e Minturno, possedendo delle isole ecologiche, sono in grado di gestire per 48 ore (e in alcuni casi anche fino a 72 ore) il conferimento, quindi non interrompendo la normale raccolta, quelli minori come Castelforte e Santi Cosma e Damiano hanno dovuto emettere avvisi ai propri cittadini di non conferire l’indifferenziato durante il prossimo week end mentre quello di Spigno Saturnia ha preso tempo in quanto hanno il giorno di conferimento è programmato per lunedì prossimo.

Intanto la Regione ha sollecitato il governo a stilare un regolamento certo, in cui si mettano a riparo dai rischi le aziende private. Nel frattempo in tutto il Lazio lavora solo una discarica, quella di Viterbo, che certamente non può far fronte a tutte le esigenze delle province laziali ed in particolare di Roma. E adesso l’attesa è tutta per conoscere se questa chiusura causerà davvero problemi a Roma e nei comuni delle province.

Una curiosità: se i rifiuti differenziati possono essere spediti fuori regione, di contro quelli indifferenziati devono essere lavorati all’interno della propria regione di appartenenza, rendendo quindi difficoltoso per le aziende che gestiscono il ciclo di rifiuti poterli conferire in altre discariche.

Saverio Forte